A proposito di poesia e di lettura poetica
Leggo sul blog la Recensione (uno dei numerosi e ricchi interventi sull'opera già presentata ) di Maurizio Soldini , (quotidiano "AVVENIRE, 3 aprile 2013 ), de L'EVOLUZIONE DELLE FORME POETICHE a cura di Ninnj Di Stefano Busà e Antonio Spagnuolo, Kairòs Edizioni, 2013.
Con questo monumentale archivio della poesia italiana contemporanea arriva un monito forte al risveglio della coscienza poetica nazionale.
L'evoluzione delle forme poetiche. La migliore produzione poetica dell'ultimo ventennio è un vero e proprio thesaurus di circa ottocento pagine curato dai critici nonché poeti in proprio - Ninnj Di Stefano Busà e Antonio Spagnuolo e raccoglie le biobibliografie di più di 200 poeti che hanno operato dal 1990 al 2012 e ne fornisce un assaggio dei loro stilemi. Ecco perché questa bella opera può essere chiamata a tutti gli effetti una vera e propria Antologia di poesia contemporanea, dove il lettore può avere la possibilità di fare una bella e ariosa camminata nel vasto parco delle più disparate forme poetiche
Se di logos si tratta, significa che la poesia può e deve essere conosciuta, e per essere conosciuta deve essere letta
.
Che importante affermazione, pregnante, penso!. Unantologia di poesia contemporanea: Si tratta di logos? O di mithos? Si pone nella sfera del dire sacrale o della ragione raziocinante? Del racconto logico quotidiano o del poetico pre-razionale? Pone una domanda vibrante ed eterna: che cosè mai la poesia?
Il prof. Pardini ci dice che è con la parola - scansione di tappe della via crucis che va al di là del suo essere parola
. La parola è il caso di dirlo è un suono/segno umano; l'anima è spirito che aleggia verso le mete del cielo, che tende a elevarsi; da qui la sua ricerca verbale, la sua acribia tecnico-fonica, la sua premura di incastri etimo-allusivi, che la contraddistinguono nel diorama letterario attuale
. La Poesia è cura della parola, è cura dellarmonia, è pazienza, meditazione, riflessione, è suono, messaggio, anche, il cui spirito nasce e si evolve, sempre, su storie di vicissitudini dolorose, gioiose, ma pur sempre su combinazioni di dire e sentire. Di grande simbiosi di sentimento e lingua. Che già di per sé tende a valorizzare il tempo e il verbo, la ricerca e lo scrupolo, la dedizione e la rielaborazione, l'attenzione e l'osservazione, lanalisi e la lettura, l'etimo e la sonorità, la descrizione e la comprensione.
Ed ecco il secondo tema vibrante: la lettura e la sua importanza. Torno a M. Soldini:
Ecco perché questo strumento antologico appena uscito nelle librerie si propone come formidabile attrezzo ermeneutico nel tentativo di dare consapevolezza poetica a tutti gli appassionati lettori
, ma soprattutto a tutti coloro che amano scrivere la poesia. L'augurio, allora, è che questa antologia possa raggiungere l'intento di vedere nuovamente ridestato
prima di tutto nei giovani l'interesse per la poesia a trecentosessanta gradi e soprattutto per una poesia attuale e viva vissuta nella concretezza della nostra difficile realtà sociale ed esistenziale. Le voci dei poeti qui chiamati a raccolta ci invitano, attraverso la plurivocità di forma e sostanza, che caratterizza la loro singolarità o appartenenza di scuola, dal minimalismo all'esistenzialismo, alla poesia civile, dal materialismo naturalistico al misticismo spiritualistico, dalla lirica all'antilirica, dal classicismo al modernismo e al post-modernismo, e così via
Leggendo l'ampia intervista ad A. Spagnuolo ho di nuovo meditato sul passaggio riguardante il tema della lettura e del lettore. Dice lintervistato:
Non saprei più indicare quale sia o sia stato il prediletto dopo i primi assaggi di gioventù sono venuti incontro decine e decine di autori, da Omero a Sanguineti, da Pascoli a Umberto Saba, da Rebora a Montale e mi sembra superfluo continuare l'elenco
. Oggi in conclusione posso dire che non prediligo alcuno, perché continuo ad assimilare a destra e a manca , specialmente fra la produzione dei giovanissimi esordienti.
Una risposta interessante di un autore di lunga navigazione e di ampie letture. Una risposta di cultura che non so chi oggi potrebbe tranquillamente condividere.
Rifletto e constato: oggi si legge poco, pochissimo, i nuovi strumenti tecnici, gli MS, le mail, la TV e le sue interviste selvagge, gli infiniti CD, i blog, altrettanto invadenti, internet in generale, solo in apparenza sembrano aver conquistato nuovi lettori, spalancato le porte del paradiso comunicativo. Non sto demonizzando i nuovi strumenti, di per sé utilissimi, sto solo riflettendo sulla anestesia della comunicazione letteraria nella nostra società tecnologica, sulla ipertrofia soffocante di nuove e moderne proposte che non cambiano la realtà. Si legge poco.
