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giovedì 23 maggio 2024

XVII PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE “VOCI – Città di Roma 2025” Scadenza 31 marzo 2025

 Il Circolo I. P. LA C. (Insieme Per La Cultura)

in convenzione con la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma

in collaborazione con il Comune di Rocca di Papa e con la Biblioteca Comunale di Genzano di Roma

gemellato con le Associazioni Culturali:

Alberoandronico (Roma), Artisti Dentro (Milano), Rivista FOLIVM - Artecom – Onlus (Roma), Cenacolo Altre Voci (Milano), I Rumori dell’Anima (Roma), Il Faro (Cologna Spiaggia - TE), Il Giardino del Baobab (Parma), Il Porticciolo (La Spezia), La Camerata dei Poeti (Firenze), La Pulce Letteraria (Villa d’Agri di Marsicovetere - PZ), Mimesis (Itri-LT), Pegasus Cattolica (Cattolica - RN), Pelasgo 968 (Grottammare - AP), Ass. Culturale Rette Parallele - Premio Parole in transito - (Limbiate - MB); Pro Loco di Caprigliola - Premio il Borgo dei Versi Murati (Caprigliola – MS).

in collaborazione con le Associazioni e i Ritrovi Culturali:

Accademia Alfieri (Firenze), Amici Insieme (Siano - SA), Bellizzi Arte & Sociale (Bellizzi - SA), Carta e Penna (Torino), Galleria Arte Sempione (Roma), Libreria Horafelix (Roma), Società Dante Alighieri (Roma), Il Gremio (Roma).

gli Editori:

Dibuono (Villa D'Agri di Marsicovetere - PZ), Giuliano Ladolfi (Borgomanero - NO), Graus (Napoli), Iod (Casalnuovo di Napoli- NA), Kairós (Napoli), Puntoacapo (Pasturana - AL), Volturnia (Isernia – IS), Vitale (Sanremo – IM).

le riviste:

Anterem (Verona), Nuova Tribuna Letteraria (Lozzo Atestino - PD), Dialettica (Roma).

i portali:

Alla volta di Leucade (nazariopardini.blogspot.com), Segnalazioni Letterarie di Alberto Raffaelli, (https://www.facebook.com/groups/segnalazioniletterarie/).

organizza il

XVII PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE

“VOCI – Città di Roma 2025”

Scadenza 31 marzo 2025

Regolamento

Art. 1. La partecipazione è aperta a tutti i poeti e scrittori di qualsiasi nazionalità. I testi delle opere in gara devono essere redatti in lingua o dialetti italiani. Sono ammessi anche gli studenti delle Scuole secondarie di secondo grado (Scuole Medie Superiori: Licei - Istituti Tecnici e Professionali) e i detenuti.

Art. 2. Il Premio è suddiviso in 5 sezioni:

o

A: Poesia:

A1 – Italiano a tema libero

A2 – Dialetto “Premio Alberto Canfora” a tema libero;

A3 – Metrica “Premio Nicola Rizzi” a tema libero;

2

o

B: Libro di Poesia a tema libero;

o

C: Racconto breve a tema libero;

o

D: Narrativa Edita a tema libero;

o

E: Saggistica Edita a tema libero.

Art. 3. Tutte le opere, edite e inedite, possono essere già state premiate in altri concorsi.

Art. 4. Per tutte le Opere di Poesia (incluse le versioni digitali dei libri editi - Sezione B e i Racconti - Sezione C ), si accetta esclusivamente la spedizione via e-mail a: premiovoci@circoloiplac.com.

Soltanto i testi di Narrativa e Saggistica dovranno essere inviati in forma cartacea.

Per questi ultimi l’attestazione del pagamento deve avvenire tramite e-mail da inviare a: premiovoci@circoloiplac.com, la ricevuta andrà allegata alla mail contenente tutti i dati del concorrente.

Nel corpo della mail (per tutte le Sezioni-Sottosezioni) dovranno quindi essere indicati:

☐ Nome e cognome _____________________________________________

☐ Via/Piazza: ___________________________________________N° ___;__

☐ C.A.P. __________Località:______________________ Prov.: ____

☐ Tel. fisso: _______________________Tel. cellulare: __________________

☐ E-mail: _________________________

☐ Sezioni o Sottosezioni nelle quali si intende partecipare e titoli delle Opere :

-

Sez. ………….. Titolo 1 - Titolo 2 - Titolo 3

-

Sez. ………….. Titolo 1 - Titolo 2 - Titolo 3

☐ Quota di partecipazione (totale): _____________ €

Modalità di pagamento:

☐ Bonifico (ricevuta allegata), oppure:

☐ Paypal (ricevuta allegata)

I testi sono originali e di mia personale produzione. Partecipando al Premio accetto integralmente le clausole del Regolamento del Bando e autorizzo all'uso dei dati personali.

(Informativa ai sensi del D. Lgs. 196/2003).

• Sez. A – POESIA.

o

Inviare da una a quattro poesie per ciascuna sottosezione (in formato .doc, di lunghezza non superiore ai 40 versi ciascuna, carattere Times New Roman, corpo 12) tramite e-mail, in un unico file, contenente i dati personali (nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico e indirizzo e-mail).

o

Per la sottosezione A2 (dialetto) è d'obbligo aggiungere la traduzione in italiano precisando la collocazione geografica del dialetto.

o

Dove sia possibile, e per ogni singola sottosezione, si consiglia di redigere più poesie sullo stesso foglio, l’una dopo l’altra (esempio: nella sottosezione A2 testo in dialetto e traduzione stilati in una sola pagina).

Sez. B – LIBRO DI POESIA. In questa sezione votano insieme ai nostri giurati e supergiurati il Direttore della Biblioteca Nazionale, Stefano Campagnolo, la Vice - Direttrice Silvana De Capua e la Responsabile della Collezione del ‘900 Eleonora Cardinale.

o

Inviare la Silloge in E-book (formato pdf) in una sola copia tramite e-mail, insieme alla dimostrazione che il libro sia stato realmente pubblicato (tra aprile 2010 e gennaio 2025) e che sia in distribuzione.

