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mercoledì 20 marzo 2013

CARMELO CONSOLI: INEDITO


Appunti siciliani

 

 
Carmelo Consoli 

Da Agrigento in poi

verso l'oriente delle industrie

esultano gli aranci, i mandarini, il carrubo

segue la linea retta della tangenziale

e si confonde nel coro dei limoni,

nella tenacia dei mandorli.

Dai vetri dell'auto da un lato sfilano

capannoni abbandonati, uomini radi

nei campi tra i vapori della controra,

casolari diroccati, cose bruciate nei miasmi

mescolate a fragranze di zagare, gelsomini.

Scene già viste di un immutabile destino.

 

Dall'altro lato c'è da inebriarsi

alla vista del mare e poi dimenticare

il lamento dei pini, la disperazione del lentisco,

dei corbezzoli, il volo della poiana dorata

svaniti tra cementi di ville, discoteche, ristoranti.

Cose nuove di un tempo amarezza e meraviglia

scoprono la piana come tre neri a piedi scalzi

che corrono sul ciglio dell'asfalto

e accarezzano nespole e fichidindia.

Vanno verso l'isola felice

e come fanno lo sanno solo loro

che la morte l'hanno lasciata alle spalle

tra le onde e ora danzano col passo felino

del sogno e della fame.

 
Carmelo Consoli
 

  

 

 

2 commenti:

  1. Ancora una volta Carmelo Consoli mostra la sua grande capacità poetica che, partendo da un'acuta sensibilità e da una fervida memorialità, si risolve in una suadente creazione lirica, segnata da consapevolezza e scoperta, da amarezza e stupefazione, da estenuata dolcezza e mirabile equilibrio (anche verbale).
    Pasquale Balestriere

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    1. La poesia di Carmelo Consoli mi riporta, l'atmosfera di una Sicilia che regola la natura e la scansione del suo ciclo di stagioni. Una poesia, che mi piace ascoltare, anche per rivivere qualcosa che ho vissuto sull'isola, forse un paio d'anni fa e che in questa poesia si ripresenta con stile.

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