Lettura di "Tra le crepe della vita "
Un viaggio tra poesia e critica.
di C. Baldazzi e A. Lepone
Edda Conte, collaboratrice di Lèucade |
Davanti ad un testo molto corposo, quasi un testo dentro un
secondo testo, di grande spessore l'uno
e l'altro, non so dire quale dei due prometta di più, se quello in
versi o quello critico che lo segue e ne consegue.; sono interessanti entrambi,
a prescindere dall'importanza del nome dei
rispettivi Autori. Grande impegno
richiederebbe una analisi dell'opera, per me che non sono un critico
di professione, ma ugualmente grande è
il desiderio di infilarsi "tra le
crepe" di questi testi impegnativi, che promettono cultura e poesia, discussioni sulla vita, amore e sofferenza che da
sempre accompagnano la storia dell'uomo.
Gli Autori rappresentano
già un binomio di grande aspettative: la eccellente scrittrice critica Cinzia Baldazzi e Andrea
Lepone, giovane poeta e scrittore
eclettico che compare qui con una ventina
di composizioni di grande impegno e innovazione stilistica. I due scrittori si
fronteggiano dalle rispettive posizioni, dove anche la differenza generazionale gioca un
importante fattore di stimolo.
Meditazione, riflessione, ribellione, cultura , buon senso
e saggezza...il tutto alla ricerca di un equilibrio che, pagina su pagina, attraverso dubbi, memorie e
citazioni di notevole portata conducono
anche se con fatica ad una conclusione
implicita in una bellissima citazione latina : Mens super omnia - mens insita in omnibus .
La riflessione è sempre presente nella cultura che mediante
la saggezza dell'esperienza porta ad una
forma di consolazione. Sta forse in
questo la risposta alla filosofia dello spirito che genera la poesia di Andrea
Lepone.
Se nei versi del Poeta
si legge realismo, sofferenza, riflessione critica nei confronti della
storia presente e passata - forse anche per una
forte spinta a ricercare i valori perduti- le pagine
critiche di Cinzia Baldazzi esprimono sempre tra le pieghe
di una vastissima cultura il suo
grande equilibrio , il sereno distacco del giudizio che non è mai assoluto.
Il suo è un umanesimo profondamente
sentito., che pur tra le crepe della vita riesce a trovare la bellezza della cosa giusta.
Si può dire dunque che in questi saggi, pur così ponderosi,
la scrittrice finisca col guardare la poesia del giovane collega con il
"terzo occhio". Merito anche
di un'età più matura, vissuta nel proprio eremo.
In questa opera, davvero di grande serietà culturale, si
leggono tanti saggi, ma in definitiva un
unico saggio, in cui la scrittrice nei suoi interventi critici che accompagnano
ogni poesia non si limita ad una esegesi del testo, ma lo completa ampliando il periodo storico con
ricchezza di informazione e profondità
di acuzie critica. Anche qui si può
parlare di doppio testo, l'uno dentro
l'altro, come in una matrioska russa.
Spesso nel commento
si cerca di dare una risposta ai perché del Poeta.
A tal proposito
trovo di notevole interesse la poesia "Metamorfosi spirituale"
con il relativo commento che la evidenzia come preghiera. Sullo stesso piano mi sembra "Acacia" per la
spiritualità del significato sotteso.
Cito i primi versi di questa poesia:
Amore platonico,
versato in un bicchiere
di vino dionisiaco, tra
le parole scorte un poco
nella foschia informe
della sterpaglia, adagio.
...........
Il commento , molto curato, rivela la grande abilità esegetica di C. Baldazzi, la profonda attenzione
per il mito, la cultura classica, l'amore per la poesia tout-court.
Ma il poeta continua
a guardarsi dentro, a considerare il presente che vive ed il passato che
conosce; tra questi non riesce a fare un bilancio obiettivo, spesso trovando
modo di colpevolizzarsi. (ved. la poesia
" Rabbia e amore")
Si indovina forse nella composizione "La Lingua degli
Angeli" il pensiero del Poeta, nel ricordo delle sfilate capitoline
della Roma antica, nel tentativo di
un paragone di contrasto
sotteso con i cortei e i disordini dei nostri giorni.
Struggente il verso della chiusa:
Un
giorno, impareremo a parlare la lingua degli angeli.
E'una poesia molto sentita, e
molto interessante la pagina critica che
approfondisce il dettato poetico.
Così, la lettura di questa opera prosegue tra poesie e commenti ,di pagina in
pagina sempre più stimolante.
