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mercoledì 19 maggio 2021

EDDA CONTE: "BERNARDINO E IL MARE", RACCONTO

 

Bernardino e il Mare

 

Edda Conte,
collaboratrice di Lèucade

Il gelo aveva indurito il suolo roccioso, il ghiaccio rendeva pericoloso  ogni passo.

Prima toccò alla Mora; si udì un beeh prolungato all'infinito, mentre lui e l'altra capretta erano ancora lontano.

Panna prese ad arrampicarsi con tenacia , come se volesse portare aiuto alla compagna, ma l'uomo, che non aveva la stessa agilità, quando raggiunse l'apertura del burrone  si accorse che era ormai tutto finito.

Giù, giù dove iniziava una specie di gomito tra le pareti di rocce taglienti giaceva immobile un mucchietto bianco nero.

Bernardino urlò, urlò forte e angosciato, l'eco risuonò in tutte le valli sottostanti, ma nessuno si avventurò fino all'alpe.

 

*

Così Bernardino ha perso le due caprette, l'unico suo motivo di vita.

Ricorda  le giornate trascorse insieme, in perfetta compagnia , anche se ciascuno di loro impegnato a vivere al meglio le ore della propria esistenza.

Panna e Mora  strappavano le piccole radici  tra le pietre, ogni tanto sollevavano la barbetta  per fare un beeh  che echeggiava  nell'aria e si ripeteva  nel cuore di Bernardino... ; lui lo interpretava a suo modo , ma sempre  come segno di gioia.

Appoggiato al bastone da lui stesso intagliato, guardava lontano, dove nei giorni di sole vedeva splendere un azzurro che non era cielo. Non aveva mai visto il mare, ma sapeva che era una immensa distesa d'acqua senza né principio né fine.

Ogni volta era un sospiro:  "vorrei scoprire  dove finisce il mare. ..,un giorno  partirò e lo scoprirò."

E quel giorno venne.

*

Il sole appena sorto illumina le cime , mentre  le valli sottostanti sono ancora nella penombra  che avvolge  le selve in quel blu-viola che sa di triste.

 Bernardino , seduto  sopra  un vecchio tronco di abete che da sempre è compagno delle sue riflessioni, ha tanta incertezza nel cuore.  Una forza antica lo trattiene all'Alpe. I profumi, i colori, i suoni , l'aria stessa, tutto quello che è vita a quell'altezza non ha l'uguale, anche solo scendendo al borgo  storico, ormai quasi deserto. Panna e la Mora erano creature di quel mondo e lì resteranno per sempre. La neve coprirà  ogni cosa, anche il ricordo, a lui resterà solo la morte nel cuore. Perché restare?

Un bagliore lontano gli rammenta una vecchia promessa.

E' con un sospiro e cuore pesante che Bernardino si stacca dalla Baita e prende a scendere il monte. Porta con sé i pochi ricordi di una vita di solitudine e il nodoso bastone  intagliato mentre sorvegliava  le sue caprette al pascolo.

 

**

 

       ***

E’ la prima notte di Bernardino  davanti al mare.

Nel paesino di pescatori ha creduto di riconoscere il respiro della Natura, diverso  da quello che ricordava, ma ugualmente amico. 

Il mare è davvero immenso, bello  e forse infinito.... Gli sembra  che nasconda un mistero.  Resta a guardarlo a lungo, senza un pensiero. Non sa.

Nel cuore della notte un forte fracasso lo desta all'improvviso.

Si è spalancata la finestra e un forte colpo di vento entra da padrone, mette a soqquadro gli oggetti prima di uscire con sibili e schiocchi.

Bernardino si tira la coperta sul viso;  la stanza è illuminata dalla luna calante, il cielo è stellato , ma fuori infuria la bufera. Lui è abituato ai temporali di montagna accompagnati  da pioggia  tuoni e raffiche di vento, ma questo vento impetuoso , improvviso e invadente non lo conosce.

Si alza per chiudere la finestra e vede  uno spettacolo mai visto prima.

Il mare urla insieme col vento,  a brevi intervalli solleva alte colonne  spumose che oltrepassano la scogliera e  finiscono con fragorosi schianti sulla strada buia.               

