La fine di un ciclo è sempre momento di riflessione, di morte
e rinascita. Al di là di ogni parola, che possiamo dire o tacere, conta la
nostra Essenza. Lo so, anche dopo tanto bene dato e ricevuto, anche dopo tanti
momenti vissuti insieme, possono giungere incomprensioni e disarmonie, a volte cattiverie.
Noi tutti ci diamo delle regole e, probabilmente, riteniamo che siano le
migliori. Gli altri, però, hanno le loro regole e allora occorre comprendere,
comprendere e comprendere. Questo è il punto cruciale di una relazione umana.
Relazione: parola chiave che equivale a legame, vincolo reciproco. Quando la
reciprocità decade non può esserci relazione. Dobbiamo meditare serenamente su
questi aspetti a tutela del nostro benessere. A noi basti la nostra sincerità,
l’afflato che ci nutre e si nutre a sua volta dall’Amore incondizionato nato
dilettamente. PATRIZIA SREFANELLI,
COLLABORATRICE DI LEUCADE
Porgo, in rappresentanza del Premio Nazionale Mimesis di poesia, i migliori auguri di BUON
NATALE E FELICE ANNO NUOVO a tutti gli amici del blog Alla volta di Leucade e in particolare a te, Nazario, presidente
del Premio, amico fedele, poeta e mentore.
DI
ARTE CULINARIA, D’AMORE E DI POESIA
Sono certa che la poesia e la cucina
siano strettamente legate. Un buon poeta deve fare buona cucina (sono
convinta), il bravo cuoco è certamente un bravo poeta.
Avendo tutti gli ingredienti, i
recipienti e le fonti energetiche per la cottura, volendo, potremmo preparare
una pietanza. Pietanza è derivazione di pietà: ha un significato grandioso. Non
solo il pasto che sazia (magari un po’ sbrigativo), ma una vera e propria
grazia, qualcosa di speciale.
Quanto sia o non sia gradevole dipende
da diversi fattori: dalla qualità degli ingredienti (ci sono uova e uova, carne
e carne, pesce e pesce, ecc.); dalla qualità del recipiente (per la pasta e le
verdure saltate in padella si presta allo scopo l’alluminio, per un ragù
eccellente, o una zuppa, il coccio riserva prelibatezze). E il calore, oh come
non parlare del calore? Alla brace, al forno (ventilato o no), al fornello a
fiamma bassa o alta, perfino flambé, ecc. E poi, cosa più importante le
virgole, ehm, volevo dire le cipolline o l’aglietto, il lardo di colonnata, il
prezzemolo o il basilico o il rosmarino! Ma quello che cresce in collina, ben
più profumato di quello che si trova scendendo verso il mare; il suo profumo
sgorga dalla roccia e sale per i rametti e per l’aria inebriando il naso, che
si strugge. Mi ricorda qualcosa, non so qual canto, che parla di una fonte la
cui acqua sale per i rami di un albero.
Mica logico? Chissà dove l’avrò letto,
quale penna l’avrà mai scritto?
Per non parlare delle ricette! Intere
enciclopedie della cucina ci dicono come cucinare qualunque poesia, ehm, volevo
dire cibo. Nel WEB basta andare nel sito di giallozafferano o in FB in qualche
gruppo d’élite. Ah, e Master Chef? Dove
lo mettiamo? Mmh, troppi intrugli e stranezze, mi viene spesso da pensare.
Chissà cosa direbbero quelle grandi autorità della cucina se assaggiassero le
spannocchie (pannocchie o canocchie, come le chiamate?) con i broccoletti, che
preparo con una ricetta centenaria. Centenaria… mmhhh. Eppure, mai prima delle
mie ultime prove culinarie, avevo accostato le melanzane ai gamberi. Chi
l’avrebbe mai detto? E le cozze con i fagioli? Pare un’assurdità, vero? Ma
soltanto chi non le ha assaggiate non sa cosa si perde. De gustibus… Ecco,
all’oggettività di una composizione culinaria o poetica accorre la
soggettività: il gusto, la sensibilità, la cultura, la transfrastica. Tutto
diventa verità personale e condivisione necessaria, consolatoria, che ci porta
il sapore dei cibi o – magia – il tono delle parole.
