Se è vero che il talento è ciò che possiedi, il genio è ciò che possiede te e Andrea Scanzi nel suo terzo libro dedicato ai cantautori, affresca nel modo migliore questo concetto, attribuendolo a colui che ha rivoluzionato il modo di vivere e di ascoltare la musica. In Italia esiste, senza ombra di dubbio, un ‘prima’ e un ‘dopo’ Lucio Battisti. Lo hanno definito ‘il papà dei cantautori’, ma il giornalista, drammaturgo, opinionista del Fatto Quotidiano, tende a sottolineare che è stato molto più di un cantautore, in quanto sapeva rendere straordinari sia i testi belli, che quelli bruttini che riceveva da Mogol tramite le intuizioni tipiche di colui che sa creare concordanza tra il mondo in cui vive e l’universo che vive in lui. Notevole anche l’adozione del termine ‘invisibile’, un po’ perché riferito a un Artista che non amava i fotografi, l’esposizione mediatica, era chiuso nella sua riservatezza e un po’ … come disse Paul Celan in quanto “chi arriva realmente a vedere si avvicina all’invisibile”. Il testo di Andrea Scanzi rapisce in una vertigine, lo si legge tutto d’un fiato e si avverte il desiderio di ripercorrere alcuni passi. L’Autore è tornato a visitare Franco Battiato, Giorgio Gaber, in modi diversi anticonformisti, liberi e molto cari alla nostra generazione. Non poteva esimersi dall’esprimere l’amore per Battisti, simbolo di giovinezze molto diverse da quelle attuali, dei falò sulla sabbia, la chitarra e i cori sui suoi brani. “La canzone del sole”, “Fiori rosa fiori di pesco”, “Amarsi un po’”, “Sì viaggiare” e anche sui testi più ricercati. La sua musica, inoltre, non può definirsi appannaggio solo degli anni ’70, ’80 e in parte ’90, è trasversale e conosciuta e cantata anche dagli attuali estimatori di vera arte. Scanzi scrive che ‘sta all’Italia come i Beatles stanno al mondo’ ed è vero, ma ancora riduttivo - chiedo venia al giornalista che stimo moltissimo - visto che Paul MacCartney era un fan di Battisti e che il grande artista di Poggio Bustone fu avvicinato dai produttori dei Beatles che intendevano lanciarlo sul mercato statunitense. Nel libro Scanzi elenca i motivi per amare Battisti e nonostante scriva rompendo gli schemi, con stile ineccepibile, ma forte, crudo, legato al vero, si percepisce il legame profondo con il genio che troppi di noi non hanno mai compreso, e si è coinvolti da emozione purissima quando narra il tempo della malattia che lo ha stroncato a soli cinquantacinque anni. ‘Se ne fregava della politica, eppure è stato uno dei più grandi rivoluzionari del ‘900”, scrive Scanzi, mettendo in rilievo quanto l’arte autentica abbia il potere di creare un senso di appartenenza e di identità culturale, permettendo alle persone di condividere le stesse esperienze. Inoltre svolge un ruolo importante nell’inclusione sociale. Battisti ha mandato in frantumi il mito del bel canto italiano ed è stato un punto di riferimento per molti dei cantautori venuti in seguito come Rino Gaetano e Lucio Dalla. Egli decise di evitare le interviste, di rendersi ‘assente’ come afferma l’Autore, convinto che a parlare non dovesse essere lui, ma la sua musica. Non si tratta del primo saggio scritto sul famoso Artista, ma a mio umile avviso, si tratta di uno dei più completi e viscerali. D’altronde il giornalista, scrittore, webstar, si è laureato in Lettere Moderne proprio con una tesi dedicata ai cantautori della prima generazione. Uno dei suoi meriti consiste nel sapersi calare con conoscenza, senza saccenza, camminando a piedi nudi nei campi di ortiche, nei mondi interiori degli artisti dei quali scrive. Elude con sapienza la vergogna che offusca troppo spesso l’anima e la paura. Pur essendo giornalista quando si dedica ai saggi … e non solo … va oltre le informazioni, soffre per produrre conoscenza, e quest’ultima è vita con le ali.
Maria
Rizzi
Ringrazio il Maestro per aver pubblicato la mia recensione del terzo libro sui cantautori italiani di Andrea Scanzi, famoso giornalista, opinionista, drammaturgo italiano, che si è conquistato il primo gradino del podio all'ultima edizione del premio "Voci" Città di Roma. L'Autore risulta divisivo quando parla di politica... come tutti, ma sembra mettere d'accordo la folla se scrive e porta in tournée la musica. "Il genio invisibile" è un'Opera sul grande Lucio Battisti scritta da ogni prospettiva, che coinvolge e convince. Ringrazio il nostro amatissimo Nazario e abbraccio lui e Andrea.
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