A colloquio col padre. Il sogno
di N.
Pardini
Maria Grazia Ferraris
Che forza evocativa ha la poesia! Che
bellezza la forza pacata e pacificata dell’Autore che sa parlare con chi non
c’è più!
Sogniamo! E tutto sarà vero: tu mi parli ed io ti corrispondo. Manca una magia estrema…
Mi ricorda la capacità unica di
memoria (per lui mai pacificata) del grande V.Sereni.:
“Con non altri che te
è il colloquio.
…E qui t’aspetto”….
Sappi – disse ieri lasciandomi qualcuno –
sappilo che non finisce qui,
di momento in momento credici a quell’altra vita,
di costa in costa aspettala e verrà
come di là dal valico un ritorno d’estate….”
Poesia racconto, sogno pregno di
quotidianità e suggestioni liriche quello di N. Pardini: di relazioni affettive
vive, consolidate nel tempo, incontro colloquiale, emozionante, che apre a
vertigini di sentimenti autentici, di affetti che si stemperano, si nascondono
nella serenità della distanza, nella forza della lontananza.
Un eco si fa strada alla soglia della
mia memoria emozionata, verso un ‘affinità elettiva che viene dal cuore, mi
stupisce, mi cattura: è quella della
voce del grande Virgilio, là nel VI
canto dell’Eneide, dove Enea incontra il vecchio padre, in una dimensione di
semplicità, dolcezza e tenerezza senza
tempo e senza mediazioni, cercata, sognata oltre che vissuta, che pur si
confronta con la realtà: la distanza tra
il vissuto e il ricordo che non muore.
O sogno o realtà che importa, padre,
io ti rivedo, bello, fra quei marmi
così lucidi,…
Un rapporto d’amore rinnovato che si
realizza in modo nuovo in età matura.
A colloquio con il padre emerge la
fedeltà di una vita fedele a se stessa e alle proprie scelte affettive,- questo
ci guadagna il ricordo, la conferma, in
se stessi, della misura del padre.
Si stabilisce nella rievocazione, nel
ricordo un circolo di relazione e comunicazione che è di identificazione. Ricordo intenso, natura trepidante, terra e
cielo, incontro e lavoro, pudore, emozione e quotidianità … :
vegliare una nottata tra i sentori d’erbale umore estivo,… sul piano dei
fulvi girasoli …realtà più di un reale che non arriva a
tanto …
E la tovaglia sui crini di gramigna. Che bel pane! Tu stacchi i pomodori
e li zuppiamo in picchiata nel sale…
Ai bordi del sogno più avvincente:
dove la realtà è più vera. La
voce più dolce e profonda.
… Vienmi vicino, parlami, tenerezza,
- dico voltandomi a
una
vita fino a ieri a me prossima
oggi così lontana - scaccia
da me questo spino molesto,
la memoria:
non si sfama mai…
Non
dubitare - m'investe della sua forza il mare -
parleranno. ……(V.Sereni)
M. Grazia Ferraris
Una premessa al senso paterno di nostalgica apertura poetica, immersa in un evento mitologico che affiora dall'Eneide. Concordo.
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