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domenica 3 luglio 2011

Nota al libro "Labirinti" di Gianna Sallustio

Nota
al libro
Labirinti
di
Gianna Sallustio


La poesia di Gianna Sallustio è contraddistinta da una grande maestria metrica di alto spessore tecnico. I versi, spesso ellittici, sono espressione di una densità di contenuti, messi in evidenza da costruzioni anastrofiche che rivelano un importante uso del significante metrico ad accompagnare gli spartiti dell’anima. E sempre in questa silloge forma e contenuti in simbiosi.
Labirinti: sono i labirinti della vita, non senza fughe in cerca di momenti appaganti le nostre solitudini, ma pur sempre fughe che finiscono in dedalici recinti senza sbocco: “La melodia /.../ All’UNIVERSO / l’animo spalanca: / Che ritorni innocente / a contrastare solerte / il fascino della sconfitta.” Forse è il pensiero di questo labirinto che ci spinge a lanciare un messaggio, una storia, pur anche foscoliana, oltre noi; o ad aggrapparci a un’isola, a un mondo, o perché no, alla poesia stessa eternatrice, che scongiuri la notte, nella voce di Dario: “...io cerco Dio anche se non l’ho ancora / trovato. / Lo invoco perché l’idea dell’al di là / senza nulla, mi fa orrore”.
Paesaggi, ambienti, personaggi, commiati, affetti, concerti, aneliti tutto si amalgama e concretizza la storia di un’anima racchiusa in una vita. Ma per la Sallustio pur sempre “Sfavillano scaglie di stelle / riverberi d’Eternità.”

Nazario Pardini

25/settembre/2008

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