BABBO
Non mi ricordo più se sei esistito,
babbo.
Ho soltanto l’immagine sfuocata,
che
vedo ogni giornata al cimitero,
quando
vengo a trovarti. Questo tempo
mi
toglie ogni brandello
della vita che insieme trascorremmo.
Solo
memorie vaghe mi contornano
di te
sulla tua terra, in mezzo ai campi,
a
testa scoperta a sfrascare
tra i butti
della vigna, e qualche gesto.
Mi
rimane di quando ti fuggì
il
morellino. Io e mio fratello più piccino
ti
aspettammo davanti al cimitero,
mentre
tu corresti infreddolito
a
ricuperare il cavallo. Venne notte,
ed un
signore che abitava vicino,
passando
da lì, ci vide e ci portò
in
casa sua a riscaldarci al camino.
Ogni cosa
mi riporta il tuo volto,
ma
sono memorie ed il terrore
mi
assale che il tempo me le levi.
Vorrei il tuo corpo,
il tuo
odore acuto dei tant’anni,
la tua
infaticabile presenza,
il tuo
spirito pronto a dare gioia.
Domani,
come al solito, verrò
a far
visita a ciò che mi rimane
chiuso
in quel cumulo di marmo.
Non
abbiamo più tempo, babbo,
tutto
è finito, piano piano
si
avvicina la fine anche per noi
che
abbiamo l’età di quando
tu
dicevi di sentirti stanco.
Spero
solo che le memorie di te
restino
per sempre oltre, la morte,
almeno
quelle, con me. Sì almeno quelle,
di
quando ci prendevi con la forza
e ci
gettavi in aria fino al cielo.
Non ho commento, no, mio caro amico.
RispondiEliminaNon ho commento a questo tuo pianto...Lasciami solo sedere accanto a te vicino a quel "cumulo di marmo", perché possa anch'io ricordare ,con le parole tue uniche e accorate, il babbo mio che ci lasciò mentre con il suo mandolino in mano attendeva che mamma gli preparasse il desinare.
Un abbraccio.
Edda
In effetti, Nazario adorato, questa lirica non si può commentare, solo leggere tra le lacrime, unendo la nostra commozione alla tua. Il dolore che canti è universale. Lo si prova ogni giorno, e ogni giorno si torna sui passi della memoria per ritrovare i gesti, le emozioni e la voce... che purtroppo scompare dai ricordi per prima. Ma sai bene, amico e Poeta straordinario, che loro ci aspettano nella stanza accanto, come diceva Sant'Agostino, e che sarà bello abbracciarli di nuovo. Io sono certa di trovare il mare, come puoi non esserne sicuro anche tu? Saremo tutti sulla riva, uniti e felici. Nulla si distrugge per sempre. Ti adoro, magistrale Artista!
RispondiEliminaMi sconvolgono questi versi, caro Nazario, per la capacità di esprimere l'assenza e la presenza, lo spirito e la materia, il mistero e la realtà in modo così autentico e semplice. Hai la capacità di esprimere così fluidamente le tue emozioni che sembra di sentir scorrere un torrente. Proprio così, un torrente di parole preziose è la tua poesia, uno scroscio di sentimenti e di pensieri pieni di nostalgia e infinita dolcezza delle care memorie familiari. E sembra di rivivere con te questa esperienza affettiva così intensa , questo ricordo struggente, questo legame profondo e interminabile al punto da rende sempre viva anche la morte.
RispondiEliminaÈ stupenda questa lirica, carissimo Nazario....si legge tra le lacrime, soprattutto quando scrivi "Vorrei il tuo corpo, il tuo odore acuto dei tant'anni"...come è autentico e struggente questo desiderio!
RispondiEliminaCondivido il pensiero di Maria....le nostre adorate anime ascese sono in realtà nella stanza accanto, e ci ritroveremo.....!
Adesso, nel tempo presente, è meraviglioso ascoltare le liriche di tanti amici....
La poesia è eterna ed è più forte della morte....
Grazie del dono!
Loredana D'Alfonso
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaOggetto; Poesia “Babbo” di Nazario Pardini
Questi tuoi versi, struggenti nel loro fluire, sono pura espressione d’amore per chi ti ha amato e tu hai amato senza condizioni. Leggerli mi ha coinvolto particolarmente perché in essi ho percepito il mio stesso sentire, mi ha creato emozione nel cuore e nostalgia nel ricordo, sempre vivo dei Miei, del loro sorriso rassicurante, dello sguardo che sapeva parlare senza dire e, spesso, anche perdonare.
