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sabato 7 settembre 2013

M. G. FERRARIS SU: "IL SOGNO" DI N. PARDINI

A colloquio col padre. Il sogno 
di N. Pardini

Maria Grazia Ferraris 


Che forza evocativa ha la poesia! Che bellezza la forza pacata e pacificata dell’Autore che sa parlare con chi non c’è più!
Sogniamo! E tutto sarà vero: tu mi parli ed io ti corrispondo. Manca  una magia estrema…
Mi ricorda la capacità unica di memoria (per lui mai pacificata) del grande V.Sereni.:

“Con non altri che te
 è il colloquio.
…E qui t’aspetto”….

Sappi – disse ieri lasciandomi qualcuno –
sappilo che non finisce qui,
di momento in momento credici a quell’altra vita,
di costa in costa aspettala e verrà
come di là dal valico un ritorno d’estate….”

Poesia racconto, sogno pregno di quotidianità e suggestioni liriche quello di N. Pardini: di relazioni affettive vive, consolidate nel tempo, incontro colloquiale, emozionante, che apre a vertigini di sentimenti autentici, di affetti che si stemperano, si nascondono nella serenità della distanza, nella forza della lontananza.
Un eco si fa strada alla soglia della mia memoria emozionata, verso un ‘affinità elettiva che viene dal cuore, mi stupisce, mi cattura:  è quella della voce del  grande Virgilio, là nel VI canto dell’Eneide, dove Enea incontra il vecchio padre, in una dimensione di semplicità, dolcezza  e tenerezza senza tempo e senza mediazioni, cercata, sognata oltre che vissuta, che pur si confronta con  la realtà: la distanza tra il vissuto e il ricordo che non muore.

O sogno o realtà che importa, padre,  io ti rivedo, bello, fra quei marmi  così lucidi,…

Un rapporto d’amore rinnovato che si realizza in modo nuovo in età matura.
A colloquio con il padre emerge la fedeltà di una vita fedele a se stessa e alle proprie scelte affettive,- questo ci guadagna il ricordo, la  conferma, in se stessi, della misura del padre.
Si stabilisce nella rievocazione, nel ricordo un circolo di relazione e comunicazione che è di identificazione.  Ricordo intenso, natura trepidante, terra e cielo, incontro e lavoro, pudore, emozione e quotidianità … :

vegliare una nottata tra i sentori d’erbale umore estivo,… sul piano dei fulvi girasolirealtà più di un reale che non arriva a tanto …
E la tovaglia sui crini di gramigna. Che bel pane! Tu stacchi i pomodori e li zuppiamo in picchiata nel sale…

Ai bordi del sogno più avvincente: dove la realtà è più vera. La voce  più dolce e profonda.

… Vienmi vicino, parlami, tenerezza,
- dico voltandomi a una
vita fino a ieri a me prossima
oggi così lontana - scaccia
da me questo spino molesto,
la memoria:
non si sfama mai…

Non
dubitare - m'investe della sua forza il mare -
parleranno. ……(V.Sereni) 
 
M. Grazia Ferraris



1 commento:

  1. Una premessa al senso paterno di nostalgica apertura poetica, immersa in un evento mitologico che affiora dall'Eneide. Concordo.

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