Leggere, si dice, è un lusso nei nostri velocissimi tempi. Eppure, mutati gli strumenti tecnologici, bisognerà continuare a leggere: non è lusso, è necessità. Non sappiamo che cosa stiamo perdendo. Non sappiamo quale tipo di analfabeta annoiato o scettico, indifferente al significato vivo, alto, umano, stiamo allevando in chi crede, abbagliato dalla quantità di informazioni che fluiscono acriticamente, senza pazienza e quindi senza meditazione, di leggere a sufficienza e non sa andare al di là della pagina per essere vivo alla propria epoca.
Chi ci insegnerà ancora a leggere con pazienza, con attenzione, con consapevolezza e piacere? A parlare con un testo senza distrazioni, magari nel chiuso della propria casa? Chi continuerà a leggere e a scrivere malgrado la pesante ipoteca di inascolto che dovrà scontare fin dall'origine?.
Eppure leggere è esperienza vitale, quotidiana, necessaria. Vive con noi.
Era silenzio intorno, muto non già,
incantato, sospeso, respirante
nella camera protetta da tende
scure.
La casa, quïeta, taceva.
Il viso chino su fogli, immobile
ascoltavo le voci emergenti,
voci mute, eppur presenti, insistite.
Ferma, china sui fogli, silenziosi
Udivo profumi caldi di glicini
arrampicati fuori la casa, silente.
Si fondevano, come devessere,
per chi legge le voci solitarie
che vengono dal di dentro misteriose.
La casa ombrosa taceva trepidante,
ricerca di senso nuovo da decifrare,
calma sinestesia di colori e luci,
silenzio traboccante dentro e fuori.
La casa aspettava, taceva quieta.
M. Grazia Ferraris
in effetti oggi tanti hanno imparato a leggere in italiano, francese, soprattutto in inglese. Io per necessità ho imparato nuove tecniche di comunicazione perchè anche il computer è così. Sono d'accordo, bisogna soprattutto imparare a leggere la lingua ed imparare il significato delle perole. La poesia mi piace, per me esprime non sempre qualcosa che è fuori di noi, la seguo per questo è talvolta indecifrabile.
RispondiEliminaMARIA GRAZIA Ferraris è in possesso di un bagaglio culturale e linguistico di grande facilità comunicativa. Il suo grande merito è quello di saper far arrivare contenuti, non sempre facili, in maniera snella e poetica. Seguo sempre i suoi interventi e c'è tanto da imparare. I miei complimenti.
RispondiEliminaPf. Bozzi Pisa
M. Grazia Ferraris ha saputo con dovizia d'intenti e adeguata preparazione dirci la sua impressione sui tempi e sui modi di far poesia "oggi".
RispondiEliminaIl consuntivo Storico a cui fa riferimento a cura di N. Di Stefano Busà e Antonio Spagnuolo è un esempio di quello che rispecchia la realtà di oggi in poesia, i due curatori hanno evidenziato un panorama quasi completo della buona poesia da passare alle nuove generazione e alla Letteratura di domani, c'è da augurarsi che le Case Editrici prendano nota della necessità di proiettarsi nel futuro e non essere sordi e ciechi, come in tutte le cose italiane, perché perderemmo per loro incuria, quasi certamente il meglio della scrittura da "trasferire" alle nuove generazioni.
Pessimo esempio di abulia, ennesimo rifiuto a vedere la "cultura" come un optional, DA EVITARE se si vuole che i giovani non regrediscano e non diventino trocloditi nel genere letterario. Grazie ai curatori che hanno dato fulgido esempio di discernimento e di logica critica. Giovanni Zambelli
Un archivio munumentale che s'impone per la sua integerrima fedeltà alla Poesia, quello di cui parla. Un consuntivo storico encomiabile che dovrebbe risultare il vademecum per la prospettiva del futuro. Kairos Editore ha rischiato, non ha messo in primis "il lucro, il guadagno di mercato, ha pubblicato per amore di verità e Poesia. Ora il lavoro finito ci mette nelle condizioni di non vergognarci per mancanza di critica onesta nei riguardi della scrittura poetica. Mancava proprio un intervento disinteressato, non ...Ci si augura che altri editori ne seguano l'esempio e riprendano in mano le fila abbandonate di una critica arroccata all'interesse delle varie caste editoriali, quanto inerte e disinteressata alla Poesia. Un encomio ai curatori, a Kairos e a tutti coloro che sono pronti a varcare il confine tra POESIA E NON POESIA scadendo ulteriormente nella credibilità di questa nazione un tempo colta e preparata...ora solo prezzolata...Luciano M.
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