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domenica 23 maggio 2021

CARLA BARONI: "COSI' LEGGERO ' E' IL VENTO DI PONENTE"

Carla Baroni,
collaboratrice di Lèucade

 






Così leggero è il vento di ponente


Così leggero è il vento di ponente

adesso che è già prossima la sera.

Si estingue in trasparenze di profili

il lungo giorno quasi evanescente

quale cometa dalla lunga coda.

Sempre chiare non furono le ore:

avemmo pioggia, grandine, tempesta

e rari arcobaleni sul finire.

Ma noi arditi - i due orologi in mostra

come sulle facciate delle chiese

che a Malta van svettando verso il cielo

a confondere del diavolo gli intenti -

ci siamo spesso rialzati, il fango

s'aggrumava alle scarpe e alle ginocchia

ma poi d'un lago si trovava l'acqua

e si tornava a scandagliare il fosso

da cui sarebbe scaturito il pesce

quello dorato che ciascuno sogna.

Non lo trovammo, non ci fu medaglia

a questo nostro lavorio indefesso

ma trascorse il tempo, quel nostro tempo,

vano Moloch che tutto ingoia e opprime

nelle sabbie sue mobili di melma.

E siam contenti, un fruscolo di luce

svetta ancora tra gli alberi, risplende

il piumaggio leggero di un uccello

a svelarci quel braille dell'alfabeto

che nell'infanzia non sapemmo leggere.

 

 

 

7 commenti:

  1. Quanta ispirazione, Carla mia, in questi versi che come brezza marina spirano da occidente e carezzano le anime travagliate... "Sempre chiare non furono le ore:/avemmo pioggia, grandine, tempesta /e rari arcobaleni sul finire": racconti il tempo che ci è stato dato in sorte volando sulla leggerezza del lirismo e non posi mai il canto sul lamento o sull'auto - compatimento. Non sarebbe da te. Il trascorrere dei mesi, pesanti come passi dei diavoli, è paragonato all'antica divinità mediorientale, il Moloch, che ha il potere di esigere pesanti sacrifici, ma la chiusa in levare, è salvifica e sublime. Affidi alla natura, ai suoi miracoli, la cura: ed è quasi commovente pensare che una madre tanto tradita possa ancora tenderci la mano. Grazie di questo volo, amica cara! Sei una grande Poetessa. Ti abbraccio forte.

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  2. Stupenda Poesia eccellente Baroni!
    Una sinfonia di arie musicali in questo tuo vento di ponente, un'armonia che sale spontanea da un fresco racconto in versi.
    E' un piacere puro seguire il meraviglioso endecasillabo che scaturisce limpido come un rivolo di alta montagna....
    Doverosi complimenti e un affettuoso abbraccio.
    Edda Conte.

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  3. Care amiche, Maria ed Edda, grazie per il vostro continuo sostegno e sempre un grazie a Nazario che mi pubblica. Un abbraccio a tutti voi.

    Carla Baroni

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  4. Pasquale Balestriere25 maggio 2021 alle ore 05:26

    Sarà quello il vento che ci porterà via? Il vento di ponente? A me sta bene. Fresco quanto basta, sarà un piacere viaggiare in sua compagnia. E anche di questi versi, malinconici e memoriali che, mentre tracciano consuntivi, non perdono d'occhio la luce, cioè la vita.
    Pasquale Balestriere

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  5. Caro Pasquale, la metafora dà sempre adito a varie interpretazioni. Per questo mi piace e la uso spesso perché chi legge la traduce secondo il proprio modo di sentire. Qui "il vento di ponente" rappresenta tutto quello che ci è sembrato importante nella vita e per cui abbiamo strenuamente lottato ma che ora non ci importa più. Invece riusciamo a vedere e godere delle piccole cose quelle di cui non ci accorgemmo all'inizio dell'esistenza. Grazie , comunque, del tuo commento.

    Carla

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  6. Carla Baroni in questi endecasillabi oniricamente immaginosi ci offre un profondo "quadro" misterioso dell'esistenzialità contemporanea.
    Il vento del giorno è il "protagonista" fino a sera: lusinga e "penalizza" le ore declinandone scenari a susseguirsi; apre un affresco articolato su oggetti (orologi-scarpe-facciate) e gesti ritualizzati in ascese celesti a respingere le volontà demoniache; celebra un "fatto" (la vana ricerca di un pesce/sogno/obiettivo) ontologicamente presente nel tempo concesso dal Mostro che dopo annulla il tutto nel vuoto (sabbie mobili di melma...).
    Le "sabbie mobili" dovrebbero creare nella Poetessa uno scoramento lirico significativo, ma, al contrario, privilegiano l'attesa, il barlume residuale di un verticalismo mirabilmente luminoso dove la Natura prevale a svelare i segreti dell'infanzia, indecifrabile premessa al divenire dell'essere.
    Indubitamente dunque il "richiamo" onirico che la Poetessa oscilla tra "eccelsi" poetici e fatalismi inevitabili in una visione partecipe e complessa appartenente ad una contemporaneità duale.

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  7. Grazie a Marco dei Ferrari per il suo approfondito commento. Io di solito scrivo di getto ma mi porto dietro un bagaglio culturale che, attingendo dalla letteratura, viene spesso modificato dalla memoria. Qui il pesce d'oro è un chiaro riferimento al colombre di Dino Buzzati, scrittore che mi ha sempre colpito ma mi ha lasciato spesso con l'amaro in bocca per la fine tragica dei suoi racconti. Però questo non è facilmente intuibile data la trasformazione subita nello scritto dallo squalo. Questo per dare un esempio della difficilissima decriptazione dei miei testi. Però, come ho detto in un commento precedente, l'ambiguità serve in poesia ad adattare ogni lirica al lettore che così la sente propria. Spero sia capitato anche a lei che ringrazio sentitamente.
    Carla Baroni

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