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martedì 15 marzo 2022

CLAUDIO FIORENTINI: "PASOLINI A CAPTALOONA



La parte più interessante di un’opera è quella che non si vede. Raramente la si intuisce e difficilmente la si riesce a ricostruire. Ma c’è, ed è presente in tutti i segni che costituiscono l’opera stessa. Ma ancora più interessante è la dinamica che porta l’opera ad essere tale, a manifestarsi in un contesto non più di laboratorio o di studio, ma in un contesto aperto nel quale il confronto, l’incontro e anche lo scontro con il pubblico ne certifica l’esistenza. Quando poi l’opera è a tema ed entra in un collettivo, quasi a formare una suite, un insieme armonico (ma va bene anche discordante), il contesto in cui incontra il pubblico è un’arena dove può succedere di tutto.

Quando si esce dallo spazio creativo e si entra nello spazio conviviale, in un certo senso si inverte il processo: se prima si è trattato di tirar fuori dall’artista le energie creative per imprimere nell’opera un riassunto di questa ricerca, ora si tratta di tirar fuori dall’opera le energie comunicative per imprimere nelle fibre del pubblico il racconto riassunto nell’oggetto.

Ma veniamo alla nostra mostra, in cui alcuni artisti si sono misurati con la gigantesca figura di Pier Paolo Pasolini. Tutto è partito da un’idea, discussa per telefono da Gina Affinito e Claudio Fiorentini, che si è trasformata in bando, al quale hanno aderito in 18. Ebbene, questi artisti hanno capito che la mostra intendeva rappresentare il pensiero del grande poeta, e si sono opportunamente documentati, hanno letto e visto interviste in rete, letto poesie, visto film, cercato notizie… e a mano a mano che indagavano sulla grandezza dell’uomo ne hanno subito il fascino e si sono espressi con profondo rispetto. Perché proprio quello si vede in questa mostra: il rispetto.

Possiamo dire che alla fine si è instaurata una dinamica virtuosa per cui gli artisti hanno intrapreso un viaggio che non si è limitato a riempire di colori una tela, a scolpire un pezzo di legno o ad elaborare una foto, perché il viaggio è partito dalla ricerca di un senso e dalla volontà di esprimerlo.

Questo ha accomunato tutti gli artisti che hanno partecipato alla mostra (ma forse anche a tutti gli artisti che partecipano alle mille e una mostre sul tema, che si organizzano in Italia e nel mondo). Insomma, si è trattato, e possiamo dirlo a posteriori, di un vero e proprio laboratorio che ha unito persone che non si conoscevano in un progetto comune, che ha portato persone, che non la conoscevano, a scoprire l’opera di Pasolini, che ha arricchito i partecipanti perché hanno fatto di questo momento partecipativo un momento di crescita personale e artistica, e che ha portato questo processo creativo a riunirsi nell’evento che lo ha consacrato come tale: la mostra presso Captaloona Art di Madrid. Insomma, è successo qualcosa di meraviglioso.

Ma questo qualcosa non cercatelo nelle opere osservandole ciascuna separatamente, ma quando lo sentirete nell’ambiente e nell’aria, quando lo percepirete nello sguardo e nell’entusiasmo dei partecipanti e anche nel nostro (come forse anche in quello di chi, come noi, crede nei sogni), allora lasciatevi andare e capirete, lasciate che viva in voi l’esperienza della mostra come un atto unico, come una suite musicale che rappresenta un atto d’amore inconsapevolmente collettivo. Un atto che, ne sono sicuro, a Pasolini sarebbe piaciuto.

Venite a trovarci: abbiamo sculture, fotografie, pittura, disegno, elaborazioni digitali, arte concettuale e perfino arte orafa! Vi aspettiamo in Andrés Mellado 55, Madrid.

Claudio Fiorentini





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