mercoledì 8 gennaio 2014

PAOLO BASSANI DA "PAGINE DELLA MEMORIA"


LA SCUOLA E LA MAESTRA
Pagina della memoria ( A.D.1946)
di Paolo Bassani





I ricordi scolastici dei primi anni ci accompagnano per tutta la vita. Così mi rivedo scolaro, con la cartella sotto il braccio, sempre di corsa verso la Scuola “Alessandro Manzoni” di via Monfalcone (nella frazione Chiappa della Spezia). Era abbastanza distante dalla nostra casa: davvero una bella camminata, in quella strada per un buon tratto (via Ghiara) ancora sterrata e polverosa. Me la ricordo imponente come una fortezza, la mia scuola, col cortile ricoperto di ghiaie pulite e la gigantesca quercia amica di passeri e cicale; rammento l’aula dell’ultimo piano con la finestra che guardava la costa di Maggiano, ove il mio sguardo usciva e si incantava al vedere, fra il verde degli olivi, il rosa d’una vecchia casa contadina ornata di palme e di giaggioli.
Nell’album ho ritrovato la foto di classe, scattata in prima elementare. Avevamo tutti il grembiule nero e il colletto bianco. Che strano! Non mi sembra che sia passato tanto tempo. Uno per uno ritrovo tutti i cognomi dei compagni (partendo in basso da sinistra verso destra):





Balestri, Migliorini, Durante, Pareggi, Ricco, Fregoso, Favati, Stachezzini, Marzella, Guano, Martina, Chiorzi, Golinelli, Cozzani, Carlevaro, Martelli, Pastorino, Corradi, Leo, Patrone, Argilla, Paoli, Cerchi, Dal Mut, Giannini, Lunari, Tosi, Blandini, Ferrari, Cipressini, Bassani, Del Monte, Luciardi, Duce.
Qualcuno ha già terminato il suo cammino. Peccato che nella foto non sia rimasta la maestra: la signorina Giuseppina Mortara, una vita tutta dedicata all ’insegnamento. Dicevano che non s’era maritata perché aveva “sposato” la Scuola. Per questo, forse, ci sentiva come suoi figlioli. Lasciatemi raccontare un episodio che mi è rimasto scolpito nella mente. Un giorno Giovanni - gli era morta la mamma da qualche settimana - volgendosi alla maestra, inconsciamente la chiamò... “mamma”. Forse qualche compagno rise di quel involontario errore, ma io mi ricordo soltanto il materno abbraccio con cui la maestra stringe a sé l’alunno.
La maestra è morta da parecchio tempo. Ma io, qualche anno fa, volli ugualmente scriverle una “lettera”:

LETTERA ALLA MAESTRA

Ho ritrovato
tra le vecchie carte
un mio quaderno
delle elementari.
L'ho aperto
e come in sogno
m'è apparsa
la lieta stagione
   dei ricordi.
Anche la vecchia penna
   e il calamaio
voglio ritrovare:
per scriverti oggi
una lettera mai scritta
dettatami dal cuore.
"Cara maestra,
in nome di quel tempo
oggi ti voglio ricordare.
Tu, paziente,
m'insegnasti i verbi
   le doppie
      i numeri
      e mille cose ancora.
Ma soprattutto
ti voglio ringraziare
perché tu fosti
davvero maestra
con l'esempio:
come una guida m'indicasti
la giusta strada
   della vita.
Valori perenni
mi porgesti:
valori che innalzano l'uomo
   sulle cose.
Così, giorno dopo giorno,
   m'insegnasti
a leggere
   e a scrivere
i segreti palpiti
   del cuore."
                     Paolo Bassani






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