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martedì 18 maggio 2021

MARCO DEI FERRARI: "MAMMA PER SEMPRE"

 MAMMA PER SEMPRE


Donna di prole

amore mistero

dolore stupirsi

presagio raggiarsi

catarsi soffrirsi

mamma promessa

fonte d'incanto trasfondi

vorticarsi calvario

offrirsi travaglio

svelarsi barbaglio

d'eterno lucciola sfavilli

trasceso destino ignori

madre sorgente

lancinoso silenzio

affannoso implorarsi

t'abbandoni gemendo

cigolante respiro

seme elevarsi

germoglio di lampo perpetui

che l'Essere sommo ridesta

Marco dei Ferrari

5 commenti:

  1. Marco caro, in questi versi ti ho seguito senza alcuna difficoltà, con ammirazione e senso di assoluta condivisione. Nel tuo linguaggio innovativo hai musicato la storia di tua madre, d'ogni madre, e l'arrivederci, che dà il titolo alla lirica e ne rappresenta l'essenza. La chiusa, che è Poesia in se stessa, racconta l'eterna vicenda del grembo dal quale si nasce e al quale si torna. Una madre resta 'nella stanza accanto', per dirla con Sant'Agostino, più di qualsiasi altro affetto, perché è stata 'seme' e ha dato germogli che continueranno a dare semi... Lo racconta la madre per eccellenza, ovvero la Terra, alla quale, da filosofo, credo tu faccia chiaro riferimento. Mi hai coinvolto emotivamente. Ti ringrazio per questo atto di grande altruismo e di purissima ispirazione e ti abbraccio!

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  2. Forse per onorare il giorno della Mamma ecco qui un saluto meraviglioso che suona come ennesima laude alla madre di tutte le madri.
    Nella storia stupenda e drammatica di Maria Vergine la storia del mondo, attraverso il mistero, il sacrificio, l'amore di una Donna senza peccato.
    La griffe del Poeta Marco dei Ferrari è sempre quella del verso che singhiozza,chiusa nel bozzolo del suo innovativo concepire la poesia, originale, sperimentale, del tutto personale.
    Il significato di ogni immagine tuttavia si apre alla sensibilità di qualsivoglia lettore che non limiti la sua attenzione alla tecnica o alla consueta tradizione del verso.
    Colgo in questa composizione un grande afflato religioso che si esplica in una scelta lessicale di sublime pregnanza.
    Edda Conte

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  3. La poesia di Marco nasce da un'esigenza, per così dire, "impersonale". Il che non significa "ferma al dato oggettivo", ma significa semplicemente "tesa all'azione". E' come se il poeta volesse dirci: "Ecco, vedete, questo accade, questo si fa...". Il soggetto è incluso nell'oggetto, e viceversa. Lo psicologismo è fuori giuoco, ma l'oggettivismo pure. L'uso del verbo all'infinito (in forma intransitiva, per giunta) sembra confermare il desiderio dell'autore di litarsi ad osservare i fatti così come sono (le "cose in carne ed ossa", per dirla con Husserl), dando scacco matto ai pregiudizi, ai miraggi e agli stati morbosi della psiche umana. Si sbaglierebbe tuttavia a pensare ad un trionfo del piano oggettivo in senso stretto (nel solco dei minimalismi postmoderni, per intenderci), ai danni della spiritualità. Al contrario, il poeta vuole dirci che il piano fisico è intriso di spiritualità: quella che non si lascia invischiare nelle panie e negli inganni della mente umana, ma che, proprio per questo, guizza invitta nella storia e nella realtà. La figura che affiora in questi versi non è la mamma, come potrebbe sembrare, ma la maternità nel suo dolore vitale, nella sua capacità di spezzarsi come il pane per dare vita ad altri esseri.
    Franco Campegiani

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  4. Leggere l'analisi di Franco Campeggiani è una fonte di estensività filosofica applicata al modello di ogni esponenzialità sensitiva. La spiritualizzazione oggettiva per Franco si trasforma in soggettività di ricerche e dettagli che da Hasserl al minimalismo attraversano società impressioni personalismi significati. Lo ringrazio per due motivi: aver esplorato l'essenzialità profonda del pensiero sensibile e avere connesso intrinsecamente tutte le dimensionalita dell'essere. L'interpretazione metafisica di Edda Conte delineata nel suo pregevole commento, merita la massima attenzione e valutazione possibile. Ne risulta la connotazione più densa e finalizzata della mamma oltre ogni schematismo teoretico, ma semplicemente posta nel contesto contemporaneo, ma le varie angolazioni rappresentate. Edda coglie nel Mistero dell'amore la chiave più radicale di lettura e ne trasfonde gli effetti interrogativi nel processo esistenziale che viviamo dall'alfa all'omega. Marco dei Ferrari

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  5. Maria Rizzi celebra il suo procedimento analitico con un'ampiezza orizzontale senza pari.
    Sottolinea la musicalità di un "evento" ricco di micro-episodi trascendentali nonchè l'esteticità di una vicenda eternamente in divenire che riduce gli effetti linguistici.
    Infatti non è possibile umanamente rappresentare l'accaduto se non oggettivando nel concreto manifesto dell'attualità fine a se stessa.
    Inutile cercare la via d'uscita, tentare la risposta ("scontata") che non risponde: solo l'elevazione della figura/immagine (la Madre) può rivelarsi pregnante e soddisfacente e Maria acutamente si cimenta, elabora, ricolloca, reagisce al dubbio per eccellenza.
    Grazie

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