Maurizio Donte, collaboratore di Lèucade |
Mi soffermo sovente, molto volentieri, a leggere le splendide composizioni di Mariangela Costantino, affascinato come sono dall'uso sapiente e libero che lei fa del polimetro, riversando in esso le immagini prodigiose del suo intimo sentire, sotteso da uno struggente filo di malinconia che la lega ai suoi ricordi.
Un lento dipanarsi di settenari,
endecasillabi, doppi settenari, senari, novenari, decasillabi e quinari che si
susseguono dolcemente nel fluire sonoro della memoria.
In un mondo sospeso tra sogno e realtà,
Mariangela ci prende per mano, conducendoci con estrema delicatezza nella sua
vita, in un percorso magico, in una atmosfera densa di emozioni, se pur
permeato da una consapevolezza dolente per l'ineluttabile trapasso della vita,
per i sogni irrealizzati, per le occasioni perdute, per i pesi dei dolori, i
lutti, che inevitabilmente costellano le nostre esistenze (nelle tasche le
pietre testimoni del passaggio).
Ma "Panta rei" ci dice
Mariangela: tutto scorre nella vita, come l'acqua, le nubi al vento, sotto lo
sguardo della poetessa che si guarda, e ci guarda, con la lente della saggezza
che nasce dall'esperienza di una vita, realizzando infine che l'esistenza va
accettata come dono, nella gioia come nelle avversità, e che pure nel dolore si
trova la dolcezza del ricordo: i lampi della giovinezza, le illusioni che
permangono nonostante le delusioni; illusioni per cui si continua a sentire una
sottile nostalgia.
Disperdimi ovunque
Disperdimi ovunque
vento della pietà
in cima alla collina lassù verso i
rilievi
al mare al cielo
tra mura di case sperdute
sui rami vischiosi del gelso
in un frammento di orizzonte
nell'attesa del sereno tramonto.
Tornerò da paesi lontani
con la pena più lieve
nelle tasche le pietre
testimoni del passaggio.
Affama l'ora del ritorno
la dimora non ha più pareti
il coro del silenzio mi contiene
e i poeti amati fanno compagnia.
Tutto scorre anche la nube
riflessa al filo d'acqua
il tempo dà lo sguardo
questo lasciarsi vivere
nella discesa lenta
nella fiacca dolcezza del ricordo.
Mariangela Costantino
Da "Il luogo dei perduti"
grazie Professore
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