Abbazia di San Galgano - (Chiusdino, Siena)
San Galgano
Chiusa nella Rotonda, imprigionata,
sta la spada confitta nella roccia
da San Galgano, in croce trasformata,
ché sangue più non beva e più non nuoccia.
Qui il ferro portentoso dorme eterno,
piantato nella terra; qui la fede
mai dubitò, né si vestì di scherno,
ché ognun che vien, qui si convince e
crede.
Giù nel piano, sui verdi prati in fiore,
risorgono le gotiche rovine
dell’Abbazia, vestite del colore
d’un tempo fermo, immoto, senza fine.
Severa, grande, viva, s’erge al sole,
e la pietra risplende di memoria.
Racconta il vento freddo delle gole,
fischiando negli strombi, la sua storia.
Passan le nubi, corron le stagioni,
entra la pioggia, cadono gli inverni
sopra il piancito, fremono i rosoni,
nel lor supplizio inalterati, eterni.
E tu rapito osservi. Senti gli anni
ed i secoli interi posar lenti
sopra quei sassi, e sopra i santi scranni
i cistercensi oranti e sonnolenti.
Nei dorati crepuscoli, se ascolti,
udrai di tra le mura, salmodianti,
i monaci cantare pii, raccolti,
i lenti gregoriani antifonanti.
Dalle antiche rovine, pien di vita,
risale eterna e pura la preghiera
dal tetto scoperchiato, all’infinita,
incantata mestizia della sera.
Lido Pacciardi
Ringrazio il Prof. Pardini per avermi permesso di postare alcune delle mie composizioni su questo importante blog. Grazie a lui e grazie a tutti.
RispondiEliminaChe incanto ritrovare un frammento della mia infanzia in questi endecasillabi vibranti come corde d'arpa! L'Abbazia di San Galgano, una delle chiese diroccate più belle della nostra penisola, emana un fascino senza tempo. Ricordo di averla visitata quando abitavo a Siena e di aver ascoltato dalla voce di mio padre la leggenda del cavaliere galgano che conficcò miracolosamente la spada nella roccia e si fece eremita.In molti cercarono di estrarre la spada, ma ancora oggi la si può trovare lì, coperta da una cupola protettiva. Non ho l'onore di conoscere Lido Pacciardi, ma trovo superba la sua cifra stilistica e i versi ricchi di magia, immaginifici:
RispondiElimina"Passan le nubi, corron le stagioni,
entra la pioggia, cadono gli inverni
sopra il piancito, fremono i rosoni,
nel lor supplizio inalterati, eterni"
Il paesaggio si staglia dinanzi agli occhi dei lettori, diviene filmico, in movimento, come le nubi, e la quartina finale, incandescente come sa esserlo solo la preghiera, scuote le fronde dei cuori. Grazie infinite. Per il ricordo e per la lezione di grande Poesia. Un saluto affettuoso.
Cara Maria, anch'io non ho l'onore di conoscerla. ma voglio ringraziarla sinceramente per questo bel commento ai miei versi sulla antica Abbazia: un sogno nel verde, che stupisce e coinvolge, nella sua magica rovina. La ringrazio ancora di cuore per le sue belle parole.
RispondiEliminaUna poesia bellissima: di narrazione e di sentimento, di ricordi, di immagini, suoni e colori, una di quelle poesie " di una volta" quando poesia era bellezza e cura di ogni singolo verso e ricerca di ogni singola parola ...quando l'espressione poetica era chiarezza ed armonia. Grazie al cielo esistono ancora poeti come Lido.
RispondiEliminaCara Lidia, ti ringrazio per l'apprezzamento che dimostri per i miei versi. E ti ringrazio particolarmente per avermi guidato a Lèucade, che non conoscevo. Il tuo incoraggiamento serve di stimolo per tentare di far sempre meglio. Grazie ancora.
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