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martedì 8 aprile 2014

GIORGIO LINGUAGLOSSA SU "SUE POESIE"



Per illustrare la tecnica di composizione con cui sono state scritte queste poesie è indispensabile riferirsi al moderno concetto matematico e filosofico di "topologia". Che cos'è la topologia?
La topologia o studio dei luoghi (dal greco τόπος, tópos, "luogo", e λόγος, lógos, "studio") è una delle più importanti branche della matematica moderna. Si caratterizza come lo studio delle proprietà delle figure e delle forme che non cambiano quando viene effettuata una deformazione senza "strappi", "sovrapposizioni" o "incollature". Concetti fondamentali come convergenza, limite, continuità, connessione o compattezza trovano nella topologia la loro migliore formalizzazione.
La topologia si basa essenzialmente sui concetti di spazio topologico, funzione continua e omeomorfismo. Col termine topologia si indica anche la collezione di aperti che definisce uno spazio topologico.
Gli spazi topologici sono usati quotidianamente dall'analisi matematica, dall'algebra astratta, dalla geometria: questo rende la topologia una delle grandi idee unificanti della matematica. La topologia generale (o topologia degli insiemi di punti) definisce e studia alcune proprietà utili degli spazi e delle mappe, come la loro connessione, la compattezza e la continuità. La topologia algebrica invece è un potente strumento per studiare gli spazi topologici e le mappe fra essi: essa assegna loro invarianti "discreti" (ad esempio numeri, gruppi, o anelli), più calcolabili, spesso servendosi di funtori. Le idee della topologia algebrica hanno avuto una grande influenza sull'algebra e sulla geometria algebrica.
Se tre insiemi chiusi ricoprono una sfera, almeno uno di questi contiene due punti antipodali: questo fatto può essere dimostrato con strumenti topologici. Un enunciato analogo è fornito dal teorema di Borsuk-Ulam: esistono sempre due punti antipodali sulla Terra aventi la stessa temperatura e la stessa pressione atmosferica.
La motivazione profonda della topologia è che alcuni problemi geometrici non dipendono dalla forma esatta degli oggetti coinvolti, ma piuttosto "dal modo in cui questi sono connessi". Per esempio il teorema della sfera pelosa della topologia algebrica dice che "non si può pettinare in modo continuo il pelo di una sfera pelosa". Questo fatto è evidente per molte persone, anche se probabilmente non lo riconoscerebbero leggendo l'enunciato formale del teorema, e cioè che non esiste un campo vettoriale continuo e non nullo di vettori tangenti alla sfera stessa. Come per i Ponti di Königsberg, il risultato non dipende dalla esatta forma della sfera, ma si applica anche a forme sferiche non regolari e in generale ad ogni tipo di oggetto (purché la sua superficie soddisfi certi requisiti di continuità e regolarità) che non abbia buchi.
Per trattare problemi che non considerano la forma esatta degli oggetti, bisogna mettere bene in chiaro quali sono le proprietà degli oggetti su cui possiamo contare: da questo bisogno nasce la nozione di equivalenza topologica. L'impossibilità di attraversare ogni ponte una e una sola volta è vera per ogni configurazione di ponti topologicamente equivalente a quelli di Königsberg, e il problema della sfera pelosa si applica ad ogni spazio topologicamente equivalente a una sfera. Formalmente, due spazi sono topologicamente equivalenti se esiste un omeomorfismo fra loro: in questo caso sono detti omeomorfi e sono, ai fini topologici, esattamente identici.
Una deformazione continua di una tazza di caffè in un toro. Le deformazioni continue vengono formalizzate nelle nozioni di omeomorfismo e omotopia.

Un omeomorfismo è formalmente definito come una funzione biettiva continua dotata di una inversa continua, il che non è molto intuitivo anche per chi conosce già il significato delle parole nella definizione. Una definizione meno formale restituisce meglio il senso di quanto sopra: due spazi sono topologicamente equivalenti se è possibile trasformare l'uno nell'altro senza tagliare né incollare insieme pezzi dei due. Ad esempio, una tazza ed una ciambella sono omeomorfi, Per esempio un cubo e una sfera sono oggetti topologicamente equivalenti (cioè omeomorfi), perché possono essere deformati l'uno nell'altro senza ricorrere ad alcuna incollatura, strappo o sovrapposizione; una sfera e un toro invece non lo sono, perché il toro contiene un "buco" che non può essere eliminato da una deformazione.

Tenendo presenti queste teorie, adesso possiamo rileggere queste poesie per verificare come esse siano costruite con l'applicazione della topologia alle immagini. Le immagini sono considerate equivalenti e interscambiabili, cioè possono entrare le une nelle altre e, ovviamente, uscirne. Analogo discorso può farsi per i personaggi che popolano queste poesie: (VIvaldi, Mandel'stam, Enceladon, Mozart, Madame Hanska, il Signor Cogito etc...) oppure il luoghi (Cartagine, Venezia), anch'essi entrano ed escono l'uno dall'altro, si fondono e si scindono. Si tratta di un nuovo concetto di tempo e di una diversa temporalità: gli oggetti, i luoghi e i personaggi obbediscono a un diverso concetto di tempo e di temporalità: essi abitano non più il Presente cui siamo abituati dalla frequentazione di una poesia temporalmente lineare di scuola, ma abitano un presente assoluto che semplicemente non c'è. Il presente degli eventi di queste poesie è dato dalla molteplicità di Presenti che sono contenute in esse; il presente è dato da un punto di vista che non esclude ma include gli altri punti di vista. E non esiste più una temporalità degli oggetti, dei luoghi e dei personaggi ma una sintetica contemporaneità di molteplici temporalità. 


So che non sono concetti che nella poesia italiana contemporanea possono sembrare astrusi, ma ritengo che bisogna partire da essi se si vuole comprendere qualcosa della costruzione di queste poesie. 





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