3

• Sez. C – RACCONTO BREVE.

o

Inviare il racconto (in formato .doc, indicativamente di lunghezza non superiore a 6 cartelle di 40 righe per pagina, formato A4, carattere Times New Roman, corpo 12, interlinea singola) tramite e-mail, in un unico file contenente i dati personali (nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico e indirizzo e-mail).

Sez. D – NARRATIVA.

o

Spedire per Posta: n° 2 copie del romanzo, la ricevuta del pagamento effettuato e inviare una mail come precisato all’art.4 .

Sez. E – SAGGISTICA.

o

Spedire per Posta: n° 2 copie dell’opera di saggistica, la ricevuta del pagamento effettuato, e inviare una mail come sopra precisato all’art. 4.

o

I testi di Narrativa e di Saggistica andranno inviati esclusivamente presso la sede I.P.LA.C. ovvero a: MARIA RIZZI, VIA LIBERO LEONARDI 193 – 00173 – ROMA.

o

La Narrativa e la Saggistica saranno giudicate dai Gruppi di Lettura di due Biblioteche: la Biblioteca Comunale di Rocca di Papa (RM); la Biblioteca Comunale di Genzano (RM).

Art. 5. La quota di partecipazione alle spese di organizzazione, lettura e Segreteria è di 20 € per ogni Sezione o Sottosezione. Saranno accettate soltanto le iscrizioni accompagnate da attestazione di pagamento.

Per gli studenti delle Scuole Medie Superiori e per i detenuti la partecipazione è gratuita.

Sez. A: la partecipazione a 2 sottosezioni (max 8 poesie) prevede il raddoppio della quota; per la partecipazione a 3 sottosezioni (max 12 poesie) viene richiesta la quota di 50 €.

Sez. B – C – D – E: è possibile partecipare con più libri (o e-book) o più racconti (fino a un massimo di 3 per sezione), pagando, per ogni singola opera, la relativa quota.

Non è previsto il rimborso della quota di iscrizione, né la restituzione delle opere; i libri verranno donati alle due biblioteche.

Le quote di iscrizione devono essere pagate con:

Bonifico bancario a favore del Circolo IPLAC Insieme Per La Cultura: IBAN IT36Z0100503203000000004514 presso BANCA NAZIONALE DEL LAVORO - FILIALE 3 DI ROMA ; indicare tassativamente: nome e cognome del partecipante e causale: Iscrizione Premio “Voci 2025”.

On-line con Paypal all'indirizzo mail: info@circoloiplac.com (specificare il nome e cognome del concorrente e la causale).

Ricordiamo ancora che i libri di Narrativa e Saggistica vanno spediti al seguente indirizzo:

Maria Rizzi -Via Libero Leonardi, 193 - 00173 - Roma

Art. 6. Per gli invii tramite e-mail (Sezioni A – B – C) indirizzare a: premiovoci@circoloiplac.com

La scadenza per la spedizione degli elaborati è fissata per il 31 marzo 2025.

Art. 7. I vincitori primi classificati nell'ultima edizione del Premio non possono partecipare nella stessa sezione o sottosezione in cui hanno vinto.

Eventuali Premi all' Eccellenza e alla Carriera saranno assegnati ad autori fuori concorso, personaggi di spicco nel panorama letterario nazionale.

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Art. 8. Premi:

o

Premessa: per ogni sezione-sottosezione verrà stabilita e divulgata una cinquina di finalisti. Gli assegnatari della terna sul podio e del 4°- 5° premio verranno resi noti solo in occasione della Cerimonia.

o

In caso di assenza dei vincitori o di rinuncia i premi si considereranno decaduti. I vincitori avranno diritto solo all’invio della Motivazione.

o

Sottosezione A1

o

L’autore 1° classificato riceverà una targa o un oggetto di pregio, la gratuità per la cena di gala e la Pubblicazione di un Libro di Poesia curato da Giuliano Ladolfi Edizioni.

o

L'autore 2° classificato riceverà una targa o un oggetto di pregio e Gettone di presenza di 300 €.

o

L'autore 3° classificato riceverà una targa o un oggetto di pregio e Gettone di presenza 150 €.

o

Gli autori 4° e 5° classificati riceveranno una targa o un oggetto di pregio e l’omaggio di uno sponsor.

o

Sottosezioni A2 – A3 – C.

o

Il 1° classificato in A2 – riceverà una targa o un oggetto di pregio, la gratuità per la cena di gala e il Premio “Casa Editrice Dibuono”: la pubblicazione gratuita di un’opera curata dalla Casa editrici Dibuono.

o

Il 1° classificato in A3 Premio “Graus Edizioni”: la pubblicazione gratuita di un'opera curata da Graus Edizioni.

o

Il 1° classificato in C Premio “Iod Edizioni”: la pubblicazione gratuita di un'opera curata da Iod Edizioni.

o

Gli autori classificati al 2° posto riceveranno una targa o un oggetto di pregio e gettone di presenza di 300 €.

o

Gli autori classificati al 3° posto riceveranno una targa o un oggetto di pregio e gettone di presenza di 150 €.

o

Gli autori 4° e 5° classificati riceveranno una targa o un oggetto di pregio e l’omaggio di uno sponsor.

o

Sezione B.

o

L’autore 1° classificato riceverà una targa o un oggetto di pregio, la gratuità per la cena di gala e il Premio “Puntoacapo”: la pubblicazione gratuita di un'opera curata da Puntoacapo Edizioni.

o

L'autore 2° classificato riceverà una targa o un oggetto di pregio e gettone di presenza di 300 €.

o

L'autore 3° classificato riceverà una targa, un libro di pregio e gettone di presenza di 150 €.

o

Gli autori 4° e 5° classificati riceveranno una targa o un oggetto di pregio e l’omaggio di uno sponsor.

o

Sezione D.

o

L’autore 1° classificato riceverà una targa o un oggetto di pregio, la gratuità per la cena di gala e il Premio “Volturnia”: la pubblicazione gratuita di un’opera curata da Volturnia Edizioni.

o

L'autore 2° classificato riceverà una targa o un oggetto di pregio e gettone di presenza di 300 €.

