García Lorca, Federico
Poeta e drammaturgo spagnolo (Fuente Vaqueros 1898 - Víznar, Granada, 1936). Voce tra le più originali del Novecento spagnolo, amico di S. Dalí e L. Buñuel, partecipò ai vari tentativi modernisti, specialmente impressionisti. Morì durante i primi giorni della guerra civile, fucilato dai franchisti. Talvolta ridotto a cantore folkloristico dell'Andalusia per raccolte come il Romancero gitano (1928), suo primo successo popolare, G.L. in realtà superò questa posizione raccogliendo suggestioni derivate sia dalla tradizione spagnola seicentesca sia dalle moderne avanguardie. Tra le raccolte: Poeta en Nueva York (scritto tra il 1929 e il 1930 e pubblicato nel 1940); tra le pièces teatrali: Bodas de sangre (1933), Casa de Bernarda Alba (1933).
VITA E OPERE
Compì i suoi studî prima ad Almería e quindi nell'università di Granada dove studiò filosofia e diritto, laureandosi in giurisprudenza nel 1923. Appassionato di teatro, fondò nel 1931 il teatro universitario "La Barraca" che diresse con Eduardo Ugarte. Di una certa importanza formativa fu il viaggio negli Stati Uniti nel 1930. Risiedette in Argentina nel 1933-34. Morì a Granada, fucilato dai nazionalisti, durante i primi giorni della guerra civile. Appartenente alla medesima generazione di R. Alberti, P. Salinas, J. Guillén, partecipò ai varî tentativi modernisti, specialmente impressionisti, ciò che sta a testimoniare la buona conoscenza che doveva avere delle correnti letterarie europee e particolarmente francesi. Il valore folcloristico della poesia lorchiana è stato
Viene
da sé, leggendo le poesie di…., tirare in ballo uno dei più grandi scrittori
dell’altro secolo: Garcia Lorca (1898-1936); i suoi versi armoniosi, ricchi di
pathos, di creatività, e di immensa saudade. Un canto che si propone come
rievocazione, come poesia dell’home, delle radici; come poesia da tramutare in
canzone da cantare con gli amici in un ritrovo. Insomma armonia, fragranza,
repêchage, vertigini popolari, innesti
di personale statura volti all’amore, al sociale, alla vita. José M. Valverde
in Storia della letteratura spagnola, così scrive: 1)“ l’esempio che
riportiamo ha uno sviluppo più lungo, tanto da assumere le dimensioni di un
vero romance, ma la struttura, poggiante su ritornelli e simmetrie, in forma di
ballata, rivela la presenza della musica che, come è sempre accaduto nei
romances spagnoli, ha una melodia della lunghezza di quattro versi, cioè di un
periodo strofico. Nell’intenzione del poeta, questa lirica si sarebbe dovuta
leggere alternando le strofe cantate a quelle semplicemente recitate. Quanto
alla strana parola iniziale, arbolé, è una “appoggiatura” di tipo folkloristico,
modificazione senza senso della parola arbol (albero), che si trova soprattutto
nelle canzoni infantili spagnole; l’accento finale, che si ripete
nell’aggettivo verdé, rivela la
necessità della musica:
Arbolé,
arbolé – seco y verdé.
<<La
ragazza dal bel viso – sta raccogliendo le olive.
Il
vento, amante di torri - la prende per
la cintura.
Passaron
quattro cavalieri – sopra cavalli andalusi
con
vestiti azzurri e verdi – con lunghi mantelli oscuri.
“Vieni
a Còrdova, ragazza” – La ragazza non li ascolta.
Passarono
tre toreri – sottili nella cintura:
vestiti
color d’arancia – con spade d’argento antico.
“Vieni
a Siviglia, ragazza” – La ragazza non li ascolta.
Quando
la sera divenne – viola, con luce diffusa,
passò
un giovane che aveva – rose e mirti di luna.
“vieni
a Granada, ragazza” – la ragazza non lo ascolta.
La
ragazza dal bel viso – continua a raccogliere olive,
col
braccio grigio del vento – stretto intorno alla cintura.
Arbolé.
Arbolé – seco y verdé.
Motivo
che ritroveremo in un’altra tra le più belle canzoni, delicato omaggio a una
donna di servizio, dove riappare il vecchio tema ronsardiano dell’invito a godere
della giovinezza e della primavera, il titolo:
A Irene Garcia, donna di
sevizio….>>.
Quindi
folklore, inno alla giovinezza,
melanconia per lo scorrere del tempo, amore e musica, tanta musica sono
gli ingredienti che tornano vivi anche nel poeta che stiamo prendendo in esame,
ricorrenti nella poesia ronsardiana della PLEIADE, facendone la grandeur.:
2)“Les Amours de Cassandre (1552). Ces
sonnets , imités de Pétrarque et des poètes pétrarquisants, manquent de naturel
et de simplicité. On y retrouve les
thèmes mis à la mode par la poésie italienne, les comparaisons outrées, les
métaphores compliqués…. La mitologie y tient une grande place. Pourtant , le
rythme heureux du vers, l’harmonie des
sillabe, font oublier l’artifice de
l’imagination; et sous la préciosité de surface, on reconnait la délicatesse ou l’ardeur d’une passion sincère:
Comme
un beau lis au mois de juin blessé
D’un
rais trop chaud languit à chef baissé
Je
me consume au plus vert de mon âge”.
Non
è difficile comparare i temi ispirativi dei grandi poeti citati con quelli che
caratterizzano la poetica del Nostro. Ma
procediamo con ordine:
Amore,
Giovinezza, tempus fugit, saudade, memoriale, panismo esistenziale, euritmica
scansione, e felice musicalità del verso sono gli elementi che accomunano lo
stile del Nostro con quello degli autori citati.
Bellissima questa pagina in onore di uno dei più famosi poeti spagnoli, Federico Garcia Lorca, famoso per la vasta produzione letteraria, per essersi schierato contro i franchisti e per la grande amicizia con il Poeta cileno Pablo Neruda. Entrambi si aggiudicarono il Premo Nobel e Lorca, soprattutto nella poesia dei primi anni, mostra di avvertire forte il legame con la tradizione. Il successo arriva con la Raccolta Romancero gitano, in cui vengono ripresi i temi cari alla poetica andalusa, il fatalismo e il dolore che impregnavano la cultura popolare della regione, Dopo la parentesi americana di due anni Garcia Lorca torna in Spagna riprendendo, negli ultimi anni di vita, uno stile poetico che innova la tradizione nazionale. I Sei poemi galiziani sono, in questo senso, una vetta di sperimentalismo, poiché il poeta andaluso studia e fa propria una lingua e dei temi, quelli della Galizia, che gli sono inizialmente estranei. il suo periodo d'oro è senza dubbio quello degli anni '30, legato alla drammaturgia, a opere come "Nozze di Sangue", "Yerma" e "La casa di Bernarda Alba". Indubbio il suo impegno civile. Rifiutandosi di chiedere asilo all'estero per proteggersi dalla ritorsioni franchiste, viene arrestato a Granada dai nazionalisti con l'accusa di omosessualità e altre "aberrazioni" morali e sociali, principalmente le sue simpatie politiche repubblicane. e viene fucilato in un un luogo fuori mano. Il suo corpo non è mai stato ritrovato. Credo sia indispensabile ricordare questi pilastri della Poesia e della drammaturgia e ringrazio il Vate per questo tributo al poeta della terra degli aranci. Approfitto dell'occasione per abbracciarlo forte!
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