Ebbene, gli ingredienti potrebbero
essere gli stessi per tutti. Ad esempio, una cipolla di Tropea è una cipolla di
Tropea, ma ‘come’ la usi, lo decidi tu. Il suo sapore è il significante
purissimo che accostato allo zucchero di canna ha il suo perché: significa
agrodolce capace di trasformare una semplice fettina di pane in un crostino delizioso
di poesia.
Ci vuole Amore per la cucina,
sensitività, fantasia, intuizione e un po’ di attrezzatura utile al mestiere.
Orbene, anche la poesia è così:
Amor mi spira, noto, e a quel modo
ch’e’ ditta dentro vo significando.
Questo dice Dante a
Bonagiunta nella VI cornice del Purgatorio, là dove ci sono anche alcuni golosi
poeti che hanno sempre fame e sete (ecco dove ho letto quel canto che parla
dell’acqua che sale).
La poesia è ricetta dettata da Amore, come la cucina! Amore è
possibilità, cura, sostegno, in grado di assumere una varietà di forme
complementari. È sogno. Nel sogno la gente, le parole, gli oggetti… sono gli
stessi della realtà cosciente, ma il poeta-cuoco-sognatore combina gli elementi
in una visione totalizzante, espressione della logica dell’inconscio, per
giungere a significati nuovi, a nuovi stili. Bisogna esercitarsi, provare,
provare, provare (cito da Non ci resta
che piangere) a vivere cogliendo la Bellezza là dove essa, a volte, si
cela.
La Bellezza
Molta gente ho sognato:
con la spoglia festiva
stava sopra un
gozzetto
che passava di poco
lontano
da una cala rocciosa.
Posidonia spiaggiata
si faceva ricamo e
barriera.
Noi, tra annosi
ombrelloni,
cercavamo lo spazio
per un quieto ristoro
ottobrino.
Nessun posto pareva
adeguato.
Una voce diceva alla
gente
della tanta Bellezza
perduta,
di quel lido nascosto
a più sguardi.
Vidi allora, da un
alto prospetto,
donne e uomini
scendere in mare
e bagnarsi fin giusto alla
vita.
Camminavano insieme
decisi
a incontrare la riva;
tutti in blu come
eterna sembianza
con le bianche camicie
li vidi.
Trovai il posto e ci parve assai buono.
Patrizia Stefanelli
Sempre così originale la mia Sorella d'Anima. Una donna che possiede la chiave per entrare nei cuori e per superare tutte le situazioni. Qui dà prova di spiccare in creatività anche nel porgere gli auguri natalizi. La 'chiave' per essere diversa le appartiene da sempre. Siamo particolarmente vicine in questi giorni ancora duri... povere speranze o... viva le residue speranze? e io l'abbraccio con affetto infinito insieme all'associazione che ha fondato con tanto amore e segue con professionalità rara.
RispondiEliminaGrazie a Patrizia Stefanelli, grazie per l’originale racconto metaforico di saputa saggezza che muove tra ars poetica e ars culinaria: un sorriso in questo mondo inquieto e drammatico che per autoconsolarsi sprofonda ancor più dolorosamente nella melassa o nell’ira dolorosa:
RispondiElimina“occorre comprendere, comprendere e comprendere. Questo è il punto cruciale di una relazione umana. Relazione: parola chiave che equivale a legame, vincolo reciproco.”
Questo è l’augurio che mi sento di condividere con Patrizia S. e i lettori di Leucade, ed in particolare con Nazario, poeta, amico ed infaticabile presenza e guida del blog cui siamo tanto affezionati.BUON NATALE.
Grazie a Nazario per la pubblicazione che mi ha consentito di porgere gli auguri alla comunità di Leucade e grazie a Maria - la chiave- e a Maria Grazia, sempre attente e generose. Una relazione è vincolo reciproco. Buon Natale!
RispondiElimina