 Ricorda lo scoppio delle saette che si scaricavano contro  gli abeti, talvolta  dando origine a piccoli incendi che la pioggia  subito  spengeva. Quelle tempeste  però  erano inverno, bastava che uno  chiudesse bene porte e finestre  e, davanti ad un bel fuoco nel camino, si sentiva  subito al sicuro.

Bernardino è curioso, vuole  andare a conoscere quel vento nuovo che in una notte  di luna  osa spalancare le finestre  per entrare  a spaventare chi dorme tranquillo. Si veste preso da un'ansia strana.

Sulla  battigia c'è una barca che la risacca porta avanti e indietro come per gioco.

Lottando contro la forza del vento di mare, l'uomo  avanza. con mossa  abile e veloce afferra  l'orlo della barca quando  lo scafo raggiunge il suolo sabbioso e lo tira a sé.  La barca  ora  è in secco, fuori dalla danza delle onde .

Tutto intorno è un vortice di sabbia, quel vento è in guerra non solo con il mare, ma contro la terra, contro  qualsiasi oggetto  o persona che si trova sul suo cammino.  Un vento quasi estivo che urla come fosse la Bora di Gennaio.

Da dove mai viene quel vento?

Bernardino è davvero curioso: decide di fermarsi  sulla spiaggia per cercare di  saperne di più.

 L'interno della barca è asciutto; lui si adagia sul fondo e guardando il cielo stellato ascolta la voce del vento.

 

 

***

 

Un tocco leggero  sulla fronte, come se una piuma si fosse  posata per una carezza. Bernardino  si solleva un poco  per appoggiare il gomito sull'orlo della barca e incontra un qualcosa  di morbido e liscio , come  un velluto. 

E' un corpo di donna, seminudo, col volto velato che splende attraverso la trama leggera. Sembra sorridere.

- Chi sei? chiede Bernardino.

-Nessuno,  risponde la voce.

-Ma perché sei qui?

- Per rispondere alle tue domande    - dice  la voce con dolcezza.  - Se  vuoi andare dove finisce il mare sali sul mio dorso e ti porterò laggiù.

-Prima dimmi , ti prego, Nessuno : Cosa trovo dove finisce il mare?

-Le tue caprette ti aspettano là  .

Bernardino  è scosso da un brivido forte. Si desta.   Si guarda intorno  .

Il vento è cessato. L'aria è tranquilla. Il mare  respira come se dormisse .                    

Ha dunque sognato? Perché si trova  dentro una barca?                                                                                  Ma quella voce, quel corpo  accanto al suo che non ha lasciato traccia, quel volto sorridente  dietro un velo...   Poi ricorda le parole: "..io ti porterò laggiù.."  e  poi :

" le tue caprette ti aspettano là.".......

Le prime luci dell'alba schiariscono il cielo   e la terra  ;  si illumina la superficie del mare. L'acqua è celeste chiaro , così come il cielo. Ora il cielo e il mare hanno lo stesso colore  ..Ecco  : il mare finisce dove comincia il cielo !                                                                                                                           .Dunque    il cielo e il mare  sono la stessa cosa, l'uno  dentro l'altro  ,                                 come la vita e la morte   .

Sul fondo di una barca Bernardino  si accorge di avere ritrovato l'amico di sempre  , il vecchio tronco  di abete  dove sedeva  per abbandonarsi ai tanti pensieri , alle innumerevoli domande senza risposta. 

Edda Conte   Maggio 2021

 

 

                                                                                                                           

 

 

                               

                                                                                                                                                                                                                                                                                

 

                                                                                                                                                                               

 

 

 

 

 

5 commenti:

  1. Seme mio d'amore,
    quella di Bernardino è una tua tipica narrazione utopistica, favolistica
    sulla scia del realismo magico di Calvino. D'altronde, amica mia bella,
    la favolistica rappresenta la madre putativa di ogni popolo, soprattutto
    se trattata con tale profondità e ricerca di senso. Il tuo personaggio nasce sulle Alpi,
    le ama, ma sente che la sua sete di conoscenza non è appagata e si avventura
    nell'ignoto per provare a comprendere l'incomprensibile, ovvero l'immensità, l'imprevedibilità,
    e il mistero infinito della distesa marina. Bernardino incarna l'ulissismo, inteso solo
    come volontà di viaggiare, di scoprire, che esiste in ogni essere umano. Lui non auspica
    il ritorno... vive l'eterno attimo del dubbio, altro elemento magico che coinvolge e commuove.
    Un tuo gioiello! Sei oltre le stelle, toc ad eden
    Ti stringo forte forte forte insieme al nostro inimitabile Mentore!