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o

L'autore 3° classificato riceverà una targa, un libro di pregio e gettone di presenza di 150 €.

o

Gli autori 4° e 5° classificati riceveranno una targa o un oggetto di pregio e l’omaggio di uno sponsor.

o

Sezione E.

o

L’autore 1° classificato riceverà una targa o un oggetto di pregio, la gratuità per la cena di gala e Premio “KairÓs”: la pubblicazione gratuita di un’opera curata da Kairòs Edizioni.

o

L'autore 2° classificato riceverà una targa o un oggetto di pregio e gettone di presenza di 300 €.

o

L'autore 3° classificato riceverà una targa, un libro di pregio e gettone di presenza di 150 €.

o

Gli autori 4° e 5° classificati riceveranno una targa o un oggetto di pregio e un omaggio degli sponsor.

OCCORRE INVIARE 2 COPIE DI VOLUMI DI NARRATIVA E DI SAGGISTICA

SI PREGA DI EVITARE LA SPEDIZIONE TRAMITE RACCOMANDATE!

Borsa di Studio "I.P.LA C." per i giovani poeti

Riservata agli studenti delle Scuole Secondarie di secondo grado (Licei – Istituti Tecnici e Professionali).

Il Circolo I.P.La C., al fine di promuovere la Poesia tra i giovani, istituisce una:

Borsa di Studio di 300 € da assegnare all'alunno che la Giuria riterrà vincitore con un'opera (libro di Poesia o poesia singola) distintasi dalle altre per la genuinità dell'ispirazione, l'originalità e l'intensità dell'espressione artistica, la proprietà del linguaggio. Riceveranno premi anche altri tre autori meritevoli.

▪ L’Editore Vitale (Sanremo – IM) si impegna a stampare gratuitamente un quaderno di 15 poesie, corredato di copertina e recensione per tutti gli studenti e per tutti i partecipanti al Premio nelle sezioni di Metrica e Dialetto che lo gradissero.

Gli studenti potranno presentare le proprie opere SOLO in una delle seguenti sezioni-sottosezioni:

Sottosezioni A1-A2-A3: da una a quattro liriche (per ulteriori precisazioni ved. Art. 4 – Sez. A, Poesia).

Sez. B: un libro di Poesia o E-book (formato pdf ) tramite e-mail.

Per gli studenti minorenni: far apporre la firma da un genitore (o da chi ne fa le veci).

Sarà inoltre necessario:

Per tutti gli studenti: nel corpo della mail (oltre le Sezioni e i titoli delle opere - che verranno inviate in allegato) dovranno anche essere indicati:

☐ Nome e cognome: ________________________________

☐ Data di nascita (gg/mm/aa): _______________________

☐ Classe frequentata: _______________________

☐ Città sede della Scuola: ____________________

☐ Nome della Scuola: _______________________

I testi sono originali e di mia personale produzione. Partecipando al Premio accetto integralmente le clausole del Regolamento del Bando e autorizzo all'uso dei dati personali.

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(Informativa ai sensi del D. Lgs. 196/2003).

Firma (di un genitore se minorenne): ___________________

N.B.: L'assegnazione della Borsa di Studio è vincolata dalla presenza di almeno 35 (trentacinque) aspiranti al Premio. La partecipazione a questa categoria è gratuita.

Premi Speciali personalizzati saranno attribuiti dagli Enti patrocinanti, dalle Associazioni gemellate e dagli Sponsor.

La Giuria si riserva la possibilità di assegnare altri premi – o di non assegnarne alcuni – in base alla quantità e

alla qualità delle opere pervenute.

Art. 9. Giuria:

Presidente onorario: Nazario Pardini (Arena Metato - Pi), poeta, scrittore, saggista e critico letterario.

Presidente della giuria: Roberto Mestrone (Trofarello - To), poeta e critico letterario.

Sandro Angelucci (Rieti), poeta e critico letterario.

Valeria Bellobono (Roma), scrittrice, poetessa e critico letterario.

Orazio Antonio Bologna (Roma), Poeta in italiano e latino, scrittore, saggista, filologo classico.

Franco Campegiani (Marino - Rm), poeta, filosofo, critico d’Arte e critico letterario.

Stefano Campagnolo (Roma), Direttore della Biblioteca Nazionale di Roma, saggista e Filologo sulla Musica del ‘300 e sul madrigale del ‘500.

Eleonora Cardinale (Roma), Responsabile Collezione del ‘900 presso la Biblioteca Nazionale di Roma. Dottorato di ricerca in Italianistica (Università La Sapienza di Roma). Si occupa di studi greci e latini.

Livia Cattan (Roma), scrittrice, critico letterario.

Alfredo Carosella (Portici - Na), architetto e scrittore.

Massimo Chiacchiararelli (Roma), scrittore e attore teatrale.

Federico Cinti (Bologna), poeta, scrittore, saggista e critico letterario.

Michele Cortelazzo (Padova), saggista, docente di Linguistica (Università degli Studi di Padova), accademico corrispondente della Crusca, presiede il

comitato scientifico della REI - Rete di eccellenza dell′italiano istituzionale.

Loredana D’Alfonso (Roma), scrittrice e critico letterario.

Silvana De Capua (Roma), vice- Direttrice della Biblioteca Nazionale di Roma, docente in materie letterarie.

Franco De Luca (Ercolano - Na), scrittore, informatico, cultore di Enogastronomia.

Flavio Ermini (Verona), poeta, scrittore, saggista, critico letterario e direttore di ANTEREM.

Nunzia Gionfriddo (Roma), scrittrice, saggista, ha collaborato col Dipartimento di Italianistica e con la cattedra di Storia della Scienza (Università La Sapienza di Roma).

Elisabetta Freddi (Senigallia - An), Poetessa, saggista, critico letterario.

Hafez Haidar (Cogliate - Mb), scrittore, traduttore, docente di letteratura araba (Università degli Studi di Pavia), Presidente del Comitato Diritti Umani e “ponte di dialogo tra l'Italia e il Medio Oriente”.

Egizia Malatesta (Massa), poetessa, critico letterario.

Pasquale Matrone (Vaiano – Prato), professore di filosofia, vice-Direttore della Tribuna Letteraria, Editorialista di Albatros, poeta, saggista e critico letterario.

