Pagine

lunedì 17 febbraio 2014

M. GRAZIA FERRARIS: "OCCHI DI DONNE"

Recensione
a
Maria Grazia Ferraris: Occhi di donne
Le Edizioni del Porticciolo. La Spezia. 2012. Pp. 102. € 12.00


C’è qui, in questi racconti, un saporito e generoso filo conduttore che ci tiene avvinti alla parola: la scelta oculata di significativi personaggi femminili che, tratti dalla mitologia e dalla letteratura, ben giocano, con intento chiaro, per il titolo del testo: OCCHI DI DONNE. Occhi che meglio di quelli maschili riescono ad andare a fondo dei sentimenti,  dei fatti e il dipanarsi delle vicende. Che sanno giudicare, che sanno amare, che sanno abbracciare con intenzioni di pace, con voglia di cogliere il buono, il giusto, persino nelle storie meno appariscenti. Nei risvolti più segreti degli intrighi umani. E c’è l’amore a dominare con tutta la sua complessità; con tutta la sua plurale universalità di armonie, di contrasti, di avvilimenti, o di abbandoni. E tutto si snocciola con una naturalezza rappresentativa e figurativa che in certi punti assume significanza cinematografica. Significanza di un’attualità sconcertante, tanto queste donne ci sono vicine nei loro intrighi vicissitudinali. Donne come Clitennestra, “con la sua folla di sentimenti tempestosi che fanno rissa dentro di lei”, con la sua storia zeppa di contrasti umani.  E che cosa di più attuale che la vicenda di Clitennetra ed Agamennone? Del pathos che, sotterraneo, si distende nel susseguirsi dell’azione. Fra l’altro un’azione sviluppata dall’autrice con grande garbo, e sapor vitae. Sta qui la grandezza di questi brani: nella attualizzazione dei caratteri, nella modernizzazione di una mitopoiesi di alto spessore poetico-narrativo. E c’è Alcesti con la sua triste vicenda onirica: “Deve morire Admeto. Quando? Si chiede incredula”. E Zenobia… E Louise: “Ha avuto molti amori, quello per il filosofo Victor Cousin, …, poi Alfred de Vigny e  Alfred de Musset…”. Donne descritte con dovizia di aggettivazioni e condimenti che ne rendono la funzione veramente generosa se riferita all’obiettivo essenziale: l’universalità dell’amore femminile. Racconti brevi, ma di una intensità mordace, e avvincente. Anche perché la parola è impiegata con tale duttilità linguistica che accosta con polisemica resa le motivazioni sentimentali della Ferraris; che si assembla con articolati legami in veri spezzoni di prosa poetica per armonia e fragranza descrittiva; e che sa legare fra loro le abbondanti conoscenze letterarie ricche di riferimenti umanistico-culturali. Ma sono gli incipit di ogni racconto a dirci del’eleganza, della sensibilità e della raffinatezza con cui la scrittrice dà inizio alle storie: Clitennestra “la regina altera, dalle bionde trecce, osserva dall’alto del palazzo di Micene, con occhi immobili e gelidi, l’arrivo di Agamennone, il marito… Le è accanto il cupo Egisto, fosco nell’aspetto, trepidante, complice consapevole…”. Pennellate naturali, vere, che accompagnano la presenza dei personaggi ravvivandone lo spessore emotivo.  Alcesti: “E’ bella la Tessaglia montuosa, nel cuore della mitica Grecia, difesa dalla catena del Pindo e dal monte Olimpo che la sovrasta a nord, mentre a meridione il monte Pelio ricoperto di foreste e generoso di acque offre rifugio, pace e refrigerio e ad oriente il mar Egeo circonda come un uncino protettivo la penisola del Pelio”.  Quale contorno migliore per introdurre una fanciulla graziosa, legata alla casa, alla famiglia, ai lavori donneschi, alla sua terra, affettuosa e aperta allo straniero, generosa e no priva di coraggio.  Insomma ci sono gli ambienti, la natura, i contorni a rafforzare i caratteri, a dare tono al dramma delle vicende, o “alla serenità con cui l’occhio femminile riesce a delineare la realtà entrando in essa profondamente, senza superficialità, e portandosi quella ricchezza interiore che è propria del loro essere femminile”, come scrive, nella prefazione, Rina Gambini. Sì!, dieci storie di donne che soffrono e che amano, e che dimostrano con la loro forza spirituale di esistere, marcando le trame con coraggio e  generosità, con grazia e decisione, fra paesaggi ora umili, ora lucenti come i loro volti, come i loro credi: “Il paesaggio, fuori dalla città, è di dolci colline, un naturale anfiteatro boscoso che dolcemente degrada, una vallata con foreste di aceri, platani, abeti, prati costellati di ranuncoli, stretti dai fiumi”. E tutto si adorna di immagini fresche e lampanti, come fresco è il dire che racconta la vita, perché è della vita che l’autrice al fin fine ci vuole narrare.  

                                                                 Nazario Pardini                    

17/01/2014



Maria Grazia Ferraris vive a Gavirate; ha insegnato Letteratura italiana e storia nelle scuole medie superiori, si occupa di critica letteraria ed in particolare studia il contributo della scrittura femminile del Novecento. Ha studiato l’opera di G. Rodari giornalista, scrittore e poeta, l’altro Rodari, intervenendo con più contributi nel volume Ricordar Rodari, curato dagli Amici di Fignano di Gavirate, ed. Macchione, 06 e con la pubblicazione del saggio G. Rodari: un fantastico uomo di lago, nel 2010 (studi a trent’anni dalla morte), (premio Giuria, VIA FRANCIGENA, 2011).
Ha curato nel 2009 l’antologica “Omaggio al nostro territorio, ai suoi personaggi, alla sua storia”, ha pubblicato la prima raccolta di poesie Di Acque e di Terra nel 2009, (premio Città di Recco, 2011, CAPIT Roma, 2011, Priamar Savona, 2011), il volume di racconti Lettere mai spedite, ed. Montedit ( finalista premio Prévert 2010)

.  Dieci personaggi femminili del passato e del presente che spiegano in prima persona la vita delle donne: quelle potenti eppur tragiche del passato (Clitennestra, Zenobia di Palmira…), quelle quotidiane eppur tormentate nella loro complessità umana che vivono il presente (Amelia Rosselli, Sylvia Plath, Alda Merini…).
Raccontano i sentimenti più ampi, più umani e anche dolorosi (amore, dedizione, passione, ironia, malinconia, fragilità, solitudine, generosità, disperazione…)
 che accompagnano sempre la vita delle donne ed il loro sguardo plurale,disincantato sul mondo.

- La copertina rappresenta un dipinto di A. Modigliani- Donna con ventaglio- è stato scelto perché a mio parere, questa donna- non bella, non giovane,  non alla moda- comune - è nondimeno bellissima, affascinante ed elegante, intrigante: una donna vera, soltanto donna.

- L’edizione è quella culturale del Porticciolo, presso la litografia  Conti –SP, (Associaz. culturale Il Porticciolo, via Via del Canaletto 146 – 19126 La Spezia, la rivista della dott. Gambini, che ne è la direttrice, e che si è prestata alla stampa).
Ne ho fatto stampare poche copie, a mie spese.  Parte le ho regalate, una parte le ho vendute quando ho presentato i racconti nelle associazioni culturali varesine.
Per chi volesse contattarmi: ferraris.libri@gmail.com






Nessun commento:

Posta un commento