Mi piace soffermarmi ,a questo punto ,su una composizione che mi ha
molto colpito, tanto nel dettato poetico quanto
per l'importanza dell'analisi che ne sottolinea la profondità di pensiero. Non a caso
la poesia si conclude con quel verso di grande apertura psicologica che
ha dato il titolo all'opera. :
Croci Rivoltate
Croci
rivoltate, riverse al suolo,
scrittori
randagi, corrispondenze
interrotte,
bruscamente ridestati
dalle
voci degli avi persi in atroci
tormenti,
aduliamo le simmetrie del tempo,
denigriamo
le divergenze dello spazio.
Siamo
il ponte sospeso sulla lastra ghiacciata
del
dolore, le mani levate, i bassifondi aristocratici
che
rischiarano le perversioni del firmamento,
che
languiscono, tra le crepe della vita.
Tra le fessure di questi
versi si nascondono frazionamenti
esistenziali di larghi orizzonti . Da una croce simbolo terreno e celeste che è materia e spirito, simbolo di martirio
universale che tutti coinvolge, il Poeta vacilla, ponte
sospeso sulla lastra ghiacciata del
dolore, in preda al tormento.
E' in questa poesia , più che
altrove, che leggo il tormento continuo
sofferto " tra le pieghe della vita", lo strazio della
passione lirica che travolge ogni obiettivo esistenziale.
Concludo rinnovando il mio apprezzamento a
Cinzia Baldazzi per il contributo
critico a questa opera e in ultima analisi per la profonda
sensibilità dimostrata
lasciando al Poeta l'ultima parola .
Credo anch'io che le due liriche finali,
"Roma "e Chester" non abbiano alcun bisogno di essere
commentate.
Accogliendo l’intensa e lungimirante recensione di Edda Conte, ripenso alle parole di Renato Solmi quando, leggendo e traducendo Walter Benjamin, segnalava il suo rintracciare, nella poetica contemporanea, una profonda precarietà di passaggio tra il passato e il futuro. In scala riduttiva – è chiaro – con Andrea Lepone abbiamo tentato di infiltrarci «“tra le crepe” […] che promettono cultura e poesia, discussioni sulla vita, amore e sofferenza che da sempre accompagnano la storia dell'uomo».
RispondiEliminaÈ proprio nel giusto la scrittrice Edda Conte, dunque, nell’osservare come nell’analisi io abbia tentato di recuperare nei versi commentati un saldo bagaglio di saggezza dell’esperienza che porta a una proficua «forma di consolazione» rispetto alle ansie del presente in divenire.
Cos’altro aggiungere? Dinanzi ad una comprensione così completa, anzi aggiuntiva del messaggio poetico-critico proposto, l’unica indicazione utile da fornire ai lettori (nel ruolo di mittente-autore di una parte del libro che mi trovo a ricoprire) coincide con invitarli a seguire le parole della Conte, passo dopo passo, anche se il raggiungimento della tappa finale – d’accordo con la mia amica, come lei ha precisato – la lasciamo volentieri a loro.
Straordinaria pagina critica della mia Edda, che fa seguito al capolavoro di Nazario, del testo "Tra le crepe della vita" di Cinzia Baldazzi e Andrea Lepone. Senza meritarlo sono stata ritenuta meritevole da Cinzia di recensire questo libro, che la mia amica d'anima mette in luce, con lampi creativi, come un incantevole incrocio di poesia e critica letteraria. Mi sono specchiata nella sua analisi della 'grande abilità esegetica di C. Baldazzi, (del)la profonda attenzione per il mito, la cultura classica, l'amore per la poesia tout-court.' Cinzia, pur non scrivendo in poesia è poesia. Nei versi di Lepore, che non ho l'onore di conoscere Edda coglie le ragioni del titolo del testo, asserendo con saggezza e lungimiranza che 'tra le fessure di questi versi si nascondono frazionamenti esistenziali di larghi orizzonti'. Sostiene quanto si tratti di liriche che rivelino il tormento continuo sofferto tra le pieghe della vita' e credo dia grandi soddisfazioni a questa coppia di lustro che rende ottimi tributi alla Poesia, regina di ogni Arte. Ringrazio la mia compagna di viaggio Edda, Cinzia e Andrea, che spero di provare a recensire in tempi reali, e li abbraccio tutti, insieme al carissimo Nume Tutelare, infaticabile sostenitore di ogni forma di Cultura!
RispondiEliminaGrazie Cinzia e grazie Maria!
RispondiEliminaLe vostre parole di apprezzamento ,per quanto ho scritto di un'opera di grande interesse ed eclettica cultura, mi inorgogliscono non poco. Pertanto vi abbraccio con profonda gratitudine.
Al nostro "Capitano" sempre e comunque i sensi di una sincera e affettuosa riconoscenza.
Edda Conte
riconoscenza