Federica Sciandivasci (Roma), poetessa, critico letterario.

Isabella Sordi (Mestre - Ve), poetessa, saggista, critico letterario.

Patrizia Stefanelli (Itri - LT), poetessa, critico letterario, attrice teatrale.

Vittorio Verducci (Notaresco - TE), poeta, saggista, critico letterario.

Art. 10. Il giudizio della Giuria è insindacabile e inappellabile. II Verbale della Giuria, con la classifica dei vincitori, sarà pubblicato almeno tre settimane prima della premiazione nel sito: www.circoloiplac.com. Verranno avvisati telefonicamente solo i concorrenti premiati.

Art. 11. La cerimonia di Premiazione si terrà il sabato dell'ultima settimana di maggio 2025 presso l’Auditorium della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma – Viale Castro Pretorio, 105 – Roma. Tutti i concorrenti sono fin d'ora invitati alla cerimonia, cui farà seguito la tradizionale Cena conviviale.

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Art. 12. La partecipazione al Premio implica l’accettazione di tutte le clausole del presente Regolamento con la tacita autorizzazione alla divulgazione del proprio nominativo, del premio conseguito, del testo vincitore e delle foto della premiazione su quotidiani, riviste culturali, social network, TV e web: www.circoloiplac.com. La menzione del nome dell'autore è obbligatoria, nel rispetto dell'Art. 20 del DPR n.19 del 8/01/1979.

Gli autori si assumono la piena responsabilità per gli elaborati presentati, di cui detengono i diritti. Si declina ogni responsabilità in caso di plagio o falso da parte dei partecipanti, ricordando comunque che tale illecito è perseguibile a norma della legge speciale 22 aprile 1941, n° 633 sul "Diritto d'autore".

Con l'autorizzazione al trattamento dei dati personali si garantisce che questi saranno utilizzati esclusivamente ai fini del concorso e nell’ambito delle iniziative culturali del Circolo per la legge 675 del 31/12/96 e D.L. 196/03.

Il titolare e responsabile del trattamento è: Circolo Iplac – Via Libero Leonardi 193 – 00173 – Roma.

Ai sensi dell’art. 7 del D. Lgs. 196/2003 il concorrente ha diritto all’accesso, aggiornamento, cancellazione, opposizione al trattamento, rivolgendosi alla Segreteria.

A insindacabile giudizio degli organizzatori, in caso di eventuali impedimenti e/o a causa di forza maggiore, norme e contenuti del presente regolamento potranno subire variazioni o cancellazioni.

Ulteriori informazioni e aggiornamenti possono essere reperiti sul sito del Circolo IPLAC: www.circoloiplac.com e nella pagina facebook www.facebook.com/premiovociroma o si possono chiedere a:

Maria Rizzi (Presidente) – non votante: 06.7221150 – 347.5789139: mariarizzi@gmail.com; disponibile dalle ore 9.00 alle 14.00, giorni feriali.

Roberto Mestrone (Presidente di Giuria) – non votante: 346.5400553: rome_946@hotmail.com; disponibile la mattina dalle 10.00 alle ore 12 e 30 e il pomeriggio dalle 15.00 alle 19.00.

Roberto De Luca (Vicepresidente) – non votante: 347.1631483: rob1803dl@gmail.com; disponibile dalle ore 12.00 alle 13.00 oppure dalle 17.00 alle 19.00.

“Quintessenza” di Adriana Pedicini : poesie per l’anima e per la mente! di Francesca Castaldo

 



Tra i numerosi appuntamenti della rassegna “Maggio d’Autore”, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Benevento, per la XV edizione del “Maggio dei Libri”, lunedì 13 maggio è stata presentata la raccolta di poesie di Adriana Pedicini “Quintessenza” (ed. Il Foglio).

L’incontro con l’autrice, moderato da Francesca Castaldo, si è svolto nella sala “Antico Teatro” di Palazzo Paolo V a Benevento. Un simposio che ha visto tra gli ospiti l’Assessore alla Cultura Antonella Tartaglia Polcini, Milly Pati Chica già docente di filosofia e Angela De Nisco Presidente della Consulta delle Donne.

Un pomeriggio all’insegna della poesia ma anche dei ricordi e della commozione.

Adriana Pedicini, laureata in filologia classica, è stata docente di lettere classiche presso il Liceo Classico “P. Giannone” di Benevento, amata e stimata, come è emerso dalle numerose parole di affetto e di stima di colleghi ed ex alunni. “Una volta in pensione, la “Prof.” dalla mente fervida e brillante non poteva certo crogiolarsi nell’ozio” citando le parole della moderatrice, una ex alunna anche lei. Libera dagli impegni scolastici la Pedicini ha avuto il tempo di dedicarsi alla poesia, da sempre sua grande passione.

Pubblica il suo primo libro “Noemàtia (Piccoli Pensieri)” nel 2012. Nel 2013 “Sazia di luce”, scritto nel periodo difficile del decorso post operatorio per cancro al seno nel 2012, e con cui vince il terzo premio in un concorso difficile, bandito dall'Università di Padova, master in psicologia, con tema obbligatorio: il pensiero di fronte alla morte.

Seguono altre raccolte di poesie: “Il fiume di Eraclito” nel 2015, “Fiordalisi e Papaveri” nel 2021. Il suo amore per la scrittura trova espressione anche in alcune raccolte di racconti “I luoghi della memoria” edito nel 2016, “Il tempo sospeso” e “Alimenta” pubblicati rispettivamente nel 2020 e nel 2021.

Questi ultimi due, scritti a più mani, con alcuni soci dell’Auser sezione di Benevento, di cui è presidente dal 2016, durante la pandemia.  Il primo, il cui titolo “Il tempo sospeso”, già da solo, disegna un’immagine precisa di quella percezione di esseri sospesi, in un tempo dominato dalla paura e dal coraggio insieme, in cui si cercava di sfuggire all’isolamento cantando dai balconi. La Pedicini al canto ha preferito la scrittura invitando altri a farlo con lei, insieme per rifuggire il senso di solitudine e di angoscia. Anche “Alimenta” è un lavoro corale, che ha visto la partecipazione di diversi soci dell’Auser, una raccolta di racconti scritta con l’intento di raccogliere fondi da devolvere alle famiglie che la pandemia aveva reso più fragili.

