Ho
ricevuto in dono da Corrado Casabuoni, che vive nella bellissima isola sarda de
I
due personaggi conducono esistenze parallele, ma nel corso della storia si
incontrano tardi. Entrambi sono nati il due aprile, sotto il segno dell’Ariete
e hanno caratteri espansivi, avventurosi, appassionati, a tratti aggressivi,
incuranti del pericolo. Entrambi sono isolani: lei di Siracusa, lui
maddalenino. Scorrendo le pagine del testo non ho avuto dubbi che fosse
autobiografico e sono rimasta ipnotizzata dalle esperienze di Corrado, alias
Riccardo, nella sua isola sospesa sul mare e con la sua numerosa famiglia, che
lo spinge a credere di essere un antenato di Annibale. Come il generale
cartaginese ha tre sorelle maggiori e due fratelli minori e a scuola iniziano a
chiamarlo “Barca”, un soprannome che diviene il suo vestito. Va detto che le
rocambolesche vicende di Alice e Riccardo si svolgono in luoghi e situazioni
diverse, ma hanno un comune denominatore: la tendenza all’infedeltà e alla vita
libertina. Alice non rispetta le amiche. Diviene con naturalezza l’amante dei
loro fidanzati e possiede la faccia tosta necessaria per continuare a reggere
senza disagio i rapporti con loro. Ha grandi aspirazioni, tant’è che si iscrive
alla facoltà di ingegneria aeronautica di Pisa con il proposito di diventare
astronauta e, nell’attesa di realizzare
l’ambizioso sogno, prende l’abilitazione al lancio con il paracadute. Lei è
insondabile, sfuggente, imprevedibile. L’ambiguità costituisce la fonte
inesauribile del suo fascino, in quanto non esiste bellezza senza mistero e
tutti preferiscono l’ignoto. Riccardo conduce un’infanzia irresistibile nella
grande casa di famiglia, uscendo in mare con il gozzo sin da piccolo, possiede
strani poteri dei quali prende atto mentre dorme nella casa della nonna Anna,
con la quale matura un rapporto speciale. Corrado si è fuso con la mia
interiorità e l’ha trascinata sulla via dei ricordi, nonostante le origini
diverse, grazie all’amore per il mare che ci spinge a “contemplare le
nostre anime nello svolgersi infinito
dell’onda” - Charles Baudelaire -, e
grazie al rapporto con la nonna materna, figure magiche venute da lontano, che
per prime ci hanno aiutato a indagare i misteri della vita. Per il resto il
Barca conduce altra vita. Si dedica con successo alle avventure amorose e conduce
gli studi universitari per diventare Allievo Ufficiale di Complemento a
Bracciano per seguire le strade dei nonni e del padre: i primi avevano
combattuto nel Secondo Conflitto, il babbo nella Campagna di Russia. Negli anni
successivi di Ferma Volontaria nell’Arma nasce il rapporto indissolubile con
Marco e Giovanni. Gli amici sono di costumi licenziosi come Riccardo e,
lavorando all’aeroporto di Fiumicino, possono contare sulle hostess di volo e
di terra, sull’andirivieni incessante delle turiste, consapevoli che sedurre è
un incantesimo, le donne sono vulnerabili al sussurro dello spirito e occorre
essere raffinati. Alice e Riccardo nei loro continui cambiamenti amorosi
sembrano consci che la conquista non è luogo fisico, ma una vertigine,
un’eclissi, un’apparizione cui farà seguito una scomparsa. Fino all’incontro.
Al giorno in cui si ritrovano, d’estate, entrambi a
Maria
Rizzi
Ringrazio il professor Nazario Pardini che ha voluto pubblicare la recensione di Maria Rizzi al mio (e di Cecilia) libro.
RispondiEliminaRingrazio l’amica Maria Rizzi per le belle parole che ha voluto spendere nel commentare il mio (e di Cecilia) lavoro.
Ringrazio l’artista Cecilia Prete che ha voluto condividere con me l’impresa di far nascere il romanzo “Gli altri trentaquattro”.
Ringrazio l’indimenticata e indimenticabile Edda Pellegrini Conte che da lassù ci guarda. È per merito suo se tra Maria Rizzi e me è nata una profonda amicizia… per il momento: solamente telefonica e via mail… ma presto: diretta e inossidabile.
Corrado Casabuoni