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venerdì 3 agosto 2012

Giuseppe Sciarrone, una testimonianza di Pasquale Balestriere


Da sinistra: La signora Balestriere, Pasquale Balestriere e Giuseppe Sciarrone

Conobbi Giuseppe Sciarrone nel 1980, a Taranto, in occasione del premio "Città dei due Mari", che lui vinse per l'inedito, io per l'edito. Ci rivedemmo poi ancora una volta ad Ischia, quando vinse il "Maria Francesca Iacono" (ero presidente della giuria che esaminò - come sempre- gli elaborati in forma anonima) e per un certo periodo abbiamo intrattenuto un' amichevole corrispondenza, scambiandoci lunghe lettere (ne conservo ancora alcune) in cui trattavamo tutti gli argomenti che ci stavano a cuore ed anche i problemi che ci affliggevano. Poi la corrispondenza si interruppe, per colpa mia. Ma sempre Sciarrone è rimasto vivo nel mio pensiero. Quante volte avrei voluto telefonargli, anche prima del 2000, ma mi ha trattenuto sempre il timore che non ci fosse più, che dall'altro capo del telefono arrivasse una ferale notizia! Tra l'altro egli era originario, per parte materna, del comune di Serrara-Fontana, nell'isola d'Ischia.

Ma basta con le malinconie. Giuseppe Sciarrone è stato poeta di grande spessore, con alle spalle una notevole formazione classica (era professore di latino e greco nei licei) che ha agito con molta discrezione sulla struttura non solo formale delle sue liriche. La sua colta sensibilità e la profonda umanità hanno costituito l'humus di un mondo poetico e di un prodotto artistico che -sono d'accordo con Paolo Bassani- avrebbero meritato ben altre fortune letterarie.



Pasquale Balestriere



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