Pagine

lunedì 14 marzo 2022

GUIUSY FRISINA: "JEAN JAURES"

Giusy Frisina,
collaboratrice d Lèucade

 






JEAN JAURÈS

 

A  Jean Jaurès

Che non voleva la guerra

E morì in piazza urlando 

Contro le torce accese dei nazionalismi

Ora che è guerra di nuovo qui

Un secolo dopo

Una storia che credevamo finita 

Almeno da noi

Con gli eserciti veri e  i morti per strada

e sempre i profughi in fuga…

Pensare che credevamo di esserne fuori

Con solo i cellulari accesi giorno e notte

Mentre distruggevamo il futuro in altri modi 

E ricominciavamo come prima

Quasi non fosse servita a nulla

Nemmeno la terribile pandemia…

Così la GUERRA si traveste da GUERRA

Nel Carnevale impazzito di chi non vuole sapere

Mente si attende inutilmente la tregua

Tra le macerie di un mondo sbagliato  

Pronto a saltare in aria

 Nonostante le stelle

Che ancora stanno a guardare

gf@

 

3 commenti:

  1. Giusy, Amica antica e sempre vicina al mio cuore...inneggi al socialista pacifista francese che pagò le sue idee con la morte, e penso che è proprio vero ciò che asseriva C.Gustav Jung " Non c'è presa di coscienza senza sofferenza. La gente arriva ai limiti dell'assurdo per evitare di confrontarsi con la propria anima". Siamo in una palude, tesoro, annaspiamo da due anni, e paghiamo le nostre colpe, mai salvi, mai innocenti. Sì, Giusy mia, siamo proprio "Tra le macerie di un mondo sbagliato/Pronto a saltare in aria /Nonostante le stelle /Che ancora stanno a guardare" E questa chiusa, che evoca Ungaretti, fa scorrere lunghi brividi sulle spalle e in ogni fibra. Ti voglio un mondo di bene e voglio abbracciarti... chiediamo al Dio dell'amore di permettercelo! Come sempre ringrazio il Condottiero, impavido nella sua Isola di azzurri fondali e di dolci utopie!

    RispondiElimina
  2. Cara Giusy, hai scritto una poesia sulla guerra priva di qualunque genere di retorica, e questo è già un grosso merito. Ma c'è di più, ne hai evidenziato le cause - quelle vere e apparentemente insignificanti -. Per intenderci riporto di seguito i versi che mi hanno portato a questa deduzione:

    "Pensare che credevamo di esserne fuori

    Con solo i cellulari accesi giorno e notte

    Mentre distruggevamo il futuro in altri modi

    E ricominciavamo come prima

    Quasi non fosse servita a nulla

    Nemmeno la terribile pandemia…"

    Complimenti, brava!

    RispondiElimina
  3. Carissimi amici, temo che questa guerra non finirà tanto presto e purtroppo tutto diventa sempre più angosciante....Unico mantra la poesia, o la preghiera che forse è la stessa cosa, sperando finalmente di riuscire almeno così a cambiare e a far cambiare... Un caro abbraccio con Nazario, grazie dell'attenzione e dell'affetto che ricambio. Giusy

    RispondiElimina