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domenica 27 gennaio 2013

M. G. FERRARIS SU "I RSVOLTI DI COPERTINA"


A proposito di risvolti di copertina…
M. G. Ferraris
 
A proposito di risvolti di copertina (definiti “la porta d’ingresso alla lettura, lo strumento capace di interpretare, commuovere, raccontare, sedurre, e naturalmente incuriosire”…) e del bel saggio omonimo di Rina Gambini, che ricorda illustri estensori (Vittorini, Calvino, Bassani…) e anche casi di dissidio e rifiuto (come quello di Fenoglio con Einaudi),  che è stato pubblicato sul suo blog del 25 gennaio, mi è venuto alla mente il caso davvero fuori del comune, orgoglioso ed emblematico, traduzione di una personalità di scrittrice, intellettuale impegnata, come ALBA DE CESPEDES (1911-1997). Un’autrice di successo, giornalista innovativa fin dalle pagine di “Mercurio” (1944-1948), attiva nella ricostruzione dell’Italia liberata e poi sempre presente al suo pubblico attraverso le collaborazioni giornalistiche, radiofoniche, televisive: una protagonista del Novecento letterario europeo.
 Alba de Céspedes è stata espressione  di un’attività letteraria tra le più ricche e significative del Novecento e i suoi rapporti con la Mondadori, la casa editrice alla quale era stata sempre fedelissima e che le aveva stampato i suoi romanzi, furono costanti nel tempo. Poi ..la rottura… a proposito del risvolto editoriale. Il casus belli è rappresentato dal risvolto di copertina.  Niccolò Gallo, che pure fu il critico letterario più lucido che abbia operato sull’ipotesi di un rapporto reciproco e fecondo fra letteratura, critica e cultura, anche politica, l’aveva preparato per la riedizione di Dalla parte di lei (1964) il romanzo della Céspedes.
Scriveva N. Gallo:
“Pubblicato la prima volta nel 1949, Dalla parte di lei è forse il romanzo che per la drammatica inquietudine e la spavalda varietà della tessitura narrativa esprime, meglio di ogni altro, il fervore e la carica persino polemica, con cui ogni volta, nei suoi romanzi e racconti, la de Céspedes prende partito. Assumendo a tema centrale della sua storia la condizione della donna, lo svolgersi delle sconfitte sentimentali, dei tormenti interiori, dell’amaro rinchiudersi di fronte all’incomprensione e all’abitudine che mortificano ed esasperano il bisogno d’amore di Alessandra, la scrittrice dà vita a un personaggio affannosamente ribelle, che risulta la più appassionata e significativa delle sue creature. Nella vasta tela del romanzo, che si muove fra il passato e il presente, fra la campagna d’Abruzzo e la Roma della piccola borghesia e della bufera del ’43-’44, i toni si alternano col variare delle vicende: ora, negli abbandoni della memoria e della tenerezza, un disegno sfumato e dolce; ora, nello stringersi degli avvenimenti un’incisiva concitazione. Sono i due toni dominanti della de Céspedes, della sua sorprendente natura di romanziera, che riflettono il suo cuore e insieme il suo piglio franco e spregiudicato di donna.
Risvolto preparato da Niccolò Gallo.
                                                                                                                  12 settembre 1962
La presentazione non piacque per niente alla de Céspedes, che si  sentì incompresa ed addirittura offesa nella sua originalità di scrittrice, e che rispose:
“Caro Gallo,
ho letto il testo da Lei scritto per il risvolto di copertina dell’ultima edizione di Dalla parte di lei. Vi ho trovato un’abbondanza di espressioni che io escludo dal mio vocabolario (per es: “tormento interiore”, “riflettono il suo cuore”, “sfumato e dolce”) e che mi spiacciono tanto più in quanto sono adoperate per definire, criticamente, la mia opera. In compenso, qualcosa manca in quel testo: ed è il consenso alla validità artistica della mia opera, al contenuto etico – non soltanto polemico – di essa, alla forma, cioè allo stile, che tale contenuto riveste ed esprime.
Questo giudizio mi dispiace particolarmente in quanto Lei dirige la collana dove i miei romanzi sono pubblicati e dovrebbe essere il primo ad apprezzarli e difenderli; e, dunque, mi induce a considerare più opportuno troncare una collaborazione nella quale, da parte Sua, non v’è che una velata disistima di ciò che io scrivo. Se dopo aver conosciuto il suo giudizio, io accettassi di pubblicare ancora alla Mondadori sentirei di offendere me stessa e il mio lavoro (mi stupisce che Lei, inviandomi il testo del risvolto, non se ne sia reso conto) e accetterei una umiliante situazione di compromesso cui non sono abituata né in questo né in altri campi.
Penso che la mia risoluzione solleverà anche Lei dal dovere di pubblicare un autore che era già incluso nella collana prima che Lei ne assumesse la direzione; che Lei, credo, non avrebbe scelto, avendo un’opinione siffatta; e al quale, in questi anni – nonostante la squisita cortesia formale – non ha mai rivolto, a voce o per iscritto, un apprezzamento circa la sua opera che possa smentire o compensare quello che oggi mi perviene.
La mia risoluzione è definitiva: propormi, eventualmente, di rifare o mutare il testo del risvolto non servirebbe a niente.
Non è la presentazione ai lettori che importa: è quello che Lei pensa.
 In questi anni, rifiutando pubblicità, coktails, pregandoLa di far escludere dai bollettini dell’ufficio stampa qualsiasi espressione laudativa, di non far aumentare le cifre delle vendite, e non avendoLe mai chiesto nulla di quanto riguarda il lato pubblicitario ed esteriore del nostro lavoro, credo di averle provato coi fatti che soltanto il risultato artistico, il giudizio critico, mi interessa.
La prego, dunque, di voler chiedere Lei stesso ad Arnoldo Mondadori la rescissione del nostro contratto, che contiene i diritti delle mie opere già pubblicate e l’opzione per quelle future: e, naturalmente, la libertà di pubblicare altrove il mio nuovo romanzo Il rimorso, che nessuno ancora ha letto alla Mondadori e che dopo vari rinvii da me chiesti, e varie sollecitazioni da parte del Presidente, di Sereni e Sue, era inteso che io consegnassi entro questo mese per essere pubblicato a fine gennaio.
In quanto all’edizione già stampata di Dalla parte di lei, credo che nel risvolto di copertina si possano stampare i giudizi di stampa che erano nell’edizione precedente oppure un riassunto della trama che, tuttavia, desidero mi sia sottoposto.
La prego, caro Gallo, di adoperarsi affinché tale libertà mi sia concessa al più presto in modo che io possa trovare un nuovo editore: il mio romanzo sarà pronto alla fine del mese e gli anni impiegati in questo lavoro, il valore che io attribuisco al risultato artistico di esso, nonché le disagiate condizioni economiche in cui verso, abbandonata ogni collaborazione giornalistica per portare a termine il romanzo, non mi consentono di attendere.
La ringrazio del Suo interessamento a questo fine; e nonostante il tono impostomi dall’increscioso contenuto di questa lettera, La prego di credere alla sincera espressione della mia amicizia e della mia stima.
                                                                                                                  Alba de Céspedes
E non valse l’intervento di V. Sereni. Un caso importante e curioso, questo a cui ho fatto cenno, a dimostrazione di quanto i risvolti di copertina siano importanti, come col passar del tempo siano diventati un “genere letterario” e storico forse non minore, che  deve essere rivalutato dal pubblico ed anche dalla critica.
M.Grazia Ferraris
 
 
 

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