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sabato 29 gennaio 2022

PASQUALINO CINNIRELLA: " PENSIERO SU NAVIGARE DI EDDA CONTE"


             PENSIERO su NAVIGARE e LA DANZA DELLE FALENE di EDDA CONTE

Leggere, per poi esprimere un pensiero sulla poesia di Edda Conte procura piacere inaspettato specie per chi ama e fa poesia e al tempo stesso diventa laborioso se non ostico per le tante, ma tante sfaccettature di movenze psico-esistenziali (e non solo) che la muovono e che la stessa riesce, con padronanza all’uso degli strumenti poetici, a definirle  in versi che, a mio avviso, palesano un ermetismo strutturale morbido ed armonico.  L’autrice è una poetessa fertile e che da tempo ha acquisito uno stile proprio che la contraddistingue non tanto per le tematiche trattate che vanno dall’amore per la vita nella sua globalità a quello della bellezza nella sua infinita varietà. Tali amori, interiorizzati, divengono un continuo canto, la fonte inesauribile del suo dire e sentire poetico. Così per la solitudine interiore e quotidiana. Un ruolo consistente nel suo versificare ha la memoria, i ricordi  per definirne, di allora, i sogni di fanciulla e/o di giovane donna, quegli stati d’animo sentiti e vissuti; nonché le inquietudini esistenziali con i suoi perché; ma quanto per lo stile sapientemente “asciutto” e netto che ne determina la non eloquenza, la parsimonia, il non spreco descrittivo mirando  direttamente all’essenzialità, alla pura espressività, senza giri di parole o ghirigori verbali messi in atto per abbellire il verso o per accattivarsi il lettore. Si noti, in proposito, la quantità ridotta, striminzita dei versi che compongono ogni testo che raramente supera i dodici/quindici o più versi. In questo, credo, stia la sua diversità dalla poesia contemporanea soprattutto femminile. In definitiva desidero evidenziare, come ho scritto in altre occasioni, che la Edda Conte non fa certo poesia “strappa lacrime” poggiata su un sentimentalismo (consentitemi il termine) –sdolcinato-, ma una poesia, appunto, “nuda”, priva di contorni, di supporti poiché si regge da sé per la compattezza strutturale.  E’, quindi, una poesia si “personale”, dell’interiorità ma che non scade nell’intimità più profonda se non velatamente come -toccata e fuga- pur conservando la purezza e la genuinità del suo sentire. Da notare che nelle due sillogi “NAVIGARE e LA DANZA DELLE FALENE, (omaggiatemi) i testi poetici sono tutti privi di titolo. Ciò, a mio avviso, ne avalla ulteriormente quanto sopra espresso. Dicevo all’inizio, che la poesia della Nostra palesa un certo ermetismo morbido ed armonico che fa sì che il lettore senta l’esigenza della rilettura per una riflessione ulteriore e più approfondita per via di quegli assunti lapidari posti spesso a –chiusa- del testo: “la leggerezza esorcizza/inesorabili chiusure. (Navigare pag. 64), “Arcaici segni/a mordere la coscienza/dentro un vuoto”. (La danza delle falene pag. 28). Pertanto,

 

dal punto di vista etico–esistenziale la poesia di E.C. è un continuo far pensare, riflettere e perché no meditare sia sulla esistenza individuale che dell’umanità tutta col megafono dei versi. Concludo dicendo che al primo impatto la poesia della Nostra può sembrare scritta di getto, immediata, né elaborata poi, dettata appunto dalla genuinità dell’attimo creativo e di quel sentimento che ha dato origine all’ispirazione. Ciò, può essere dedotto anche dal fatto che l’autrice, forse, non obbedisce, se non raramente, alle norme metriche. Dietro le quinte però, vi si scorge un lavorio di sfoltimento copioso al fine di rendere ed offrire al lettore un testo “commestibile” e pronto, come pesca matura e già pelata.  

                                               Pasqualino Cinnirella

Caltagirone: Aprile 2019   

 

 

 

 

1 commento:

  1. Ringrazio con calore l'amico di anima di mia madre Edda Conte, che ha voluto e saputo leggere il pensiero poetico dell'autrice, un pensiero che ritrovo nella sua forma primordiale leggendo le tante pagine di diario che mia madre ha lasciato e che spero riuscirò a far volare trasformate in una biografia dello spirito.
    Grazie anche al Prof Pardini che con con passo delicato, come sempre, continua a perpetuare la creatività di mia madre sulle pagine del blog
    Isabella Conte

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