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  2. Ringrazio col cuore il prezioso amico Nazario per la sempre attenta e sollecita pubblicazione del mio racconto.
    Edda Conte

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  3. Ringrazio l'amica mia carissima Maria Rizzi per i suoi bei commenti( e lusinghieri)...; del resto noi due siamo un "tandem" bene affiatato, e corriamo insieme, sempre d'accordo.
    Un abbraccio.
    Edda (da lei detta "Seme d'amore" Wow!)

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  4. Edda Conte con la consueta elevata capacità artistica nel narrato, ci offre una riflessione descrittiva molto interessante. La storia di Bernardino e il mare infatti travalica ogni riferimento fabulistico per approdare ad una dimensione inaccessibile come la circolarità dell'Essere, che si ritrova nel "prima e dopo" di ogni esistenzialità permanente.
    Bernardino perde sue caprette Panna e Mora, ma riacquista il forte desiderio di lasciare un ambiente terrestre (ora deludente) per cercare l'infinitudine del mare che non si circoscrive mai.
    Il desiderio è il tema centrale del rapporto dell'autrice con la natura essere dipendente elevandosi a finalità ontologicamente circolare (come detto) dove la vita e la morte vivono insieme, avvicendano ogni istante, intrecciano nascita, sviluppo, terreno, per ritornare all'origine.
    Non esiste soluzione di continuità, la voce del nulla annuncia l'identità (cielo e mare) e l'attesa del mistero svelato o dell'incontro programmato.
    Un narrarsi quindi raffinato, ricco di temi e passioni, omogeneo dall'inizio al termine, celebrativo della profonda posizione dell'Essere che regola ritmici, sentimenti dell'autrice in un finale ecologico sorprendente (il vecchio tronco di abete).
    Edda è artista vera e si manifesta in ogni sua espressività poetico-narrativa.

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  5. Edda carissima. A volte succede che, provando una emozione, non sono in grado di esternarla al meglio con parole che, pur gridando, restano zitte e solo nel mio sentire. Questo accade quando leggo, con la voracità di conoscerne l’epilogo, i tuoi racconti che traboccano di emotività e di metafore di vita e per chi li legge, diventano proprie, per esperienze vissute, forse, o nella speranza di concretizzare sogni riposti nel cassetto alla ricerca della conoscenza, come nella situazione di Bernardino.
    Di recente un amico mi ha donato una poesia dal titolo “Chi siamo, dove andiamo ?” Così recitano i versi conclusivi:

    “… dove vai ?
    Vado dove va il mare ?
    E dove va il mare ?
    Il mare va dove nasce il sole.
    E dove nasce il sole ?
    ll sole nasce dove muore l’ombra”

    Il protagonista del tuo racconto è attore di sogni allegorici, alla ricerca di nuovi lidi sotto altri cieli, come ognuno di noi, forse, o come il viaggiatore della lirica di konstantinos Kavafis nel viaggio alla volta della sua metaforica “Itaca”.
    Che altro dire, Edda mia…
    Se il precedente racconto mi ha entusiasmato, questo ha toccato le corde del mio cuore trascinandomi nella visione della tua immaginifica fantasia
    Facendomi parte viva del racconto, ho percepito , come Bernardino, il profumo dei suoi monti e la salsedine portata dalla brezza di quel mare, immenso a lui sconosciuto, e con l’insegnamento del tuo racconto di vita, ho immaginato di poter lasciare, forse anch’io, orme profonde su quella battigia.
    Un caro abbraccio a te e un saluto particolare al nostro Condottiero Nazario.

    Lino D’Amico

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