Maurizio Donte, collaboratore di Lèucade |
D'amore scrissi allora
D'amore scrissi allora e di altre storie,
dei percorsi insidiosi della mente:
di tutto quel che credo inutilmente
e un giorno non saranno che memorie.
Di sabbia sono il mondo e le sue glorie,
nell'affannoso andare della gente:
un fiume vorticoso, una corrente
che lascia sulla riva le sue scorie.
Saper d'avere un cuore delicato
non serve a preservarlo dalle spine,
dall'essere ferito e dal ferire.
Ed in gabbia mi sento, esacerbato
dal cumulo di favole e rovine
che semina il mio vivere al finire.
Maurizio Donte
grazie
RispondiEliminaUn sonetto di altissimo pregio, caro Maurizio. Noto che la tua cifra stilistica negli ultimi tempi tende a modernizzarsi e ad acquisire una levità e una dolcezza che la arricchiscono. Sei sempre stato un alto rappresentante della Poesia e del metro classico, senza la conoscenza del quale credo che il lirismo debba considerarsi amputato ... non alludo all'obbligo di adottarlo, ma di possederne gli strumenti. Oggi sei Poeta di respiro più ampio, nel leggerti ho la bellissima sensazione di seguire l'andirivieni incessante delle onde, in quanto scivoli e torni in risacca di emozioni. Grazie di quest'altra perla. Ti stringo.
RispondiEliminasei gentilissima, Maria. grazie.
RispondiEliminaCaro il mio laconico Maurizio, che sa rispondere solo con un grazie al bellissimo e indovinato commento di Maria, vedo che da un po' di tempo stai pubblicando poesie che esondano dal campo amoroso e me ne compiaccio non tanto perché le precedenti liriche non fossero belle ma in quanto ritengo che non bisogna fossilizzarsi solo su un argomento soprattutto quando si usano stilemi molto vicini a quelli di altri poeti del passato. E allora, avanti tutta, continua su questa strada, non aver paura di osare. Ciao
RispondiEliminaGrazie anche all'anonimo che credo sia Carla Baroni. Riconosco di essere laconico, ma nel mio grazie c'è una infinita riconoscenza per Maria, per Edda, per il professore che gentilmente mi ospita, per tutti coloro che si fermano e lasciano un commento, anche una critica, ci mancherebbe, tutto serve. Per amore di sincerità, però, devo dire di non essermi mai fossilizzato sul genere amoroso, è vero che sia nelle mie corde, ma le mie poesie sono spesso costruite su riflessioni sulla vita, sulla morte, sull'aldilà, sul timore del nulla, come ben notava il nostro Nazario insieme ad altri. I generi: è innegabile che io ami Petrarca, che da lui abbia appreso molto, ma è innegabile che altrettanto io ami Leopardi, Foscolo, Pascoli, Ungaretti, D'annunzio, Saba, Gozzano, MacPherson, Aiken, ecc. l'elenco potrebbe iniziare da Omero, credo bene, e sarebbe fin troppo lungo. Ho scritto di tutto, dall'epica alla poesia satirica, a quella amorosa ed esistenziale. Probabilmente su questa pagina ho proposto più spesso testi con il tema amoroso, e in stile petrarchesco, che mi piace molto, lo riconosco. Da qui credo sia nato l'equivoco, ma è colpa mia, avrei dovuto variare di più il tema proposto. Ti ringrazio delle tue osservazioni, mi sono di stimolo a migliorare.
RispondiEliminaun caro saluto
Caro Maurizio, non era mia intenzione celarmi dietro l'anonimato ma è risaputo che io con il computer faccio pasticci spesso e volentieri. Sappi che io ho molta fiducia in te e spero che le mie osservazioni ti facciano andare il più lontano possibile. Te lo auguro con tutto il cuore.
RispondiEliminaCarla Baroni
grazie Carla
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