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lunedì 20 febbraio 2023

Anna Vincitorio:"Chi è Erica Jong"

 

CHI È ERICA JONG?

 

 

Nata a Mann (New York, 26 marzo 1942) è una scrittrice, saggista e poetessa statunitense. La sua attività letteraria ha inizio nel 1971 con una raccolta poetica, Frutta e verdura. Piena popolarità nel 1973 con la pubblicazione del romanzo Paura di volare. Risaltano i temi del femminismo anni ‘60 e la protagonista: Isadora Wing, presenta forti analogie con l’autrice. Il tema è autobiografico e provocò scalpore per la sua audacia. Un bestseller che ripropone l’autrice in tutta la sua spregiudicatezza e scandalizzò anche Henry Miller. Nel Il mio universo versi: Poesia, Paola Cingolani ci parla di Erica Jong definendo la sua “una poesia senza paura”. Riporto le sue parole: “Confesso che ero indecisa su chi pubblicare; in verità la poesia è così bella e mi attrae talmente tanto che, ogni volta m’innamoro di un autore e torno, dopo attenta lettura, ad alcuni classici il cui messaggio è sempre più vivo e palpitante. E. Jong è l’autrice di numerosi bestseller e raccolte di poesia. L’ho incontrata, simpaticamente, dopo averla citata in rete con I’m woman di Libreriamo, dunque sono andata ad approfondire subito. Il suo fascino mi ha stregata più di sempre e così ho risolto ogni dubbio. Sono lieta di avere questa grandiosa autrice tra i miei contatti: è una follower su Twitter e, la cosa, mi entusiasma smisuratamente. Ricordo che Isadora Wing, la sua protagonista schietta, disinibita e diretta è l’antenata rivoluzionaria di tutte le donne moderne”.

Traduzione dal testo di Anna Vincitorio

 

Ho intese tradurre da Ordinary Miracles alcune poesie tratte dalle quattro sezioni del testo: Fetal heartbeat – Battito profondo; The breath inside the breath – Respiro nel respiro; The heart, the child, the world – Il cuore, il bambino, il mondo; Straw in the fire – Paglia nel fuoco.

 

         Poesia fluida. Gli occhi dell'autrice che guardano le stelle in una chiara notte… effluvio odoroso e, in questa contemplazione dove l'aria delle isole è morbida, si inserisce il piccolo miracolo del piccolo battito di un cuore. I versi delle poesie che seguono sono incentrate sul miracolo della nascita: “piccolo uovo/ piccola protuberanza… piccola rosa raggiante/ in un rosso universo…oh nocciolo di avocado/ quasi pronto a germogliare…/ piccolo albero da frutta/ che guardi il mare…”, custodito sotto il cuore della madre. La descrizione fisica e fonetica del suo essere madre: “Il suono della O/ non quello della I/ imbarazza il mondo/ I miei amici che volontariamente hanno reso/ i loro corpi piatti/ la loro grafia piatta come il dolore,/ mi guarda in modo incredulo…/ Il mio mondo è rotondo/ limitato dalla montagna della mia paura”.

         Per Erica, vivida l'importanza dell'avere in grembo un piccolo cuore che, all'interno del suo ventre, pulsa come un orologio… “conoscerti come il poema di Dio”. La descrizione della nascita della sua prima figlia e l'importanza di nascere donna. Nessuno potrebbe chiamarla “seconda” perché lei è soltanto splendidamente prima. “Tu sei nata donna/ per la pura gloria di questo/ piccola dai rossi capelli, bella, strillona…/ Tu non sei il secondo sesso/ ma il primo del primo/ quando le fasi della luna completano il ciclo/ della tua vita./ Tu griderai/ per la gioia/ di essere donna/… Dolce Molly”.

E Erica Jong, per il miracolo della maternità, non odia più la parola madre trovandola oscena, ma ora l'ama.

         Nella seconda parte della raccolta, parole diverse. Notevole, per l'emozione immaginifica che si prova è: The horse from Hell.

Visioni oniriche di cavalli fantastici che galoppano fuori del mare. Il ricordo visionario del nonno: “galoppa dietro/ tutti i miei incubi/ danza nella spuma in un tumulto di zoccoli/ lascia che il diavolo ti colori/ con il suo pennello verde mare… O nonno mio/ appena tu muori/ nasce nelle mie labbra una poesia/ come la spuma si forma al mattino/ nella bocca dell'oceano…”.

In Erica, la necessità irrinunciabile di definire il poeta: “voce, flusso d'acqua… nodo alla gola che rende gli occhi vigili…/ Il poeta è dolore./ Il mondo deve avere/ qualcuno che provi questo dolore/ e ne parli./ Il poeta è questa bocca”.

