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giovedì 14 luglio 2022

PIETRO RAINERO: "L'INCONTRO CON COSIMO" RACCONTO

 

                          L'INCONTRO CON COSIMO

 

“Che meraviglia!” pensò Piero.

Che meraviglia, davvero, quel passaggio segreto che dalla Stanza della Geografia di Palazzo Vecchio avrebbe permesso a lui, ed ai suoi cari, di incunearsi, tra scale ripidissime e discese ardite, in stretti cunicoli che, a guisa di un labirinto, li avrebbero condotti fino alla stanza nascosta di Cosimo I, il famoso capo della Firenze rinascimentale, vissuto dal 1519 al 1574, secondo duca di Firenze e poi primo granduca di Toscana. 

E Piero, seguendo la guida che gli aveva svelato, ed aperto, la porta celata nella cartina geografica dipinta sulla parete di legno, Piero, dicevo, con al seguito la moglie Isidora e la figlia Sara camminò ubbidiente dietro l'inserviente che li conduceva, lentamente, verso la stanza dove Cosimo I li attendeva senza fretta, scribacchiando qualche segno, con una penna d'oca, su di un vecchio taccuino.

Già, perché dovete sapere che, nel corso delle visite a Palazzo Vecchio, viene proposta ai turisti la possibilità di in incontro, faccia a faccia, con sua Grazia Cosimo I, e, in quel giorno dell'anno di grazia 2006, a Piero era capitata la grazia di non essere accompagnato da altre persone nel gruppo che, in quella fascia oraria, si sarebbe avvicinato al duca.

Insomma, tutto il gruppo era costituito da tre persone: lui, sua moglie e sua figlia.

Che fortuna insperata!

Avrebbe potuto, per una mezz'oretta o giù di lì, dialogare col personaggio a capo della Firenze dell'inizio dell'età moderna.

Quando la famigliola arrivò, scortata dalla solerte guida, nella camera del granduca, quest'ultimo dava a loro le spalle e continuò, incurante dell'arrivo  di qualche persona e ben conscio della sua importanza, e forse proprio per questo, a scrivere svogliatamente sul suo taccuino.

La guida salutò Piero ed i suoi, raccomandando loro di rivolgersi sempre all'interlocutore con il dovuto rispetto, iniziando sempre le frasi almeno con un “Sua Signoria” o “Eccellentissimo” od ancora “Magnifico”, e via dicendo.

Indi (è meglio usare indi piuttosto che poi o quindi, è un vocabolo più antico e perciò più adatto alla nostra storia) si accomiatò.

Finalmente Cosimo si degnò di girarsi ad osservare i nuovi venuti, sorpreso dall'esiguità del loro numero.

Poi, o indi se preferite, disse solo “Buongiorno”.

“Buongiorno, Altezza” rispose la famiglia all'unisono.

“Quali sono i vostri nomi?”    

“Illustrissimo, io mi chiamo Pietro, questa è mia moglie Isidora e questa nostra figlia Sara”

“Messer Pietro, Le do il benvenuto nel Granducato di Toscana, e nella mia modesta abitazione.

Lo estendo anche a Madonna Isidora, che bel nome, è una duchessa? Ed anche alla giovane Sara, altro nome di una antica principessa”

“No, siamo di non elevato lignaggio, Don Cosimo. Mia moglie non è nemmeno baronessa”

“Donde provenite?”                            

“Veniamo da Nord, da un luogo vicino ad Alessandria”

“Sì, conosco quella città: nacque nella seconda metà del dodicesimo secolo con il toponimo di Civitas Nova su un nucleo urbano già esistente.  Fu fondata ufficialmente nel 1168 e in quell'anno assunse il nome attuale in onore di Papa Alessandro III”

-Già – pensò Piero, colpito dalla cultura del duca, – Alessandria è stata fondata ai tempi di Federico Barbarossa-  

“La nostra città è situata a circa 20 miglia da Alessandria, a metà strada tra Asti e Genova, Vostra Altezza”  

“Ah! Capisco, capisco. E come mai Vostra figlia è vestita in una maniera così strana, con quelle braghette?”

-Oh, sì- pensò Piero- ai tempi della Firenze del finir del  medioevo le donne, vecchie o giovani, indossavano lunghe gonne, non certo un paio di jeans-.

Alla situazione rimediò con prontezza la moglie: “Eccellentissimo, è un nuovo tipo di tessuto, molto resistente, che proviene da Genova, e l'adorata mia figlia lo ha voluto provare.

E' in gran voga nei territori del Nord Italia, contee o ducati che siano”

“Ma, messer Pietro!”  disse un Cosimo visibilmente sorpreso “Voi permettete a Vostra moglie di prendere la parola per rispondere ad un estraneo senza chiedervi prima il permesso?!”

“Scusatela, Magnanimo, Vi prego!

Certamente causa di questo comportamento non usuale è stata l'emozione provata nell'essere alla Vostra presenza.

