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lunedì 2 agosto 2021

NAZARIO PARDINI LEGGE: "DENTRO L'URAGANO" DI FRANCO CAMPEGIANI



FRANCO CAMPEGIANI. DENTRO L’URAGANO. PEGASUS EDITION. 2021


(…)

Ma non si sfalda quest’atomo pianeta,

anche se la terra trema

e i mari imputridiscono

e si snervano i cieli

ai lampi nucleari.

Tutto tornerà al suo posto, vedrai.

Non può distruggere l’uomo,

né costruire, altri che se stesso (TUTTO TORNERA’ AL SUO POSTO).

 

Iniziare da questa citazione testuale significa mettere in rilievo le caratteristiche formali-contenutistiche (iperboli, sinestesie, metafore) e quei giochi formali che si ripeteranno  nel corso della silloge. Qui Campegiani sfodera tutto il suo pensiero sulla terra, sul ruolo dell’uomo nei suoi confronti, sulla distruzione dell’ambiente, di un uomo che non può costruire   altri che se stesso. L’opera pubblicata per i caratteri di Pegasus Edition nel 2021, come vincitrice del premio editoriale Golden Selection 2021, mette in risalto le tematiche care al poeta: ecologiche, esistenziali, psicologiche, paniche… riguardanti il suo stile. E’ qui che si esalta la funzione del poeta, il ruolo nella versificazione; l’autore rivela la sua funzione attiva, fattiva nella silloge, la sua partecipazione, il suo mondo, il suo pensiero, il suo modo di vivere e il suo rapporto con l’ambiente che lo circonda. Al contrario di alcuni pensatori che vorrebbero la poesia neutra, impersonale, passiva, senza riferimenti all’io pensante, intraprendendo una rivoluzione di positura prosastica; qui l’autore guida la sua storia, mettendola in risalto, con tutta l’energia personale: “… Dio è tutto e niente,/è  dovunque e da nessuna parte/Tocca a noi  di amare, di vivere e morire”(Capodacqua).     

Scrivere sulla poesia di Franco Campegiani significa parlare della sua terra, di un  viaggio che attraversa spazi di vigne, prati di erbe verdeggianti, di anime che volano irrequiete su borghi strizzati fra mura, di  anime che vorrebbero il cielo a terra,  orizzonti aperti su campagne assolate, e prati attorno  a quelle case, slarghi al posto di strettoie che le vincolano ad un pianto su luoghi ristretti. Franco ama la madre terra e con essa illumina tutta la sua cultura. Il suo è animo sano, incontaminato dalle nubi di una città che ha perso i principi di antiche civiltà in preghiera ai bordi dei raccolti per propiziare le piogge. “Il poeta ha dentro un grido selvaggio,/ una bomba inesplosa di vita,/un tuono che si srotola/ da distanze sconosciute…/ Dai miei elementi invisibili m’invade/ un’acqua impetuosa, sorgiva”. Il Dentro l’uragano, che fa da titolo alla raccolta, esprime un verseggiare armonico e  concreto. Sta qui la bellezza del suo canto, sta in questi versi puliti e ontologicamente attinenti al suo mondo esistenziale, dove logos e pathos si alimentano a vicenda per la visualizzazione del poema.  Le sue composizioni da Lettera a Pier Paolo, da Sartre borghese mascherato, fino all’ultimo canto IL NONNO STA SCHELLEY, si snodano su un percorso di ampia e profonda sapienza culturale, dove si fanno alimento di versi importanti nomi della letteratura universale. E il tutto avviene con l’uso di un linguismo sciolto e articolato, dove il sintagma, il fonema, e l’etimo alimentano il discorso in modo attinente e congruo, e dove In frecce nel  cuore   si raggiunge  un momento di alto lirismo: “Manchi e sei qui/ tu pensiero tenace/ tu soffio incerto di nuvole/ più potente del tornado”. Una silloge di elevato sapore lirico, dove l’anima poetica spazia da una forma epigrammaticamente conclusiva ad un contenuto di ampio raggio umano. Questo è Campegiani, questo il suo dire, questa la sua vicenda poetica che lo rende uno dei più grandi interpreti della poesia contemporanea, senza citare il ruolo filosofico e critico che lo impegna quasi quotidianamente con interventi di rara portata culturale.           

Nazario Pardini

*

 

 

 

 

           

3 commenti:

  1. Nazario carissimo, sono molto emozionato. Ottenere, ancora una volta, da te, attenzioni di questo tipo è a dir poco esaltante e fa toccare il cielo con un dito. Ti sono immensamente grato, soprattutto per il fatto di sottolineare la stretta connessione esistente fra il mio pensiero filosofico e il genuino respiro poetico che vibra nel mio mondo interiore.
    Franco

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  2. Splendida esegesi del Maestro del lirismo di Franco Campegiani, che conosco da quasi vent'anni, ovvero da quando lo incontrai per la prima volta. Il Poeta affresca l'amico Poeta recitando: "Franco ama la madre terra e con essa illumina tutta la sua cultura. Il suo è animo sano, incontaminato dalle nubi di una città che ha perso i principi di antiche civiltà in preghiera ai bordi dei raccolti per propiziare le piogge", e coglie un punto fermo dell'arte di Franco, il tema dal quale parte e al quale fa ritorno. Esiste nel suo lirismo la speculazione filosofica, l'amore - nelle poesie d'amore il Nostro sa essere straziante, passionario, sanguigno -, ma lo stesso sangue lo si riscontra nelle poesie dedicate a madre - terra. Franco difende l'ambiente da sempre e la sua lotta in questo momento storico è rilevante quanto una rivoluzione. Complimenti al nostro Maestro e al Poeta, che dà alla luce la sua ultima creatura. Li abbraccio entrambi con immenso ammirato affetto.

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    1. Carissima Maria, forse è eccessiva questa mia intromissione, visto che il tuo commento è rivolto alla stupenda esegesi del nostro Capitano e Maestro Nazario Pardini. Permettimi tuttavia di ringraziarti, dal momento che parli di me mettendo magistralmente a fuoco le pulsioni della mia scrittura. E' vero: l'amore per la terra (il "terrestrismo" potremmo anche dire) è il mio vero faro. Tenendo conto che cielo e terra sono un tutt'uno, e ciò riporta l'attenzione sull'attrazione dei contrari, che è solo un altro modo per nominare l'amore.
      Franco

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