“Generosità” è stata una parola ricorrente durante l’incontro con l’autrice, a descrivere la donna, l’insegnante e la poetessa.

E generosa è anche la poesia di “Quintessenza”, intrisa di ricordi e stati d’animo personali, emozioni e pensieri che hanno radici nel suo io più intimo e profondo. Con i versi di questa raccolta la Pedicini ci consegna generosamente questi suoi ricordi, a volte anche dolorosi, l’amore per i suoi affetti più cari, i suoi timori e le sue riflessioni sul senso di una vita fugace in cui si alternano “nuvole nere e tele azzurrate”, citando i suoi versi.

I temi dalla giovinezza sfuggente, dell’esistenza effimera, delle delusioni e dei sogni infranti, il senso della vita e della morte si alternano e si intrecciano in un percorso lirico fluido, armonioso che mai si abbandona al rimpianto e allo sconforto, ma esorta, anzi, all’accettazione di una condizione di esseri finiti e imperfetti, e a rifuggire il senso di vuoto che spesso ci opprime, spingendoci alla ricerca di qualcosa che ci completi.  Sarà proprio questa consapevolezza, piuttosto, ad aprire gli occhi sulla bellezza del futuro, tanto o poco che sia, e a dare luce anche ai momenti che appaiono più bui.

Nella raccolta anche alcuni componimenti che toccano temi di grande attualità, come i conflitti tra i popoli, l’emarginazione, la libertà; versi in cui le parole “vergogna”, “scempio”, “morte”, “pietà” tratteggiano la grande sensibilità della poetessa ma anche il suo sgomento e la rabbia per le guerre e le morti generate dalla follia del potere che ha “ucciso” la pietà!

A questa sezione della raccolta se ne aggiungono altre due: una è dedicata a un trittico dialettale dove il colore del dialetto tinge i versi di emozione e passione; nell’altra la Pedicini canta l’amore per i suoi nipoti, per i quali riserva versi di profonda dolcezza.

La lettura di alcune poesie è stata affidata all’attore Doriano Ràutnik, che ha voluto rendere il suo personale omaggio alla poetessa, sottolineando il rimando di alcuni versi a grandi autori come Dante, Leopardi e Manzoni, accostando a loro, dunque, la delicatezza e la forza espressiva della poesia della Pedicini.

Anche la moderatrice, Francesca Castaldo, attrice anche lei, e la professoressa Milly Pati Chica hanno voluto con garbo e affetto dare voce ad alcuni componimenti.

Ad aprire e chiudere il piacevole incontro il violino del M° Gianluigi Panarese che, dal repertorio di Bach, ha eseguito “La giga” e “La ciaccona”, due “danze musicali” proprio come tra pensieri ed emozioni danzano e volteggiano i versi di “Quintessenza”.

Francesca Castaldo

 

 

 

sabato 11 maggio 2024

Gianpiero Stefanoni....dialogo con la classicità

 

 

 

REGINA VIARUM

Castelli romani

 

Ti segue tra gli acquedotti                                                                                                              

e la villa dei Quintili fino ad unirsi                                                                                                                    

nello stupore del ritorno.                                                                                                                                                                  

 

In mezzo, da questo popolo                                                                                                                       

che proviene dal mare,                                                                                                                  

quel po' di lingua per la fondazione                                                                                                                 

dei boschi. Di tanta vastità                                                                                                                      

il pensiero rimosso, la perdita                                                                                                       

nel tuo accento di postero.                                                                                                                                  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FABULAS

 

Per te che passi, per te guardi                                                                                                                                  

un lare forse                                                                                                                       

quella terra deserta                                                                                                                       

arida e piana riposta all'ingresso                                                                                                                     

nella ciotola lieve                                                                                                                                    

di aria e di pane.

 

O la maternità                                                                                                                                 

del sole crescente                                                                                                             

in attesa del suo asino                                                                                                                

sapido e bianco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DAGLI ACQUEDOTTI

 

Cercare il frammento non ha senso.

 

 La stratificazione segue il presente                                                                                                

nella dimessa sostanza degli avverbi.  

 

Nel punto spezzato dell'arco                                                                                                          

la chiave addentellata della storia,                                                                                                       

il passaggio dell'acqua all'ulivo                                                                                                   

nell'uniforme vibrare del treno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"FIORI DI CALENDULA MARITIMA" di Antonino Stampa con prefazione di Marco Zelioli


 

GUIDO MIANO EDITORE

NOVITÀ EDITORIALE

 

È uscito il libro di poesie:

FIORI DI CALENDULA MARITIMA di ANTONINO STAMPA

con prefazione di Marco Zelioli

 

 

 

Pubblicata la raccolta poetica dal titolo “Fiori di Calendula maritima” di Antonino Stampa, con prefazione di Marco Zelioli, nella prestigiosa collana “Alcyone 2000”, Guido Miano Editore, Milano 2024.

 

Il titolo Fiori di Calendula maritima (pianticella salvata dall’estinzione che cresce solo in una piccola parte costiera della Sicilia trapanese) ci colloca subito nella terra di Antonino Stampa, alla quale lo scrittore ci trasporta attraverso i suoi occhi innamorati. Perché, come recitano i versi introduttivi, riecheggiando quanto Goethe diceva della bellezza: «La poesia / non è nelle cose, / ma negli occhi / di chi / le guarda». Ed è così che l’autore ci accompagna lungo le cinque parti che compongono l’opera. Le prime quattro (Come un battito d’ali, Noi e gli altri, Quel che lasciamo, Universo) sono tanto connesse tra loro che le poesie che le compongono sono numerate in sequenza dalla I alla XXXI; la quinta (Belice 1968-2018) è una sorta di poemetto interamente dedicato, a cinquant’anni dall’evento, al drammatico terremoto che colpì Gibellina e dintorni.

