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mercoledì 19 maggio 2021

GIANNICOLA CECCAROSSI: "ED E' UN MIRACOLO IL VOLO DEGLI UCCELLI"

In esergo la citazione di Pessoa ci introduce da subito nel cuore della poetica di Giannicola:


Sogno e strani poteri oscuri

assistono il mio sogno luminoso;

un suono quasi di pioggia incipiente

avanza verso di me con strepitoso sibilo;

ed ecco! Tutte le mie ore dimenticate

giacciono attorno a me come un velo di nebbia.


C’è tutto in questa breve pericope testuale: l’amore, la vita, la memoria, il tempo che passa e che ingoia le ore, i giorni; il poeta riflette, medita, sui colori e le forme, sui tempi passati, su ciò che non abbiamo fatto a tempo a ricuperare. Quanti sono i luoghi e le occasioni importanti che il nostro andare frenetico calpesta senza rispetto. E’ su queste occasioni che il poeta torna, e che si sforza di riprendere per portare a galla: “E aspettare è l’unico presagio/ al tempo che avvizzisce fra le mani…”. D’altronde siamo umani e come tali soggetti alla precarietà del tempo e della vita. Non possiamo vedere oltre la siepe, non possiamo sorpassare il limen se non vogliamo sperderci nei meandri del nulla: “E i sogni non sono più sogni”. D’altronde non c’è possibilità visionaria per  noi terreni: non possiamo leggere il futuro ¨Sarò pronto/ quando il tempo avrà richiuso in uno scrigno/ anche il mio stesso spirito”. Si sa che l’esperienza vitale ha un limite, e che la vita non lascerà dietro di sé nemmeno i ricordi; le memorie se ne andranno a far compagnia ad un corpo  soggetto a declinare. Si spera nella luce, e che l’ultimo passo possa essere      compagno del lucore: “non fatemi spegnere al buio!/che sia la luce a togliermi il espiro”. Una silloge in cui primeggia la meditazione, il pensiero su Eros e Thanatos, sull’amore, la solitudine, il destino, le memorie; e non è che il pensiero della vita, passata o a venire, porti consolazione, quando la solitudine splende con l’amore negli occhi: “Eravamo soli!/ eravamo soli con l’amore negli occhi”.    

Nazario Pardini


1 commento:

  1. Carissimo Nazario con questo precedente sublime sarà davvero difficile fare la mia lettura partecipata dell'ennesimo capolavoro dell'Amico Giannicola Ceccarossi. Hai toccato tutti i tasti salienti della Silloge e hai volato a quattro ali con l'Autore nel cielo altissimo della Poesia. Mi ripeto... un Poeta che legge un Poeta è altra storia! Vi abbraccio forte entrambi!

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