COSI’ HO VISSUTO, IL SECOLO DI BORIS PAHOR
per la collana Overlook di Bompiani “Così ho vissuto. Il secolo
di Boris Pahor” - per la collana
Overlook di Bompiani a cura di Tatjana Rojc. Il Novecento è il secolo di Boris
Pahor: il maggiore scrittore sloveno di cittadinanza italiana, nato 100 anni fa
a Trieste, ne ha vissuto gli orrori e le conquiste, facendosene testimone per
eccellenza. Il racconto della sua esperienza esistenziale è, dunque, un
racconto etico e vivo, denso di avvenimenti e aneddoti che seguono un tracciato
cronologico ma mai banale o scontato.
La sua biografia si sviluppa attraverso questo racconto, fatto
da Pahor in prima persona, e contestualizzato dalla curatrice. Non si tratta
solo di una autobiografia ma anche di una storia di Trieste, storia in cui si
specchia la storia del novecento europeo. Così, accanto alla storia viva, in
presa diretta di Trieste, della comunità slovena e delle altre comunità che
arricchivano e in parte arricchiscono, la città; accanto alla cronaca della
disgregazione dell’Impero asburgico, della Grande guerra, dello squadrismo e
del fascismo, Boris Pahor racconta la sua crisi esistenziale, l’esperienza
della guerra in Africa, l’adesione al Fronte di liberazione sloveno e la conseguente
deportazione nei lager, il difficile ritorno alla libertà e alla vita. Un libro
che si legge come un romanzo. Un libro che rimarrà come testimonianza
inaggirabile della storia d’Europa.
In data 27 agosto di quest'anno, a Lubiana si è svolto
un incontro d'onore per festeggiare il compleanno di Pahor per i suoi lunghi
anni di vita, ben 100 anni! In occasione
del suo compleanno, a Lubiana è stato
presentato anche il testo della sua monografia ''Tako sem zivel'' (Così ho
vissuto), dedicata al secolo di vita dello scrittore (autrice Tatjana Rojc,
casa editrice Cankarjeva zalozba).
Secondo Pahor l'identità nazionale e la lingua slovena sono di primaria
importanza per le generazioni future: “Dopo il periodo jugoslavo, nel quale
l'identità veniva considerata di nessuna importanza, bisognerebbe cominciare a
ricostruire nella popolazione slovena il sentimento di appartenenza alla
propria nazione. L'identità nazionale è dunque un concetto importante che
ricorre in ogni opera di questo straordinario autore che ha saputo descrivere e
testimoniare moltissime esperienze di vita ed il suo difficile ritorno alla
libertà dopo un periodi di internamento nei lager nazisti.
Tatjana
Rojc
Boris Pahor: Autore di una trentina di libri, scritti in
sloveno e tradotti in dieci lingue, tra cui - oltre al capolavoro Necropoli ,
edizioni Fazi - in cui ha dato voce alla deportazione nei
lager nazisti - 'Il rogo nel porto', 'Una primavera difficile', 'La villa sul
lago' e 'Figlio di nessuno', Pahor ha più volte mostrato il suo sguardo sul
secolo scorso e lasciato spazio alle memorie della sua lunga vita.
Nel 1951 si è sposato con
Radoslava Premrl, morta nel 2009. Laureato all'Università di Padova ha
insegnato lettere italiane e slovene nella città giuliana. Nel 1992 ha ricevuto
il Premio Preseren, il massimo riconoscimento sloveno, per la sua attività
letteraria e già nominato in Francia Officier de l'Ordre des Arts e des Lettres
dal ministero della Cultura, nel 2007 lo scrittore ha ricevuto la Legion
d'Onore da parte del presidente della Repubblica francese. Tra i premi
italiani, l'Internazionale Viareggio Versilia e il Napoli.
Miriam Binda
Un eccezionale ricordo del suo racconto Acropoli di Fazi .
RispondiEliminaCon interesse condivido, la memoria di un testimone del nostro secolo e dell'idea di societa' civile