L’espressione è affidata a versi brevi, che evocano più che descrivere. Versi tanto spontanei quanto meditati: ad esempio, l’immagine di una tenda da sole basta a richiamare la siepe dell’Infinito leopardiano, e lo scrittore ne fa scaturire una asciutta meditazione sulla vita: «Scorrono ombre / sulla tenda / da sole. // Oltre, / nel limpido azzurro, / voli d’uccelli» (Oltre, poesia IX di Come un battito d’ali). Proprio con una citazione dell’Infinito di Leopardi si apre poi la lirica XXIX della sezione Universo: «Nero, / infinito silenzio / solitudine di spazi / ove smarrirsi…», quasi una personale nota esplicativa della citazione. Leopardi è citato anche nella breve ultima lirica XXXI (della stessa sezione), quasi a testimoniare una fonte d’ispirazione ricorrente.

Antonino Stampa ci offre un’osservazione disincantata della realtà, presentata in genere solo per accenni fugaci, come in una apparentemente placida contemplazione del reale: le parole del poeta, infatti, sono sempre lineari, non ‘aggrediscono’ il lettore con immagini disturbanti. Neppure quando descrivono (nell’ultima parte) le ore drammatiche del terremoto del Belice; né quando accennano ad autentici drammi dell’esistenza, come qui: «…Quanti / in ordinati governi, / ignorati, / senza lasciare traccia / nella nera terra / chiusero / una vita di stenti?» (poesia XXVIII di Quel che lasciamo). E nemmeno quando, con pungente ironia, ricorda: «…Non tingerti la canizie, / non questo / ti renderà giovane» (poesia XXV, ivi),

perché: «Di Dio / è il futuro / dell’uomo, / forse, / il presente. // Giorno dopo giorno / affronta la vita, / più non è dato» (poesia XXIII, ivi).

Si può certamente sottoscrivere quanto considerato da Enzo Concardi nel presentare l’opera poetica di Antonino Stampa nell’ampio saggio I motivi lirici predominanti della poetica di Antonino Stampa: «Le opere poetiche di Antonino Stampa percorrono l’essenziale tragitto della condizione umana attraverso una meditazione spesso in solitudine sul senso del tempo, sulla presenza magica e simbolica della natura, sul mistero dell’Incarnazione, riferito alla storia come interprete della perenne lotta tra il Bene e il Male, sul senso della sofferenza».

Al di là della scorrevolezza quasi pacificante dei versi di Antonino Stampa, però, affiorano molti tratti di sofferenza da diverse liriche. Tratti quasi nascosti, ma non trascurabili; ad esempio in Siciliano (lirica XIII di Noi e gli altri), il cui incipit allude a sofferenze secolari, storiche, di vasta portata e non solo individuali: «Sono / di questa terra, / zattera a genti in fuga / nel vasto mare / o qui venute / per sete di dominio…» (il corsivo del testo è mio). La leggerezza dei versi fluenti, liberi da metrica e rime, quasi copre anche sofferenze più intime, forse taciute per timore del disinteresse altrui, come nella lirica XVI di Noi e gli altri, che per intero recita: «“Ciao, / come stai?”. / “Bene…”. // Abbiamo l’obbligo / di stare bene. / Dovrei aprirti il mio privato, / forse quello dei miei familiari…? / E tu? / Ascolteresti attento, / qualche parola / di solidarietà. / Poi ti allontaneresti. / Per i tuoi urgenti impegni».

La sofferenza emerge più esplicita nell’ultima parte della raccolta, Belice 1968-2018, con undici Quadri di un terremoto e del prima e del dopo – come recita il primo dei due sottotitoli. Qui si palesa come condizione vissuta da un intero popolo, cui il poeta dà personalissima voce: si veda la poesia VI (Ruderi di Poggioreale) che chiude con questi versi struggenti: «…Il vento / fra i muri / urla, / piange nel mio cuore». Un’altra immagine, in particolare, può farci focalizzare su quanto dolore c’è in eventi come il terremoto che colpì il Belice; un dolore intenso, che il poeta sa rievocare con poche asciutte parole: «…il muro di una casa / aperta, / memoria / d’intimità perduta…» (poesia III, Gibellina nuova - Le tre piazze). Parole non tese solo a documentare quella sofferenza, ma «…perché ti si pieghino / i ginocchi / e ascolti nel vento / le voci di quanti / qui ebbero / forma d’uomini…» (poesia VIII, Gibellina - ‘Cretto sui ruderi’ di Burri); parole scritte soprattutto per ricordarla ai giovani - e ce n’è motivo - perché: «…Non hanno memoria / i giovani / immersi in un eterno / presente» (poesia X, Con arroganza).Insomma, con Antonino Stampa siamo introdotti quasi con dolcezza (la dolcezza del suo linguaggio che scivola via leggero) nell’aspetto forse meno amato, ma più presente in ogni vicenda umana nel mondo: la sofferenza. Che resta tale, anche se la si guarda con animo pieno di speranza perché la speranza permette di collocare tutto il male del mondo all’interno di un disegno positivo, ma non toglie dalla vita la dura esperienza del dolore. Speranza non declamata con pur giuste asserzioni teoriche, ma sommessamente suggerita al lettore con l’immagine umile e concretissima del contadino che «…Apre il solco / e vi depone il seme / e in giugno / campi fecondi / di giallo grano / falcia nel sole, / quel pane / che Dio / con l’uomo ha diviso…» (poesia V di Belice 1968-2018): è la speranza che chi semina possa anche raccogliere.  Dobbiamo essere grati a chi, come Antonino Stampa, con suoi versi pensati «con voce scabra» (come egli stesso scrive nell’ultima poesia XI, Congedo) aiuta a meditare sul dolori e sui mali piccoli e grandi della vita, con una visione sofferente, sì, ma serena, consapevole che tali dolori e mali non dicono l’ultima parola sull’esistenza umana. Uno scrittore che ci dona i suoi pensieri con una poesia rara come i Fiori di Calendula maritima.

Marco Zelioli

 

 

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L’AUTORE

 

Antonino Stampa è nato nel 1946 a Trapani dove attualmente risiede; laureatosi in Filosofia presso l’Università di Palermo, ha insegnato Lettere nelle scuole medie. Ha pubblicato le raccolte di poesie: Marine. Trasparenze in frammenti (1995), Specchio nascosto (2002), Distesi silenzi del mare (2003), Nei gorghi del tempo (2012), Chiedersi (2014), E non distinguo approdi (2017).

