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mercoledì 19 gennaio 2022

CLAUDIO FIORENTINI: "I CAMBIAMENTI CHE STIAMO VIVENDO"

Claudio Fiorentini,
collaboratore di Lèucade

 

I cambiamenti che stiamo vivendo (seconda riflessione)

 

Il settore motoristico è forse quello che, oggi, sta trasformandosi di più. Un motore (che sia per navi, barche, piccoli aerei, camion o automobili) è fatto con leghe metalliche che devono essere fuse e poi modellate a temperature elevatissime, per costruirlo si impiegano strutture ad impatto ambientale quasi disastroso (pensate alle acciaierie). Una volta prodotti i cilindri, il monoblocco, l’albero motore eccetera, i vari pezzi vengono assemblati e viene fuori il complicatissimo gioiellino che brucia combustibile e produce movimento. Ma brucia combustibile, e questo è un problema. Per questo, oggi, si sta passando dal motore a combustione al motore elettrico. Dal punto di vista produttivo cambia moltissimo: le parti del motore, invece di dover contenere in un cilindro lo scoppio di un combustibile compresso da un pistone, saranno magneti e bobine che non bruciano nulla e la rotazione (o il movimento) nascerà da un campo elettromagnetico. Che meraviglia: un elemento che ruota all’interno di un elemento che rimane fermo, in mezzo il mistero dell’elettromagnetismo, una batteria ricaricabile e nessuna esplosione. Qui vi voglio: occorre un magnete! E una batteria! Si direbbe, infatti, che il motore elettrico non inquina, non brucia combustibile ed è strutturalmente semplice rispetto al motore a scoppio. Infatti lo è! Ma se la produzione dei componenti di un motore a scoppio impegna enormi risorse in acciaieria, la produzione dei magneti implica che si estraggano sempre più “terre rare”. L’estrazione e la raffinazione di queste terre è in esponenziale aumento, eppure pochi sanno che compromette l’ambiente di estrazione e che il processo di raffinazione è estremamente inquinante. Da un’altra parte, oltre a dover estrarre le materie prime, occorre produrre molta elettricità per far funzionare questi motori e le centrali eoliche o i pannelli solari hanno un impatto ambientale spaventoso, sono poco efficienti e hanno problemi di smaltimento nel momento in cui richiedono la sostituzione. Inoltre, per essere prodotti, usano anche questi le così dette terre rare.

Insomma, occorre tanta corrente e i sistemi che abbiamo per produrla, se sono ecologici, ne producono assai poca a fronte della devastazione di milioni di ettari di terra (con impatto spaventoso sulla biodiversità) e di meravigliosi paesaggi (beh, immaginate Venezia o Firenze con le pale eoliche sullo sfondo).

Per questo c’è chi paventa un ritorno al nucleare che forse ha un impatto ambientale minore, ben sapendo che occorrono decenni per avviare una centrale e che il rischio disastro, in caso di incidente, è a livello estinzione dell’umanità (ricordiamo Fukushima o Chernobyl e moltiplichiamo il rischio disastro per il numero di centrali che potremmo avere in più).

Dopo questa lunga introduzione, vale la pensa fare una considerazione che riguardi il campo del lavoro: le acciaierie dovranno produrre molti componenti per motori elettrici e meno monoblocchi e pistoni, ma non credo che lavoreranno di meno. Lavoreranno moltissimo, invece, i produttori di magneti e i produttori di batterie. Attenzione, però: la maggior parte di questa roba è prodotta in Cina. Non solo, le materie prime sono estratte e lavorate in prevalenza da industrie cinesi e l’Europa entra in gioco solo marginalmente. Ma oltre i pezzi di motore, cosa abbiamo? Ovviamente la progettazione, la ricerca, l’assemblaggio (questo in gran parte robotizzato, e i robot prodotti con terre rare e carinerie simili). E qui viene il problema: ricerca, sviluppo, progettazione eccetera… sono lavori molto tecnici, tanto software, tanta matematica, tanta ingegneria… e poi c’è il design, il tocco magico dell’architetto o dell’artista (quello non deve mancare mai), ma resta una nicchia. In questo processo evolutivo l’operaio latita: sempre meno operai, sempre meno manovalanza e questa sempre più all’estero proprio per il discorso delle terre rare eccetera. Parliamo chiaro: i componenti principali dei motori elettrici sono magneti e bobine, localmente verrà progettato molto e prodotto ben poco.

E oltre questo, cosa c’è? L’ambiente, per Diana… in tutto questo discorso non può mancare un occhio di riguardo alle professioni e ai lavori che si creeranno quando la questione ambientale sarà presa veramente sul serio: controllo, monitoraggio, pianificazione, imballaggio, economia condivisa, smaltimento dei rifiuti, rifiuti tossici, riduzione di uso delle risorse ad alto impatto ambientale, aumento delle misure di sicurezza, studio sul futuro, acqua, aria, terra e fuoco… ecco una cosa di cui non abbiamo parlato: l’acqua! Ce ne sarà sempre di meno e ne servirà sempre di più. Dove trovarla se la desertificazione avanza? Come conservarla? Come purificarla se è sempre più acida?

Insomma, il punto fermo rimane questo: il mondo potrà vivere ancora per qualche secolo solo se sappiamo dove trovare l’acqua, come proteggere la terra, come pulire l’aria e come controllare il fuoco che sta desertificando la nostra amata e mai rispettata Terra. E i lavori del futuro devono girare intorno a questo assioma, altrimenti finisce male!

Claudio Fiorentini

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