NOVITÀ
EDITORIALE
È uscito il
libro di poesie:
IMPREVISTI BATTITI di GABRIELLA VESCHI
con GUIDO MIANO EDITORE
prefazione di Michele Miano
Pubblicata la raccolta
poetica dal titolo “Imprevisti battiti” di
Gabriella Veschi, con prefazione di Michele Miano, nella prestigiosa collana “Alcyone
2000”, Guido Miano Editore, Milano 2023.
La complessa personalità di Gabriella Veschi
ci induce ad una particolare valutazione della sua opera letteraria: oltre a
dedicarsi alla poesia si occupa di critica letteraria con saggi e monografie su
autori contemporanei e del passato.
La sua poesia evita di limitarsi ad una
immediata descrizione e ricezione del reale. Intento della poetessa è quello di
librarsi al di sopra delle contingenze del mondo, delle sue fragili miserie,
per assurgere ad una dimensione che schiuda le porte ad una primigenia purezza.
Una poesia che attinge direttamente ad una
dimensione lirica soggettiva, dove il tono sommesso e colloquiale conferisce
alla composizioni un pacato ritmo, venato da una sottile malinconia di fondo.
Poesia che ad una attenta lettura risulta
scarnificata e che va al di là delle immagini, dei riferimenti terreni per
inseguire una metafisica verginità che non è di questo mondo. La sua è una
poesia di umano e cosmico contrasto tra vita e morte, luce ed ombra, inverno e
primavera, gioia e dolore, allegria e pessimismo cadenzata tuttavia con levità
di toni e di sapienti scansioni a volte discorsiva, sempre sorretta dal dettato
lirico che non ignora la lezione della melica italiana di classica fattura.
L’ispirazione di Gabriella Veschi affonda le radici in un ampio registro: a
volte prevale l’amarezza, il disincanto distaccato di chi osserva la realtà
caduca ed effimera altre volte sembra cogliere nelle immagini e negli spettacoli
della natura i profondi significati della realtà e della vita, in una ricerca
di armonia e luce, di una pace profonda.
Si legga a titolo esemplificativo la lirica Cosa
rimarrà: «Cosa rimarrà / delle
bellezze del creato, / delle bionde messi ondeggianti / alla carezza del vento,
/ della distesa celeste, / della serena calma del mare / nelle frizzanti sere d’estate,
/ delle umide ampolle di nebbia / al passaggio del / malinconico autunno…».
La poetessa sa
evocare affetti dal profondo e percepisce le voci del mistero, la ricerca
insondabile di un’altra strada; al riguardo emblematica la poesia Alternativa: «… cerco
una luce che / mi conduca alla / ricercata pace / dopo i giorni / sconvolti dai
/ vortici della / bufera…».
Avverte la fuggevolezza del tempo, insieme alla tragicità dell’indifferenza umana che rende vana a volte la stessa parola. Il suo linguaggio di solito controllato, a volte rivela una certa irruenza, segno di una viva passionalità e di un’energia che attraversano il suo mondo interiore, aperto al delicato sentire, come anche l’impulso dei sensi. La poetessa sa opporsi con vigore all’ingiustizia e alle sconfitte, seppure cosciente del potere dell’illusione, che spesso ottenebra e oscura i nostri tempi come in Guerra in Ucraina: «Parole respinte / di fronte agli orrori / di una guerra senza senso / né soluzione…». Dove agli orrori della guerra e delle lacerazioni sociali antepone una profonda e pacata spiritualità. Il suo è un grido di donna ferita, ma anche un’anima capace di meditare e urlare all’infinito il suo disappunto, trasformando il dolore in schietta poesia.
E ancora: «…Fuori
il mondo / destabilizzato / non risponde, / freddo e amorfo / come un manichino
/ incancrenito…» (La piazza degli orrori).
Se nella magia della natura ella riscopre i valori universali che l’uomo ha quasi del tutto perduto, è per ritrovare i suoi equilibri interiori che amalgama il suo pensiero con la purezza del sentimento. Veschi è poetessa che canta l’angoscia della fragilità umana che non ha scampo. Sa essere sguardo di donna del proprio tempo, che sa cogliere e interpretare il dolore, la solitudine, la morte della speranza, la sconfitta consapevole. Le ribellioni, le guerre, i soprusi la violenza non sono altro che la personificazione di un’inarrestabile forza che altera anche le coscienze più fortificate nello spirito, dalle quali però ella si discosta. La sua è una voce che si alza dal magma vulcanico dei crudi interessi umani, una voce che trova nel verso il proprio testamento spirituale, il proprio messaggio di rinascita dei valori umani.
Una versificazione la sua a volte dirompente ed
essenziale, che sa cogliere della società ipertrofizzata dal puro utilitarismo,
una cronistoria della nostra civiltà tecnologica, della nullificazione che
scardina la vera identità dell’uomo. Tuttavia, nonostante lo scandaglio
dolente, Gabriella Veschi sembra trovare in un rapporto generoso e fecondo con
la vita, la natura, i fatti e le vicende che dominano le sue giornate di
ricerca interiore per approdare fortunatamente a una poesia ricca di emozioni,
impreziosita da immagini liriche ma anche di meditazione e di valori e
descrizioni naturalistiche.
E così emergono
delicati quadretti che dipingono la sua città; si legga Ad Ancona, un mattino:
«…Il cielo terso /
si estende / sfolgorante nel suo / pallido celeste, / si affaccia nel / vuoto
di una / finestra senza vetri, / a fotografare / i resti / di un anfiteatro
intatto, / splendore desolato…» dove sembra
prevalere un atteggiamento più lirico, di pura contemplazione, di scavo
interiore, un’oasi di serenità dove estraniarsi dai mali del vivere quotidiano.
La poesia diventa così rifugio, espressione
estetica e che in qualche modo consola, guarisce, risana mentre la memoria
affiora qua e là e ne sorregge la vera ispirazione.
Una poesia che in sintesi cede il passo alla speranza, «… inizia la folle corsa, / dimentica del dolore / ti elevi verso il cielo…» (Cavalcando), in quanto per la nostra autrice, abbandonarsi alla scrittura è già vivere di spirituale trascendenza.
Michele Miano
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L’AUTORE
Gabriella
Veschi (Ancona, 1959) insegna Materie letterarie presso il Liceo artistico
Mannucci di Ancona. Si è occupata di teorie della traduzione e di
Letteratura italiana e straniera, pubblicando articoli e saggi critici in
riviste e libri riguardanti vari scrittori: Dolores Prato, Ugo Betti, Stanislao
Nievo, Sebastiano Vassalli, Leonardo Sciascia, Amelia Rosselli, Sylvia Plath.
Per la poesia ha pubblicato le raccolte: Salita
e simili (2016), 28 Novembre
(2017), Tra natura, memoria e aneliti
d’infinito (2021), Il fragile filo
dell’esistenza (2022).
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Gabriella Veschi, Imprevisti
battiti, prefazione di Michele Miano, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp.
90, isbn 978-88-31497-95-4, mianoposta@gmail.com.