 

 

Antonino Stampa, Fiori di Calendula maritima, prefazione di Marco Zelioli, Guido Miano Editore, Milano 2024, pp. 84, isbn 979-12-81351-29-5, mianoposta@gmail.com.

 

 

 

 

 



 

 

"IL DONO DELL’ALBA "di Francesco Salvador con prefazione di Enzo Concardi


 

GUIDO MIANO EDITORE

NOVITÀ EDITORIALE

 

È uscito il libro di poesie:

IL DONO DELL’ALBA di FRANCESCO SALVADOR

con prefazione di Enzo Concardi

 

 

 

Pubblicata la raccolta poetica dal titolo “Il dono dell’alba” di Francesco Salvador, con prefazione di Enzo Concardi, nella prestigiosa collana “Alcyone 2000”, Guido Miano Editore, Milano 2024.

 

La poesia di Francesco Salvador va visitata come se contenesse un mosaico di occasioni che la vita presenta, ma che spesso tuttavia si trasformano in illusioni e poi delusioni, lasciando un fondo amaro per mancanza di prospettive a lunga scadenza. Si tratta di testi di non facile lettura ed interpretazione, sia per la presenza di numerose espressioni, immagini, allocuzioni bipolari, antitetiche, opposte (motivo linguistico), sia per un’incertezza dell’anima che si riflette sul messaggio letterario del poeta veneto (motivo contenutistico).

Il suo pregio maggiore può essere ravvisato nella capacità di creare atmosfere suggestive ed accattivanti attraverso la cifra della sintesi: bastano pochi versi, alcune pennellate metriche, altri coinvolgenti ossimori, per conferire ai suoi ritmi ed alle sue scansioni armonie, emozioni, suoni che proiettano il lettore nel mondo della poesia. Anche il titolo della raccolta - Il dono dell’alba - corrisponde a tali caratteristiche, lasciando tuttavia in sospeso l’aspettativa creata con un’immagine molto lirica; nel testo conclusivo, Volti, ecco gli ultimi due versi («…Tutti nell’attesa / di un dono all’alba») che sospendono la definizione del domani, del futuro: viviamo una speranza forse troppo vaga per essere chiamata tale. E, in tutto il libro, un crepuscolarismo strisciante avvolge la visione del mondo dell’autore.

Non per nulla uno dei temi più ricorrenti nel suo ventaglio creativo è quello esistenziale, dall’interrogarsi sull’essenza del tempo fino all’incombente senso e realtà della morte. Ciò lo possiamo evincere visitando le più significative pagine a proposito dell’essere o non essere. In apertura molto ci dice Una mano sulle pietre. Qui il poeta vorrebbe fermare il tempo, ma vano è lottare contro tutto ciò che è «già scritto nel palmo di una mano», ovvero il nostro destino. Sorte che si concretizza con un’intuizione interiore: «come chi sente la vita andare»; ed altri versi testimoniano l’illusione di restare qui più del dovuto, «perché l’ignoto fa tremare», cioè il pensiero della morte («casa fredda») e di quel che ci aspetta dopo.

Più esplicita e lapidaria è la poesia All’asta dell’addio: «Inventari / rimangono al vecchio / solitario malato / dalle forze spremute / domani chi / verrà alla soglia / della casa / per dare sorrisi? / Re Mida della morte / ad ogni passo stanco / sarà solo all’asta / dell’addio». La senilità è dunque vissuta come l’anticamera della morte, e non come una stagione della vita con le sue luci ed ombre. Si può inserire in questi contesti tematici anche Non sei più tornata, un sogno – incontro immaginario con la madre tacita («madre perché non mi parli?») nella sua dimensione ultraterrena: non si crea così un dialogo, una “corrispondenza di amorosi sensi” tra madre e figlio. La ricerca filosofica, da parte dell’autore, di approdi o comunque di direzioni sicure è di difficile ed ostica esperienza, poiché non riesce a distinguere tra ciò che appartiene alla realtà abitata dall’uomo o alla dimensione metafisica e divina: «...Così potremmo / sperare di scorgere / l’amalgama tra l’immanente / e il trascendente / nell’ultima libertà di pensiero...» (Non oltre il mare).

In un’altra delle sue metafore (un certo simbolismo abita i testi di Francesco Salvador) appare – insieme al suo – il pianto di un neonato e di un gatto e ci dice: «…È il pianto di chi / non sa gestire l’ignoto, / e quella disperazione / ci accomuna, rende noi tre / fratelli per sempre: / io, il neonato e il gatto, / una triade terrena / che non aspira / alla conquista dell’eternità» (Verso la città morta). Dunque siamo giunti alla rinuncia, non c’è alcun risultato, sbocco apparente alla ricerca dell’autore, fino al punto di svilire anche la ragione, dal momento che l’uomo è inserito in una «triade terrena» disperante, in cui non si è sviluppata un’evoluzione qualsiasi. Stesse note troviamo ne Il mare della vita, in cui una similitudine sorregge versi sia dubitativi che affermativi, ma dove regna ancora un’atmosfera di desolazione: «È dunque questo / il mare della vita? / Un eterno oblio / che cerca per compagno / lo stordimento? / E quante oasi false / prima di giungere / alla fine che fine non è!...».

E troviamo ancora parole che suggeriscono «il disagio di essere uomo» (Per le parole dei poeti), forse quel ‘male di vivere’ o quel ‘male oscuro’ che è di casa in molta parte della letteratura contemporanea di derivazione ideologica. Ed anche parole di solitudine, inevitabili in una condizione umana giocata sul minimalismo ribassista: le Nuvole grigie che vestono il cielo sono paragonate ai fantasmi della nostra mente, ma in soccorso giungono «i carillon delle giostre» che proiettano il poeta in uno stato letargico, «nel tepore rassicurante di una fiaba».

