Note Biografiche dell’autore Ivana Tata
Sono
nata in Ciociaria il 14/8/48, la mia infanzia non è stata molto felice. Mi sono
laureata a Roma in Scienze Biologiche ed ho insegnato matematica e scienze in
scuole medie di Milano dove ho vissuto dall’età di 27 anni ed ho avuto una
figlia. Vivo
tuttora a Milano da pensionata e finalmente posso dedicarmi alla mia passione, la
poesia.
Foto
Ho
allineato sul tavolo
tutte
le foto che rappresentano la mia vita,
foto
di bambina, di ragazza, di giovane madre,
ogni
scatto, ogni evento ha un significato,
promessa,
impegno, assicurazione, garanzia,
consapevolezza
di progetti incompiuti.
Ogni
foto non è un momento fermo
ma
continuo, è un inizio e una fine
che
si ripete sempre senza sosta,
e
il tempo non può arrestarsi,
non
possiamo riavvolgerlo come un film,
ma
ripartire da quel punto
e
cercare nuovi orizzonti.
Con
una sola occhiata posso
abbracciare
un’intera esistenza,
una
identità vissuta, decisa da me
e
allo stesso tempo condizionata dal destino.
Non
mi resta che stare sulla scena,
riempiendo
di senso la vita,
lasciando
di lei un’orma con valore.
Ivana Tata
Sul tram
Una
ragazza con un fiore in mano
sale
sul tram e non vorrebbe mai partire.
I
suoi occhi cercano fuori dal finestrino
quello
che le ha aperto una visione azzurra,
allungare
si dovrebbe questo attimo,
la
sera è di festa e il cuore ha voglia
di
afferrare tutte le luci intorno per brillare d’amore.
Aspetta,
non andartene, viviamolo qui l’eterno.
che
ha fatto volare la colomba su un mare ormai calmo.
Tornare
a casa è troppo presto,
Una
donna seduta su un sedile scomodo
ha
fretta di partire,
la
giornata ha lasciato sulle sue braccia
stanchezza
e fredda solitudine,
l’unica
consolazione è il suo nido
dove
l’attendono uccellini allegri.
Presto,
presto si deve tornare perché
nella
borsa non porta solo pane,
anche
speranza e tenerezza d’amore
che
potrebbero consumarsi e abbruttirsi.
In
fondo al tram, in un sedile isolato,
siede
un uomo che pensa,
pensa
a se stesso e alla parte che interpreta.
Innamorato
stanco, deve parlare alla sua donna
dell’amore
che è stato, ora non più presente
Quella
stella non si riflette più nei suoi occhi,
non
risplende, non illumina la strada,
è
avvizzita come le mammelle di una vecchia.
Tornare
a casa è pesante,
accettare
la sconfitta è difficile
e
non sa se il tram deve partire o restare.
Ivana Tata
Tango
Ho
ballato un tango incantato
che
invocava il duello,,
che
espiava per il mio amore,
vestita
di seta
ho
vissuto una milonga
con
il mio ballerino.
Il
vestito era troppo leggero
e
la musica della chitarra
creava
un inquieto abbraccio.
Sei
stato tu il mio sole
sotto
il quale ho lasciato
bruciare
la mia pelle bianca,
attore
affascinante sulla scena
ho
sempre battuto le mani per te,
ma
il sipario è calato troppo presto.
Ivana
Tata
Serata
Sotto
i portici del centro-città
la
folla si sofferma davanti alle vetrine,
è
l’ora in cui si accendono le luci,
è
l’ora di cercare ristoro
nelle
sale affollate.
La
compagnia non sempre aiuta,
gli
sguardi non sono sereni,
da
tavolo a tavolo salta
una
certa tristezza.
Le
parole si rompono e
sbattono
come onde contro
barriere
antimareggiata,
spumeggiano
e poi si afflosciano
su
di una infertile attenzione.
La
cerimonia è cominciata ed
è
gia finita e mentre il corteo
dei
bicchieri colorati va e viene,
ci
siamo scambiate menzogne
ed
ora possiamo tornare a casa
con
la mente più leggera.
Per
strada la notte sparge
fragranze
puerili scrostate
e
con molte increspature
e
ombre di solitudine. Autore: Ivana Tata
Nessun commento:
Posta un commento