GUIDO
MIANO EDITORE
NOVITÀ
EDITORIALE
È uscito il
libro di poesie:
8 INFINITO 8 –
L’ARRIVO DEL GABBIANO
di ADRIANA DEMINICIS
con prefazione di Enzo Concardi
Pubblicata la raccolta poetica
dal titolo “8 Infinito 8 – L’arrivo del Gabbiano” di Adriana Deminicis, con prefazione di Enzo Concardi, nella
prestigiosa collana “Alcyone 2000”, Guido Miano Editore, Milano 2024.
Dopo la
pubblicazione de La gemma di giada nel 2023 – che ha visto sempre la mia prefazione – ecco ora
l’apparizione de L’arrivo del Gabbiano, seconda opera di Adriana
Deminicis, appartenente al ciclo dedicato all’Infinito: ne è sicuramente la
prosecuzione poetica ed ideale, riprendendone i motivi di fondo e la tecnica
letteraria. La poesia incipitaria del libro cerca di illustrare al lettore il
lungo cammino che l’aspetta per raggiungere mete e traguardi di spiritualità e
benessere, nell’unione con il Tutto: porta lo stesso titolo simbolico della raccolta
ed è una sorta di dichiarazione programmatica del significato della presenza
dei gabbiani, ovviamente metafora da svelare. I versi chiave mi sembrano i
seguenti: «… Il Gabbiano in volo rappresenta / il mio pensiero che ha trovato
la via / per poter uscire ed intraprendere / il cammino, nel respiro liberato /
che fluttua nell’Aria, ondeggia / ed a ogni batter d’ali / fa imprimere parole
sentite, / sgorgano fluttuanti senza remore e paure / e dicon ogni cosa, /
tutto quello che il mio cuore in questo momento sente...».
La mente e il sentimento della poetessa agiscono quindi all’unisono,
investendo tutta la personalità, l’essere l’anima, i sensi per compiere un
cammino di liberazione e di guarigione, simile alla funzione dell’antica “vis
medicatrix naturae”. Qui potremmo già citare - come esemplificazione – le
liriche Il quarzo citrino («Non era un vezzo / senza significato /
portare un ciondolo / di quarzo citrino /…/ lo vedevo luccicare / lo tenevo a
me vicino / e i suoi effetti e benefìci / si imprimevano ben presto / sul mio corpo…»; La
gemma di giada («Scompariva il dolore dal corpo / grazie alla preziosa
gemma di giada /…/ erano il cielo stesso, l’aria, le acque del mare / a volere
tutto questo...»; La gemma corniola («... / indossavo una collana al
collo / avvertivo una energia diversa /…/ per non parlare della carnagione /
che assumeva un colore diverso ringiovanito / grazie anche alla gemma corniola,
/ che portavo al collo»).
Gli elementi della
Natura sono quindi protagonisti in questa poesia i cui contorni vanno
gradualmente definendosi nel suo sviluppo e che incontreremo nell’analisi
critica, elementi che sempre interagiscono con l’io dell’autrice, svolgendo un
ruolo di alter-ego nel dialogo colloquiale, immaginato e vissuto
nell’interiorità ed esternato attraverso il linguaggio poetico. Si tratta
dunque di una poesia soggettiva, in definitiva auto-centrata sull’universo
personale, una sorta di lunga confessione, un monologo che letterariamente
assume la forma di una poesia-fiume che scorre nelle sue vene, trasformandosi
in poesia-narrazione e sublimandosi in poesia visionaria, dove la realtà fa
solo capolino, in attesa di trasfigurarsi in altro da sé.
In certi frammenti è come l’osservare i
particolari di un quadro impressionista, poiché taluni versi ricreano quel tipo
di atmosfere: «Vidi passare un fiore di canna rosso /
nel cestino di una bici, / ho visto ancora un gioiello rosso / nella via del
mercato ed un occhio blu, / si respirava finalmente un sorriso / nel viale del
pigneto /.../ C’era anche una farfalla bianca, / quell’abitino senza maniche /
mi faceva ancora sognare…» (La via del pigneto).
Ovviamente
i richiami alla presenza dei gabbiani nei testi della Deminicis sono numerosi,
per cui non possiamo esimerci dal proporne alcuni anche al lettore. Dapprima ci
soffermiamo su Entrare
nel flusso, lirica nella quale tutto è teso alla ricerca dell’armonia, della comunione vitale con l’energia
dell’universo, dove l’arrivo del gabbiano porta al superamento delle
contraddizioni, crea alchimie con tutte le creature viventi: la poetessa si
alza in volo con lui e sogna l’isola immaginaria, ovvero il regno dell’Amore,
la possibilità di un nuovo benessere. Significativa anche Il gabbiano, dove
assistiamo ad un flusso ininterrotto di immagini legate ad associazioni di
ricordi liberamente rivissute ed espresse, e dove i luoghi concreti si
trasformano in contesti irreali senza nomi, tempi, storie, come se la poetessa
si fosse seduta sul lettino di uno psicanalista e parlasse a ruota libera dei
suoi sogni; così il mare ed il cielo l’avvolgono completamente fino a godere la
pienezza del vivere, una completa felicità e le altezze dello spirito, grazie
alle lezioni impartite dal gabbiano. Ne I Gabbiani. Arrivarono in tanti, accogliamo
un altro messaggio d’infinito e di rinascita, poiché – dice il testo – i loro
sguardi andavano oltre i limiti del tempo, presagivano l’arcobaleno
all’orizzonte dopo i tuoni del temporale, indicavano la ricchezza della gamma
dei colori naturali.