Vi sono tuttavia, tra le poesie della presente raccolta, parentesi, pause, soste - rispetto ad un certo pessimismo antropologico e filosofico - che potremmo definire di ‘realismo magico’, ovvero sulla base descrittiva di realtà tangibili s’innesta la fantasia immaginifica del poeta, in parte di derivazione naturalistica. Sono tali le seguenti composizioni, paradigmatiche ed esemplari di questo genere. Citiamo allora Insegnami, dove si segnala la scomparsa di personalità artistiche con forti identità e radici, vicine al popolo e alla gente autentica, poiché hanno preso il loro posto creature evanescenti e anonime: «Chiedimi cosa / potrei raccontare / alle sedie occupate / dei bar / sono scomparsi i poeti d’osteria / e non da oggi / come poter instaurare dialoghi / con i fantasmi / insegnami». Indi la più articolata e lirica Ciò che resta nei paesi, che può essere assunta anche come rappresentante della tipologia salvadoriana dei testi d’atmosfera, come si diceva nel secondo capoverso di questa prefazione; il poeta infatti crea immagini lampanti e segrete della vita di borgo: lo sguardo da certe finestre, le vie più nascoste, l’aria fresca della domenica, un bar invecchiato negli anni, finestre di cucine illuminate… dove l’elemento onirico è dato da un improbabile ‘genio del luogo’ o ‘sognando un folletto’ nelle sere sprigionanti talora calore umano, talaltra situazioni di solitudine.

Ed ancora Conchiglie, che ricostruisce il gioco dei mondi ascoltati ponendo l’orecchio su di esse, gioco tramontato appartenuto alle avventure sognate nella nostra adolescenza: «Portano dentro / il suono della nave pirata / le urla dei corsari / tutti i fantasmi / conservati dal mare. // In quel fruscio magico / vi è il mondo sparito / del capitano Nemo». E concludiamo le citazioni del ‘realismo magico’ con Canto di sabbia, il cui titolo è già un ossimoro, che prelude all’altro gruppo di poesie di Salvador, ossia quello della bipolarità. Canto di sabbia mi pare essere una delle più riuscite liriche del libro ed associa immagini forti a strutture linguistiche soavi, con un messaggio finale sull’aggressione perpetrata nei confronti del pianeta Terra: «Un canto di sabbia / viene da lontani deserti / lo spartito fatto di polvere / lancia le note fino a qui. / L’ululato feroce del vento / è la melodia che sentiamo / a volte dolce a volte selvatica / come artigli d’aquila sulla preda. / Sa consolare la ninna nanna / del suo fischio insistente. / Altrove sciacalli banchettano / confusi nell’ocra gialla / di una terra friabile e ferita».

Ed eccoci finalmente ad alcuni annunciati passi contenenti antitesi, che quindi affermano e negano allo stesso tempo. Di nebbia questo cuore si avvale di figure retoriche: c’è l’anafora «di nebbia questo…» come incipit delle due strofe; ci sono ossimori come «il cuore vestito di nebbia» e «canto muto»; c’è la sinestesia del «giorno dal respiro affannoso»; e l’antitesi consiste nella dichiarazione del poeta che, nonostante il «grigio inerme» e il canto inudibile, ringrazia «chi quella musica / ha scritto». Il significato del testo potrebbe nascondersi proprio qui, nel tentativo di apprezzare tutto ciò che rompe l’apparente non senso dell’esistenza. L’alba verrà (in sintonia con il titolo della raccolta) apporta tre antitesi: verrà l’alba a guidare i tuoi passi, ma sarà tardi per cantare; la confusione attuata dal soggetto fra il sangue (primo polo) e l’oro (secondo polo); bacerai le perle, ma sarai preda del marmo. L’autore vuole rappresentare indubbiamente le contraddizioni della vita e dell’animo umano, la sua natura scissa sempre tra due opposte tendenze, come nelle conclamate realtà: bene-male, luce-tenebre, vita-morte, piacere-dolore…

Chiarissima nella sua sintesi dualistica è Legami, che rimanda anche ad una tipica problematica pirandelliana: il desiderio di libertà ed il bisogno di avere nel contempo una vita d’affetti e sociale, la quale comporta appunto dei legami e delle responsabilità. Scrive il poeta: «In alcuni giorni / non vorrei avere legami. // Camminare per orti e stelle / sarebbe il mio sogno. // Anche un torrente lurido / mi darebbe allegria…». (Questa prima parte è il sogno della libertà senza condizioni e impedimenti, anarchica). Tuttavia scrive nella seconda parte: «…Ma poi penso / che senza certe catene / non avrei potuto vivere / e mi sarebbe ora impossibile / contare i passi del mio domani» (Accettazione delle sicurezze economiche, professionali, familiari, affettive: ciò che Pirandello chiama la ragnatela delle convenzioni sociali cristallizzate).

Pochissimi sono i riferimenti alla poesia amorosa ne Il dono dell’alba, mentre non poteva essere l’amore il più bel dono dell’alba? Forse non basta Un tuo capello perché il lettore possa pensare a ciò: «Un tuo capello / mi è rimasto / sulla spalla / di una camicia / da te stirata / in tempi lontani. / Era un tuo bacio / inconsapevole (così ho pensato) / ma prezioso ora per me / come le tue labbra / ora che sei lontana». In definitiva il poeta però recupera il valore della vita (Un treno in corsa) e valorizza positivamente quelle occasioni che anche per Montale costituivano lo stimolo per andare avanti, nonostante l’enigma esistenziale: «...Il treno non si chiede / a cosa vale aver vissuto / e neppure chi di noi / morirà in pace / ignorando il valore / degli attimi trascorsi».

Enzo Concardi

 

 

 

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L’AUTORE

 

Francesco Salvador è nato nel 1957 a Vittorio Veneto (tv); ha vissuto per molti anni a Venezia prima di trasferirsi a Padova dove attualmente abita e lavora come insegnante di scuola primaria. È autore di molte raccolte poetiche con le quali ha ottenuto diversi premi, riconoscimenti e lusinghieri riscontri di critica; ha pubblicato anche brevi racconti in riviste letterarie.

 

 

Francesco Salvador, Il dono dell’alba, prefazione di Enzo Concardi, Guido Miano Editore, Milano 2024, pp. 88, isbn 979-12-81351-32-5, mianoposta@gmail.com.