Il ricordo ci consente di essere sempre loro vicini. Ora vivono nell’Altrove dei Giusti e stendono la loro protezione sul nostro cammino nella certezza di riabbracciarci.
Il tuo cuore è grande, amico caro.
Lino D’Amico
Ringrazio Edda, Maria, Lino, e Loredana per i loro commoventi interventi che strizzano il cuore.
RispondiEliminanazario
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaCarissimo amico,
ho letto la tua poesia che mi ha invaso di commozione perché ha riaperto un dolore che porto dentro e che non riesce a placarsi perché ancora non mi sono perdonata, malgrado il viaggio fatto da sola da Latina a Cosenza, sono giunta quando mio padre era spirato da mezz’ora. È stato tutto improvviso, l’aspettavo a casa mia a Latina che non aveva ancora visto. Le tue parole entrano nell’anima e restano lì perché ci danno la forza di andare avanti.
Ti sono vicina e ti abbraccio con tanto affetto. Emma
Scusa se ti scrivo al tuo indirizzo email, ma sul sito da quando mi hanno cambiato un pezzo al pc tante cose non me le fa fare più. Io purtroppo
sono poco tecnologica. Un grande bacio, sei la persona più buona che io abbia conosciuto e questo mi aiuta molto. Ciao
Guida i miei passi
Guida i miei passi - ti chiesi -
fino a che piegare io possa, con l’anima
libera da rimpianti e vili suppliche,
le lunghe ali d’ombra, i contorni perderne
nella dissolvenza dell’alba;
presto - ti chiesi - fai presto,
le lame del cancello tagliano il mare d’erba
e il suo possente smalto che legati ci tenne
sì da impoverire la lista della sorte -
travasa il tuo respiro che l’aria cruda infuria
fa che dal lungo torpore un grumo di calore
o la fiamma d’un cero ravvivi il bosco inquieto;
rapaci esangui afferrai con mille mani
- è tardi - mi dissero (fradicio giorno!)
di là del vano indugio, oltre il passivo freddo
sopra cunicoli e sull’ingorda terra
(suprema contraddizione) alto si gloriò il sole;
col viso nella polvere - passo su passo -
mi allontanai -
tra soffi di gelido tepore scivolai lieve
- da chi - pur se in vita - al mondo tace -
al tuo sguardo - padre -
che l’infinita aurora sfiora - promisi -
alcun verme si nutrirà del bulbo di asfodelo.
Emma Mazzuca
Ringrazio Emma Mazzuca per il suo intervento colmo di passione e di amore per ciò che ci rimane di più caro.
RispondiEliminanazario
Una poesia intensa, che va a toccare corde molto profonde, dell'animo di ognuno di noi. L'assenza, la mancanza dei nostri genitori è un' enorme ferita, che solo il ricordo riesce ad alleviare. I ricordi
RispondiEliminasono le coperte calde che conserviamo nell' armadio della memoria, un armadio privo di chiave, perché il bisogno di indossarle è quotidiano. Ci vestiamo di loro per non restare nudi quando il freddo ci punge le membra, ed allora un grande sollievo ci abbraccia. Adesso i momenti della nostra esistenza con coloro che sono mancati, sono oro. Insieme al ricordo si affaccia il rimpianto di non averli vissuti pienamente. Ma loro sono la nostra impalcatura, le nostre radici, che ci tengono saldi ad un vissuto che ci contraddistingue. Serenella Menichetti
Cara Serenella,
RispondiEliminaun commento pieno di affondi creativi, di metaforici allunghi emotivi; ti ringrazio
nazario
La bellezza del gesto di un padre nel far volare i propri fanciulli, è un gesto ricco di significato perchè associato alla felicità che rallegra il cuore e vince il tempo. Leggo nella poesia l'eco dell'amore che stringe forte il cuore ora come allora e porta la mano tremante del poeta a tracciare un solco di sentimenti in cui si feconda le parole con l'immagine fermando il tempo. Dalle tue parole sublimano i sentimenti di devozione verso la figura paterna che alberga in te e non si cancella fino all'ultimo istante, e prosegue anche oltre attraverso la poesia che cattura nel ricordo l'aurea dell'immedesimazione. E allora ti vedo ancora fanciullo che sorridi al tuo babbo che ti lancia in aria e tu rimani sospeso nel fragore del tuo sorriso che riemerge come musica i tuoi giorni come un canto di primavera.
RispondiEliminaUn caro saluto
francesco
Caro Francesco,
RispondiEliminail tuo commento è pieno di grazia e di passione, commuove e strizza il cuore. Poeta additus poetae.
nazario