Ve l'ho già detto e Ve lo ripeto: mia moglie non ha l'abitudine di trovarsi a cospetto con duchi, principi o granduchi, ella non è neanche baronessa!

Inoltre è difficile per Lei restare a labbra conserte.

Per lavoro si occupa infatti di perorare di fronte a vari Tribunali le cause di poveri diavoli che passano guai con la Giustizia o litigano con vicini o parenti: è un avvocato”

“Un avvocato donna?? Cosa devono sentire le mie orecchie!!

Che strane cose succedono nei marchesati e nelle contee del Nord!

Un avvocato donna....incredibile. 

Dovrebbe ben occuparsi, invece, di cuocere le galline per far del buon brodo per le Vostre cene, caro messer Pietro. Insomma, dovrebbe essere tutta intenta alle faccende domestiche, che diamine!”

“Forse avete ragione.......anzi avete senz'altro ragione, Duca”

“E la Vostra figliola, quanti anni conta?”  

“Oh, Magnifico, è una buona figlia.

Ha dieci anni, ma nonostante la giovin età ha molto viaggiato, visitando paesi stranieri: per esempio è stata ad Augusta, in Alemagna, e persin più in là, nella lontana Danimarca”

“Perbacco, una vera viaggiatrice. Ma come se la cava con le faccende della casa?”

“Le piace moltissimo cucinar dolci, è una brava studentessa e suona volentieri il pianoforte ed il violino”                

“Non li ho mai sentiti, immagino siano strumenti musicali delle vostre parti”

“Sì, Grandezza” rispose sorridendo Piero “sono strumenti molto in auge nel nostro Marchesato del Monferrato. Comunque il violino è una specie di viola da braccio, un'evoluzione di uno strumento ad arco che forse qui a Firenze chiamate Soprano” ed il suo pensiero si involò verso la ghironda, della quale, in tutta la sua provincia, conosceva solo due interpreti. 

Ma queste idee rimanevano tuttavia sullo sfondo, perché egli desiderava tanto, temendo però un rifiuto, una fotografia col famoso granduca e, non sapendo come formulare la richiesta, la sua mente era occupata a meditar sul da farsi.  

 “Quante cose imparo oggi. E, mi dica, alla sua giovane figlia piace cucire e rammendare?”    “Certo, Eccelso, oltre che cucinar dolci e torte adora anche filo, ago e ditale”

“Bene, bene, bene. Questo è molto importante. Dopotutto, tra tre stagioni entrerà nel tredicesimo anno  della sua età, una età nella quale le fanciulle devono pur pensar a maritarsi ed a metter su famiglia!”  

Quanto appena detto dall'esimio duca fece riflettere Piero; le fanciulle del  '500 non si godevano certo la loro spensierata giovinezza, costrette a metter su casa così presto!

Ma ormai l'incontro con quel bravo attore, bardato di tutto punto con quegli sgargianti abiti medioevali, stava volgendo al termine, e doveva assolutamente essere immortalato in una fotografia! 

“Vostra Altezza ” si fece coraggio il nostro “oso indegnamente chiedervi un grande favore: anelo tanto a portar meco il ricordo di questo incontro, che molto mi ha onorato”

“Ma, messer Pietro, capite pur bene che non posso aspettar qua, accanto a Voi, che uno dei pittori della mia corte, e vi assicuro che sono numerosi ed anche assai abili, finisca pazientemente di fissare la mia immagine, e la Vostra, su di un pezzo di tela”

“Comprendo benissimo, Eccellenza, ma vede.... è recente una invenzione, vien dalla Francia, che consiste in questa piccola scatola” 

Piero mostrò allora ad un Cosimo interessato e divertito il contenitore della propria macchina fotografica.

“Questa scatola è come uno dei Vostri valenti artisti; è infatti in grado di dipingere un quadro, ma tutto in un colpo solo.

In un attimo, è quasi incredibile, esegue un ritratto. In pochi istanti, lo giuro, Vostra Grazia!”

“Uhmmm...” Cosimo soppesò per pochi secondi la scelta delle parole della sua risposta, per dire poi: “Di solito non permetto mai alla gente di ritrarmi, caro messere, ma Voi mi siete simpatico e la Vostra nuova invenzione, lo confesso, mi incuriosisce assai. In via eccezionale acconsento a farmi ritrarre in Vostra compagnia” 

Allora messer Pietro, consegnata a Madonna Isidora la piccola scatola, si posizionò vicino all'illustre personaggio storico e, pochi istanti dopo, proprio Isidora scattò (o dipinse velocemente, come preferite) l'immagine che fece entrare l'incontro nella memoria della Storia.  

Alcuni attimi dopo ancora, la guida ritornò nella stanza per riaccompagnare il gruppo, cioè la felice famigliola, all'uscita, tra un dedalo di scale, muri, feritoie e muraglioni vari.

Piero, uscendo da una porta laterale di Palazzo Vecchio, si voltò indietro per dare un'ultima occhiata al famoso edificio, grato a Firenze per avergli permesso quella favolosa passeggiata in pieno millecinquecento!

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