Ed
ancora La baia dei Gabbiani, tecnicamente un acrostico basato sul
vocabolo poesia, con il chiaro incipit: «Nella baia dei Gabbiani si
viveva di poesia…». Un altro sito onirico dove si attendeva la metamorfosi
della vita, ma dove: «... Dovevamo essere aiutati, / dovevamo aiutarci perché
qui vigevano / ancora la malattia e la vecchiaia / e c’era ancora tanta
dipendenza / così da annullare le proprie ricchezze personali...». La
poetessa usa il verbo al passato in quanto si tratta di sogni o visioni e
quindi eventi già avvenuti, oppure perché sono stati esistenziali preesistenti
ed ora superati: vige la legge della dinamica nel nostro vivere.
Nel complesso la poetica del
libro sembra rispecchiare talune acquisizioni della filosofia conosciuta come New
Age (“Nuova Era”), vasto movimento culturale che comprende diverse
correnti psicologiche, sociali e spirituali di natura alternativa sviluppatesi
negli ultimi decenni del secolo scorso, come certi concetti e pratiche quali la
meditazione yoga, il ‘channeling’, la cristalloterapia, la medicina olistica,
l’ambientalismo, l’astrologia, la cabala, la teosofia, le sincronicità
numeriche... Tale visione sovente accomuna gli elementi della Terra, del Mare,
del Sole, della Luna, dei Pianeti, e degli altri corpi celesti come fonti di
energia per la vita umana. Le liriche della Deminicis che rispondono a queste
caratteristiche sono numerose ed è interessante scoprire dai loro versi le
affinità esistenti; ne segnalo alcune al lettore.
Leggiamo L’energia di Gaia
(Gea, la Terra) e vi troviamo il desiderio di connessione con l’energia
universale, guaritrice e benefica, apportatrice – dice la poetessa – di quel
grande Amore che ha sempre ricercato nella sua vita. Visitiamo L’orizzonte e
il mare – dove si dispiegano vaste dimensioni spirituali,
ontologiche, oniriche – e conosciamo l’influsso positivo del mondo delle acque,
degli oceani con la voce del mare che parla a lei con tutta la sua forza. Così
anche in Una conchiglia emergono i bisogni dell’anima, la necessità di
una rigenerazione antropologica, dell’incontro con l’amore vero, di una
sconfitta della solitudine perché siamo fatti per vivere evangelicamente
riuniti ed accedere al Tutto. Ecco poi la divinizzazione del grande astro (L’amore
del Sole) che ci regala la vita con i suoi raggi, ai quali non si può
rimanere indifferenti: essi parlano e la loro voce ha molte cose da dirci. Il
tema è ripreso e sviluppato anche in Una canoa. In tali visioni scontato
è uno sguardo diverso verso la Luna: non
la gelida ed ostile luna leopardiana, ma la calda, amica e benefica luna,
poiché «...Luna eri venuta / per rimanere con me per sempre…». Accanto alla
Luna ecco Marte, pianeta bellissimo che, come tutti gli altri corpi
celesti, richiama il pensiero dell’Infinito. Infine la poesia astrale
dell’autrice si sofferma su Gli anni dei Numeri, dai poteri magici e
taumaturgici: «... Ogni numero mi avrebbe accompagnato / con il cuore in mano,
ogni numero / mi avrebbe portato giorni generosi / pieni di Amore e di
Felicità».
Per consegnare ora al lettore
ulteriori chiavi di lettura chiare e sintetiche, ovvero fuor di metafora, come
si suol dire, de L’arrivo del Gabbiano, ne enunciamo le più importanti.
L’umanità, la vita, l’universo, il cosmo, sono spiritualmente interconnessi per
cui partecipi della stessa energia: Dio è uno dei nomi di questa energia. La
mente umana ha poteri profondi e vasti che possono modificare la realtà: ognuno
crea la sua realtà. Ciascun individuo ha uno scopo sulla Terra e una lezione da
imparare: la lezione più importante è l’amore. C’è un nucleo mistico comune in
tutte le religioni, orientali ed occidentali: i dogmi, l’identità religiosa,
l’intolleranza sono ostacoli al progresso della specie. Tutto ciò che accade ha
uno scopo: in ogni momento siamo nel posto giusto per imparare la propria
lezione. Il nostro obiettivo è diventare capaci di amare tutto ciò con cui
entriamo in contatto, scoprire il divino in ogni cosa e l’unione dell’Uno con
il Tutto.
Il poemetto finale dal titolo
Un occhio blu vuole insegnare tutto ciò con il risveglio del terzo
occhio, la guarigione interiore, dopo la prigionia kafkiana in un castello e
l’alienazione psicanalitica con un dottore in camice bianco: l’incubo finisce e
nella storia – che sembra un sogno sconnesso – il protagonista ritrova se
stesso e la propria felicità.
Enzo Concardi
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L’ATRICE
Adriana
Deminicis è nata a Montegiorgio (FM) nel 1958. È docente nella Scuola
Secondaria di II grado. Attualmente insegna presso l’I.T.T. Montani Fermo. Ha
pubblicato le raccolte di poesie: Il mio tempo a che ora è arrivato?
(2012), Il mio domani non è mai uguale (2013), Oggi così, domani in
altro modo (2013), Momenti di vita quotidiana (2013), Quando
(2015), Da un Poemetto alla Luna. I fiori di gelsomino (2022), 8
Infinito 8 – La gemma di giada (2023). Altre sue poesie sono pubblicate in
vari volumi antologici.
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Adriana Deminicis, 8 Infinito 8 – L’arrivo del Gabbiano,
prefazione di Enzo Concardi, Guido Miano Editore, Milano 2024, pp. 152, isbn 979-12-81351-33-2,
mianoposta@gmail.com.
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