LA SCUOLA
E LA MAESTRA
Pagina della memoria ( A.D.1946)
di Paolo Bassani
I ricordi scolastici dei
primi anni ci accompagnano per tutta la vita. Così mi rivedo scolaro, con la
cartella sotto il braccio, sempre di corsa verso la Scuola “Alessandro Manzoni”
di via Monfalcone (nella frazione Chiappa della Spezia). Era abbastanza
distante dalla nostra casa: davvero una bella camminata, in quella strada per
un buon tratto (via Ghiara) ancora sterrata e polverosa. Me la ricordo
imponente come una fortezza, la mia scuola, col cortile ricoperto di ghiaie pulite
e la gigantesca quercia amica di passeri e cicale; rammento l’aula dell’ultimo
piano con la finestra che guardava la costa di Maggiano, ove il mio sguardo
usciva e si incantava al vedere, fra il verde degli olivi, il rosa d’una
vecchia casa contadina ornata di palme e di giaggioli.
Nell’album ho ritrovato la foto
di classe, scattata in prima elementare. Avevamo tutti il grembiule nero e il
colletto bianco. Che strano! Non mi sembra che sia passato tanto tempo. Uno per
uno ritrovo tutti i cognomi dei compagni (partendo in basso da sinistra verso
destra):
Balestri, Migliorini, Durante,
Pareggi, Ricco, Fregoso, Favati, Stachezzini, Marzella, Guano, Martina,
Chiorzi, Golinelli, Cozzani, Carlevaro, Martelli, Pastorino, Corradi, Leo,
Patrone, Argilla, Paoli, Cerchi, Dal Mut, Giannini, Lunari, Tosi, Blandini,
Ferrari, Cipressini, Bassani, Del Monte, Luciardi, Duce.
Qualcuno ha già terminato il suo
cammino. Peccato che nella foto non sia rimasta la maestra: la signorina
Giuseppina Mortara, una vita tutta dedicata all ’insegnamento. Dicevano che non
s’era maritata perché aveva “sposato” la Scuola. Per questo, forse, ci sentiva come suoi
figlioli. Lasciatemi raccontare un episodio che mi è rimasto scolpito nella mente.
Un giorno Giovanni - gli era morta la mamma da qualche settimana - volgendosi
alla maestra, inconsciamente la chiamò... “mamma”. Forse qualche compagno rise
di quel involontario errore, ma io mi ricordo soltanto il materno abbraccio con
cui la maestra stringe a sé l’alunno.
La maestra è morta da
parecchio tempo. Ma io, qualche anno fa, volli ugualmente scriverle una
“lettera”:
LETTERA ALLA MAESTRA
Ho
ritrovato
tra
le vecchie carte
un
mio quaderno
delle
elementari.
L'ho
aperto
e
come in sogno
m'è apparsa
la
lieta stagione
dei ricordi.
Anche
la vecchia penna
e il calamaio
voglio
ritrovare:
per
scriverti oggi
una
lettera mai scritta
dettatami
dal cuore.
"Cara
maestra,
in
nome di quel tempo
oggi
ti voglio ricordare.
Tu,
paziente,
m'insegnasti
i verbi
le doppie
i numeri
e mille cose ancora.
Ma
soprattutto
ti
voglio ringraziare
perché
tu fosti
davvero
maestra
con
l'esempio:
come
una guida m'indicasti
la
giusta strada
della vita.
Valori
perenni
mi
porgesti:
valori
che innalzano l'uomo
sulle cose.
Così,
giorno dopo giorno,
m'insegnasti
a
leggere
e a scrivere
i
segreti palpiti
del cuore."
Paolo Bassani
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