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mercoledì 10 febbraio 2021

RITA FULVIA FAZIO: "SUBLIMATA SUASIVITA'"

Sublimata suasività

Rita Fulvia Fazio,
collaboratrice di Lèucade

 






Il meriggio ravviva la cittadina sonnolenta.

Vuota e fosca, la piazza, un dì prospera di alacri fermenti e loquaci svaghi.

Infingarda, la luce obliqua

sfronda riflessi diamantini 

nella stretta dei quieti vicoli.

Occhiate curiose fra le persiane 

insinuano lame impestate di dolore.

Annotta.

Solitario, il lume marino accordato all'anima del violino, 

vibra il ritmo fondo dell'onda 

che larga azzurreggia. L'ouverture sinfonica verdiana intona 

il verso eccelso.

È la forza del destino. 

 

S'innalza, etereo, il sogno nella bolla dell'assenza. Effluvia la nota avvolgente 

di spezie e fiori

esalando, nell'aria paludosa,

stress ed epidemia.

La vita è sogno. 

Albeggia.

S'àncora, brioso, il sovrumano 

cromatismo.

Si rivela l'intensa

suggestione

epifanica.

O primula immacolata, iris chiaro su calcedonio iridescente, 

emettente narciso, acceso tulipano,

innamorata margherita pratolina,

violetta spontanea, 

delicatissimo papavero, dolcissima camelia,

stimolante zagara mediterranea,

cascante luminanza del rampicante glicine,

magico fiore di ciliegio, angelico mandorlo, innocente lillà.

Oh risorgive stillanti gocciole d'umore,

compagne nodali della morta stagione.

O assetate, timide infiorescenze vagheggianti un sorriso appena, una gioia lieve.

Oh voi, a voi, ardentemente io, immortale bellezza sublime, 

intreccio inesausta 

parola muta d'Amore, 

sussurrata raggia di sole

fra la terra e il cielo.

 

Rita Fulvia Fazio

 

 

 

4 commenti:

  1. Persuadenti davvero le tue parole, Rita mia... Ti cali nella storia che è stata e che continua a essere, almeno per coloro che prendono atto dei rischi e, soprattutto, rispettano gli altri, e con il tuo pennello fatato affreschi la dicotomia tra l'irrealtà del silenzio, della paura, tra le 'occhiate curiose fra le persiane
    che insinuano lame impestate di dolore" e i ritmi liberi e densi di pathos degli elementi miracolosi della natura. Il mare canta e sembra accompagnato dal violino di un immaginario Lévi-Strauss; l'alba sorge immacolata, i fiori vengono alla luce come sempre, gli elenchi quali amici antichi, la rugiada li sposa in una sorta di danza... E tu senti la precarietà della dimensione umana di fronte a tanta immortale vita. Lirica che inonda l'anima, le ricorda le meraviglie del Creato e stende un velo di balsamo sui dolori personali. Un lascito, un sogno d'amore. Ti abbraccio forte grata ed estendo la stretta al Nume Tutelare, che giganteggia su tutti noi.

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  2. Grazie Maria dell'attenzione, del pregevole apporto critico luminoso e partecipato. Grazie, Nazario, dell'ospitalità sull'isola. Commossa, saluto con affetto. Fulvia

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  3. Lirica delicatissima e - al contempo - potente...come un acquerello di Turner. Complimenti Fulvia

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  4. Grazie ininite: splendido, sensibile commento. Il riferimento a Turner, il pittore dela luce, mi riempie di gioia. Fulvia

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