CHE COSA E’ LA VERITA ’ SECONDO LA CHIESA
a cura di Ninnj Di Stefano Busà
Può risultare illuminante perseguire il termine “verità” per altre vie
traverse, ma in ogni caso un confronto s’impone tra verità prosaica del
dizionario e verità in Cristo indistricabile e autentica nel suo significato:
la parola si staglia in tutta la sua eloquenza che non può essere fraintesa.
Per perseguire il fine conoscitivo è meglio rapportarsi ad una teoria non
idolatra, ma permanentemente atta a entrare nel mondo della <prassi>
senza costituire la sfida di una Chiesa ortodossa che ne restringa i limiti e
la imponga al mondo.
C’è una evidente discrasia tra il mondo sordo e obliterato di tutti i
giorni e l’ontologia della Verità istruita dal Vangelo. Le azioni liturgiche
sono espressioni–simbolo della fede in una Verità che ci trascende.
E oggi è ancor più chiara e tangibile la contraddizione tra il modo di
professarsi cristiani e il suo esser(ci).
Si tratta di constatare come la fede è entrata in un conflitto
globalizzato plasmato da una massificata ortodossia che non esprime più la verità
evangelica, ecumenica, ma la frantumazione e la contraddizione proprie della
secolarizzazione. Il postmodernismo è entrato a far parte anche della dottrina
fideistica e ideologica del credo cristiano.
Siffatta condizione si rivela come una presa di distanza da ciò che
veramente è la Verità
secondo la prassi dello spirito e della professione di fede in Cristo.
Bisogna riappropriarsi del culto in Spirito e Verità Cristiani, senza
ridurre la sfida alla discontinuità che i liturgisti e i teologi fin qui ci
hanno precostituito, ma senza respingere la stretta dipendenza tra verità e
teologia, né esauturare o scardinare l’ordine della prassi “cristiana” che
comprende lo Spirito di Dio.
Si può perciò individuare una opposizione visibilmente più critica nei
confronti della teoresi dogmatica, senza per questo rifiutare tout court la tradizione religiosa e il
culto del cattolicesimo. È possibile ritrovare una via d’intesa tra riflessioni
dogmatiche e opposizioni irriducibili al culto della sua verità, senza respingere
quest’ultima negli angusti limiti della miscredenza o ateismo della cultura
della postmodernità.
Fin qui, c’è inconciliabilità netta tra il culto cristiano incarnato
nella Verità Divina e la verità “altra” dei profeti e dei miscredenti,
quest’ultima ci libera dal peccato della morte, mentre quella di Dio ci
suggella alla speranza di un cammino di luce, di fede, di redenzione (vedi le
parole di Gesù): “ io sono la luce del mondo, chi segue me non camminerà nelle
tenebre, ma avrà la luce della vita”(Gv 8,12).
Ecco, quindi il culto dello spirito, (precetto fondamentale cristiano),
per il quale l’amore d Dio si è incarnato, ma che impedisce di dover essere
sacramento senza contraddizione, dottrina teologica come superamento, o prassi
che fa dell’avvento divino quell’evento dell’attualità scandaloso e idolatra,
non allineato al culto dello spirito teologico della volontà del mondo.
Ninnj Di stefano Busà
Nessun commento:
Posta un commento