Tra i numerosi appuntamenti della rassegna “Maggio d’Autore”,
organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Benevento, per la XV
edizione del “Maggio dei Libri”, lunedì 13 maggio è stata presentata la
raccolta di poesie di Adriana Pedicini “Quintessenza” (ed. Il Foglio).
L’incontro con l’autrice, moderato da Francesca Castaldo, si
è svolto nella sala “Antico Teatro” di Palazzo Paolo V a Benevento. Un simposio
che ha visto tra gli ospiti l’Assessore alla Cultura Antonella Tartaglia
Polcini, Milly Pati Chica già docente di filosofia e Angela De Nisco Presidente
della Consulta delle Donne.
Un pomeriggio all’insegna della poesia ma anche dei ricordi e
della commozione.
Adriana Pedicini, laureata in filologia classica, è stata
docente di lettere classiche presso il Liceo Classico “P. Giannone” di
Benevento, amata e stimata, come è emerso dalle numerose parole di affetto e di
stima di colleghi ed ex alunni. “Una volta in pensione, la “Prof.” dalla mente
fervida e brillante non poteva certo crogiolarsi nell’ozio” citando le parole
della moderatrice, una ex alunna anche lei. Libera dagli impegni scolastici la
Pedicini ha avuto il tempo di dedicarsi alla poesia, da sempre sua grande passione.
Pubblica il suo primo libro “Noemàtia (Piccoli
Pensieri)” nel 2012. Nel 2013 “Sazia di luce”, scritto nel periodo
difficile del decorso post operatorio per cancro al seno nel 2012, e con cui
vince il terzo premio in un concorso difficile, bandito dall'Università di
Padova, master in psicologia, con tema obbligatorio: il pensiero di fronte alla
morte.
Seguono altre raccolte di poesie: “Il fiume di Eraclito”
nel 2015, “Fiordalisi e Papaveri” nel 2021. Il suo amore per la
scrittura trova espressione anche in alcune raccolte di racconti “I luoghi
della memoria” edito nel 2016, “Il tempo sospeso” e “Alimenta”
pubblicati rispettivamente nel 2020 e nel 2021.
Questi ultimi due, scritti a più mani, con alcuni soci dell’Auser
sezione di Benevento, di cui è presidente dal 2016, durante la pandemia. Il primo, il cui titolo “Il tempo sospeso”,
già da solo, disegna un’immagine precisa di quella percezione di esseri sospesi,
in un tempo dominato dalla paura e dal coraggio insieme, in cui si cercava di
sfuggire all’isolamento cantando dai balconi. La Pedicini al canto ha preferito
la scrittura invitando altri a farlo con lei, insieme per rifuggire il senso di
solitudine e di angoscia. Anche “Alimenta” è un lavoro corale, che ha visto la
partecipazione di diversi soci dell’Auser, una raccolta di racconti scritta con
l’intento di raccogliere fondi da devolvere alle famiglie che la pandemia aveva
reso più fragili.
“Generosità” è stata una parola ricorrente durante l’incontro
con l’autrice, a descrivere la donna, l’insegnante e la poetessa.
E generosa è anche la poesia di “Quintessenza”, intrisa di
ricordi e stati d’animo personali, emozioni e pensieri che hanno radici nel suo
io più intimo e profondo. Con i versi di questa raccolta la Pedicini ci
consegna generosamente questi suoi ricordi, a volte anche dolorosi, l’amore per
i suoi affetti più cari, i suoi timori e le sue riflessioni sul senso di una
vita fugace in cui si alternano “nuvole nere e tele azzurrate”, citando i suoi
versi.
I temi dalla giovinezza sfuggente, dell’esistenza effimera,
delle delusioni e dei sogni infranti, il senso della vita e della morte si
alternano e si intrecciano in un percorso lirico fluido, armonioso che mai si
abbandona al rimpianto e allo sconforto, ma esorta, anzi, all’accettazione di
una condizione di esseri finiti e imperfetti, e a rifuggire il senso di vuoto
che spesso ci opprime, spingendoci alla ricerca di qualcosa che ci completi. Sarà proprio questa consapevolezza,
piuttosto, ad aprire gli occhi sulla bellezza del futuro, tanto o poco che sia,
e a dare luce anche ai momenti che appaiono più bui.
Nella raccolta anche alcuni componimenti che toccano temi di
grande attualità, come i conflitti tra i popoli, l’emarginazione, la libertà;
versi in cui le parole “vergogna”, “scempio”, “morte”, “pietà” tratteggiano la
grande sensibilità della poetessa ma anche il suo sgomento e la rabbia per le
guerre e le morti generate dalla follia del potere che ha “ucciso” la pietà!
A questa sezione della raccolta se ne aggiungono altre due:
una è dedicata a un trittico dialettale dove il colore del dialetto tinge i
versi di emozione e passione; nell’altra la Pedicini canta l’amore per i suoi
nipoti, per i quali riserva versi di profonda dolcezza.
La lettura di alcune poesie è stata affidata all’attore
Doriano Ràutnik, che ha voluto rendere il suo personale omaggio alla poetessa, sottolineando
il rimando di alcuni versi a grandi autori come Dante, Leopardi e Manzoni,
accostando a loro, dunque, la delicatezza e la forza espressiva della poesia
della Pedicini.
Anche la moderatrice, Francesca Castaldo, attrice anche lei,
e la professoressa Milly Pati Chica hanno voluto con garbo e affetto dare voce
ad alcuni componimenti.
Ad aprire e chiudere il piacevole incontro il violino del M°
Gianluigi Panarese che, dal repertorio di Bach, ha eseguito “La giga” e “La
ciaccona”, due “danze musicali” proprio come tra pensieri ed emozioni danzano e
volteggiano i versi di “Quintessenza”.
Francesca Castaldo
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