In ricordo di Giacomo Soldà
In ricordo di Giacomo Soldà
Poco
prima di Pasqua è venuto a mancare Giacomo Soldà finissimo scrittore dell'area
veneziana. Chi è assiduo frequentatore dei Premi di Poesia l'avrà certamente
incontrato anche se forse non l'avrà notato perché era persona schiva che non
amava assolutamente mettersi in mostra. Egli stesso non si rendeva conto del
suo talento - che si estrinsecava soprattutto in un lirismo sottile fatto di
immagini suggestive ed estrose - essendo approdato tardi allo scrivere quando
cioè, andato in pensione, partecipò a uno di quei cicli di lezioni, inventati
per far trascorrere qualche ora in compagnia a persone anziane votate alla
solitudine, i così detti “corsi di scrittura creativa”.
Ma se
Soldà si teneva in disparte, gli habituè dei premi non potranno non essersi
accorti della la sua vivacissima accompagnatrice, la poetessa Mara Penso, che
con la sua macchina fotografica immortalava qualsiasi cosa ritenesse degna di
essere ricordata. Viaggiavano sempre insieme Giacomo e Mara su e giù per l'Italia
- partendo da Venezia in automobile - a raccogliere gli allori dei loro lavori
sia in poesia che in prosa: una volta vinceva lui, una volta vinceva lei oppure
erano entrambi a salire sul podio, ma ogni tanto si muovevano anche per una
semplice segnalazione. Un pretesto, confessavano, per visitare uno di quei
tanti meravigliosi luoghi del nostro
Paese in cui non si andrebbe mai se, appunto, non costretti da qualche
piacevole circostanza.
Ed era
inoltre Soldà persona gentile sempre pronto ad aiutare: ho sempre in mente, al
contrario, un notissimo ed anche bravo poeta, autore di liriche
strappa-lacrime, sulla cui spaziosa automobile non sono mai riuscita a salire
neanche per mezzo chilometro perché perennemente ingombra – così diceva – dei
mobili dell'Ikea.
Di
Giacomo non conosco l'intera opera letteraria: forse non credendo in se stesso,
avrà tenuto tutto nel cassetto. Io di lui possiedo soltanto due deliziosi
libriccini uno in prosa ed uno in poesia - metrica perfetta - pubblicati però a
spese di qualche associazione che aveva riconosciuto i suoi meriti e donatimi
in uno dei tanti e a volte fortunosi incontri dovuti ai concorsi: ci capitò
perfino di essere confinati in un albergo dell'hinterland milanese - doveva
essere il più economico di tutta la zona - in cui ci vennero a “sdoganare” solo
alla fine della Cerimonia di Premiazione avvenuta in altro luogo. Però ricordo
le sue liriche apparse ai concorsi e anch'io, in qualche occasione, ebbi a
premiarlo.
Ciao,
Giacomo, riposa in pace. Di te mi rimarrà principalmente il tuo sorriso di
persona buona. Nella speranza che Mara sappia fare conoscere meglio e in più
larga scala la tua opera.
Carla
Baroni
Carissima Carla, ti ringrazio moltissimo per questa pagina. Ero all'oscuro della morte di Giacomo, che ho conosciuto molto bene negli anni in cui il nostro Premio si teneva a Venezia e avevamo la sede a Mestre. Ti assicuro che ho provato una serie di fitte al cuore. Conservo sue pagine sparse di liriche scritte a matite e un dono fatto con le sue mani. Ovviamente conosco anche Mara Penso e mi dispiacque quando i rapporti si interruppero. La vita gira in modo strano, a volte... Lo descrivi esattamente com'era, anti - presenzialista, poco convinto del proprio talento, umile e riservato. Un Poeta vero e chiuso nel suo mondo di versi, di sogni, di amore verso il prossimo. Un Poeta che ha visto il suo talento premiato con una onorificenza nel 2014 dal Presidente della Repubblica, che allora era Giorgio Napolitano... e sicuramente non ha ostentato il riconoscimento. Mentre scrivo i ricordi arrivano a fiotti e ti ringrazio ancora, Carla. Senza di te non avrei saputo nulla. Desidero esprimere la mia vicinanza alla famiglia e ricordare loro che Giacomo è passato solo 'nella stanza accanto', per dirla con Sant'Agostino. Ti abbraccio Carla e, insieme a te do il mio 'arrivederci' e il mio benvenuto' a Giacomo!
RispondiEliminaGrazie, Nazario, per avermi accolto ancora una volta sulla tua isola ma Giacomo lo meritava. Sto rileggendo alcuni deliziosi raccontini di un suo libretto in cui in una nota afferma di aver bisticciato parecchio a scuola con l'italiano e di essersi "rivelato" soltanto con i corsi di scrittura creativa. Ecco l'importanza di un buon insegnamento tanto raro oggi come una volta. Lamentazione questa di una vecchia insegnante che, nella sua carriera, ha incontrato tanti colleghi assolutamente impreparati. E adesso daranno la colpa al Covid...
RispondiEliminaCiao, ancora, grazie al mio Capitano di lungo corso.
Carla Baroni
Grazie Carla per il tuo ricordo affettuoso di Giacomo, mi ha fatto molto piacere e mi sono commossa veramente tanto. Giacomo era una persona meravigliosa, un bravissimo poeta, scrittore e disegnatore. Ha illustrato i miei due primi libri di favole e, con la sua grande generosità, prima di morire, anche se stava male, non ha rinunciato a disegnare per me per lasciarmi il suo ultimo regalo. Il mio libro di favole, che sarà dedicato a lui, uscirà solamente con cinque disegni, perchè, purtroppo, la vita non gli ha concesso altro tempo. Con le sue opere, Giacomo resterà per sempre nella memoria di tutti coloro che l'hanno conosciuto e stimato. Ciao Giacomo, sarai sempre nel mio cuore. Mara
RispondiEliminaRingrazio infinitamente le amiche per aver condiviso con me con tanta partecipazione il ricordo di un caro collega.
RispondiEliminaCarla
L’amico poeta se n’è andato. Ci mancherà la sua scrittura, e soprattutto ci mancherà la sua poesia, la fioritura di liriche che avrebbero ancora potuto germogliare dal suo animo. Ci mancherà anche come persona, Giacomo. Io ho avuto modo di incontrarlo in alcune edizioni del concorso poetico “Città di Spinea” indetto dalla locale Università Popolare, al quale entrambi abbiamo partecipato dapprima come autori, concorrendo al premio, e successivamente in qualità di membri della giuria. Mi è capitato poi di rivederlo qualche altra volta, specialmente in occasione di eventi culturali organizzati dalla medesima associazione. Non lo conoscevo in maniera approfondita, ma ho sempre avuto l’impressione di trovarmi davanti a un vero signore, gentile, discreto, generoso. La sua scrittura raggiungeva vertici notevoli, sia nella prosa elegante dei racconti sia nella raffinata composizione dei versi. E anche i suoi disegni erano magnifici, intrisi di quel medesimo sentire poetico che albergava nel suo animo. Ora lo penso sereno, senza più il gravame delle sofferenze patite negli ultimi tempi, a cantare versi eterni col suo sorriso buono, per raccontare, dentro al giorno che non conosce tramonto, la bellezza infinita di cieli nuovi e di terra nuova. Gli giunga, là dove si trova, il nostro povero ma sentito “grazie” per quanto ha saputo donarci quaggiù.
EliminaElda Gasparini