Invece l'amore, per Erica è: “la sola nostra vela/ nei mari delle nostre vite/ come la morte è/ la nostra sola salvezza". Nella terza e quarta parte assistiamo a un passaggio dal mondo in cui il fanciullo piange la madre, ad Erica amante: “per un lui inquieta nell'amore/ come il ghiaccio piange per paura/ di sciogliersi a primavera…”.

         Seguono descrizioni forti sull'amore nella sua cruda fisicità. La donna madre ma anche carnale amante che ha il cuore piagato “segnato come un ventre/ che ha portato alla luce/ un imperioso baby Cesare/ ma ancora,/ malgrado la sua stessa/ carnale esplosione/ rimane integro”.

         Descrizione dell'amante che le ha donato “sette anni/ durante i quali le cellule del mio corpo/ morte, erano rinate…Ora siamo morti/ nel limbo dei perduti amori,/ questo naufragio di memorie/ che si annera col tempo…”.

In pieno risalto il desiderio viscerale di un ritorno dell'amante.

         Provare ancora emozioni forti ed essere nuovamente fusi nel corpo e nella mente. La consapevolezza di un amore che si esaurisce “come sicuramente le paludi/ sono ancora desertificate/ così sicuramente anche gli oceani/ si rivoltano per insabbiarsi./ Io non temo il sangue tanto come temo/ che lo stesso si prosciughi/ finché il più piccolo respiro/ soffi il nostro amore, i nostri sogni/ l'unica chiara luce che ci unisce/ via/”.

         Si potrebbe dire che la quarta parte Fuoco nella paglia, è come una esplosione di passione erotica crescente:… “Amanti sono andati/ e venuti/ Attraverso loro/ ho amato/ Cosa? L'amore di per stesso?/ Precarietà/ Un implacabile amante/ in me stessa?…/ Ovvero questo è il poeta/ il poeta ha bisogno/ di innamorarsi/ come il fiume ha bisogno di pioggia/ che cade regolarmente/ per scorrere? O, io vorrei/ mondare i miei argini/ dai miei occhi blu/ divinità fluviale/ il mio seme colorato/ divenuto raccolto,/ il mio flusso/ produce sperma/ nel quale nuoto”. Notevole la poesia The rose. La fine di una rosa, amorevolmente curata “si è seccata nel suo boccale/ come un maschio sfinito. È morta…”. Però, questo amore anche violento è per Erica Jong una guida per la poesia. Dall'amplesso passionale alla poesia e la poesia è speranza. Nella poesia Alla Musa, si pone un interrogativo: “Questo è il potere dei poeti/ o il potere del sesso?…”. Parlare con l'amante colma il suo “ventre di desiderio/ che brucia i miei polmoni,/ un caldo ventre che esplode/ con poesie non scritte/… Io imbriglio il suo collo/ come tutte le poesie/ hanno sospinto il sangue – sperma sgorgato… sognare notti di appagamento/ a bordo di una barca/ la barca oscilla/ la bara del profondo/ diviene culla/ del nostro singolare amore/ Io lecco le lacrime salate/ dalla tua pelle dolce,/ il tuo corpo è/ la mia droga di sale/– i tuoi occhi/ l'incontaminato oceano/ nel quale/ nuoto…".

         Quest'amore dà una sensazione di morte. “Fuoco–zolfo impregnato/ nel nostro singolare amore. Nel letto noi bruciamo/ come pianeti/ girati verso soli…/ la morte è nell'aria,/ l'aria si illumina/ col sangue”.

         Le poesie delle ultime raccolte hanno, senza falsi pudori, solamente descritto l'amore come lo ha inteso E. Jong? Sì. Però possiamo andare oltre e vedere come la necessità di amare senza alcun limite. ha creato una poesia legata alla fisicità del mondo ma anche una poesia che sprofondando nell'incommensurabile oceano del desiderio, diviene fonte non solo di morte ma anche di vita.

 

                            1 gennaio 2023 – Firenze

The birth of the water baby

La nascita del bambino acqua

 

 

 

Piccolo uovo,

piccola protuberanza

completamente pieno

delle dita della mano, dei piedi

piccola rosa raggiante

in un rosso universo

che una volta ti ha voluto più piccolo

che vuoto

ma ora ti tiene stretto

frenando

il tuo cuore veloce

sotto il suo

che batte più lento

come la terra

trattiene il mare

 

 

Oh nocciolo di avocado,

quasi pronto a germogliare

piccolo albero da frutta

che guardi il mare,

piccolo pesce che nuota,

piccola terra innamorata

tienti stretto!

tienti stretto!

 

 

Qui sotto il mio cuore

sarai custodito

per tutto il tempo che ci vorrà

per incontrarci.

Noi giungiamo separatamente

a ciò che possiamo fare insieme

 

Tu sei nato

ricordando

il fluttuante suono

del mio sangue,

il rimbombo del mio cuore

Ecco come tua madre

che sempre sogna del mare

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