Pagine

giovedì 11 agosto 2011

Nota alla Silloge Un cesto di paglia...di Fulvia Marconi

Premio Il Portone, Pisa 2011
Terzo Premio
a
Fulvia Marconi
per la silloge
Un cesto di paglia intrecciata di more e di fiori

La silloge di Fulvia Marconi si snoda su un percorso che fa della musicalità la sua arma vincente. E tutto sembra demandato a contribuire alla sua realizzazione. Dalla serie di tripli trisillabi in novenari; alla serie di tripli quaternari; dall’uso di versi ipermetrici a dare sfogo a un subbuglio interiore che ha bisogno di prolungamenti che soddisfino l’esondazione dell’anima; fino all’impiego di un endecasillabo che, nelle sue combinazioni, accompagna i giochi sentimentali. E sono proprio gli endecasillabi, che come vere esplosioni musicali, contribuiscono non poco alla fluidità, all’armonia del canto. Poi, a completare il panorama stlistico, l’uso di un sonetto perfettamente costruito sui parametri della tradizione letteraria; e l’uso di pièces composte di settenari filtrati da un soffuso sottofondo di malinconia. E quel cesto di more e di fiori, la sera, le fronde che impigliano un canto, la casa, i ciliegi, la luna, il profumo del mare sono tante concretizzazioni di un’anima volta a trovare se stessa nel mondo naturale. Le assonanze, le rime, gli enjambements, l’uso di figure retoriche quali

l’anafora (“Un pensiero si conficca nel silenzio / un pensiero …”), l’anadiplosi (“E mi perdo e mi dissolvo come l’onda / … come l’onda cerco e anelo una battigia, …”), concorrono a dare forza alla liricità del canto.                      

            E Fulvia Marconi crede nel potere della poesia, quasi foscolianamente le assegna il compito di vivere in eterno. Anche se:

La vita è solo un fremito celato

in quell’abbaglio che è la giovinezza,

tanto rimpianto come spore erranti

e il resto … è solo il perdersi nel tempo.


  Nazario Pardini

Arena Metato 11/07/2011








3 commenti:

  1. Ill.mo Prof. Pardini,

    è mio piacere e dovere ringraziarLa per la splendida nota critica riferita alla silloge ''Un cesto di more e di fiori''.

    L'emozione provata nel leggere la Sua recensione resterà scolpita per sempre nella mia memoria e sentirmi valorizzata così, da persona tanto insigne, mi rende orgogliosa e fiera.

    Non troverò mai parole tanto giuste per esprimere la mia gratitudine nei Suoi confronti.

    Posso assicurarLe, Ill.mo Professore, che nessun'altro giudizio critico mi ha così profondamente emozionata, coinvolgendomi ad ogni frase,ad ogni rigo e nulla, mai, mi renderà più felice di questo Suo autorevole giudizio.

    Riceva un sentito grazie scaturito dal profondo del cuore e, con la speranza di poterla conoscere personalmente, ancora ringraziando, cordialmente saluto.

    Fulvia Marconi

    RispondiElimina
  2. Recensione di grande impatto emotivo; sviluppata con fine senso critico e profonda conoscenza degli stilemi metrico-formali.
    Alessandro

    RispondiElimina