COMMENTO DI UMBERTO CERIO
Paolo Bassani definisce questa lirica
“poesia come ricerca”. E certo è ricerca di un volto mai visto, di un passo le
cui orme non sono più visibili, , di una voce mai udita, di un uomo -un nonno-
che non ha mai conosciuto. Ma è, questa, certamente più di una poesia di
ricerca. Si tratta di una lirica di rara freschezza, fatta di immagini e di
sentire, oggi non più facilmente rintracciabili. Il poeta, qui, deve
sostituire - e sostituisce - ai ricordi personali le memorie trasmesse da
altri, di gesti, di fatti, di parole che possono essere solo pensati e cercati
“nel vento leggero/che semina/fiori di ciliegi”, o in un “cuore/nel
riflesso/tremulo/d’un borro”; in immagini che si susseguono con palpabile e
palpitante leggerezza, incalzante o ri-evocativa (“farfalla in una
ragna/di fremiti d’olivi”di montaliana memoria) quando la ricerca tocca corde
profondamente emotive: “i tuoi pensieri/oltre i sussurri d’olivi”.
E già indoviniamo che la lirica si
chiuderà con la ricerca della “tua anima” che non può che essere cercata
“nell’incantato mondo dei poeti”. Dei poeti, appunto, capaci di creare una
lirica ricca di delicato e profondissimo sentire.
Umberto Cerio
POESIA COME RICERCA
di Paolo Bassani
“30
giorni ad april, giugno e settembre; di 28 ce ne è uno, tutti gli altri ne han
31”
E’ questo uno degli innumerevoli detti che sono fioriti in tempi lontani
e che ancor oggi ritrovo nella mente. Me lo ricordo perché lo imparai da
bambino quando vivevo a “Castagni
grossi” una sperduta località boscosa della montagna caprigliolese. E’ strano
come alcuni momenti dell’ infanzia ci accompagnano poi per tutta la vita, e così il ricordo di
novelle e storie ascoltate. Ce n’è una che rammento più d’altre. E’ il racconto
che mi fu fatto di mio nonno Paolo. Io non l’ho conosciuto di persona perché
morì tre mesi prima ch’io nascessi. Ebbene, mi raccontavano che era un grande
comunicatore. Nonostante avesse frequentato soltanto la terza elementare e
lavorasse come contadino era culturalmente molto preparato e informato di
tutto. Conosceva mille storie che amava raccontare con passione. Per questo le
famiglie della campagna lo invitavano spesso durante le serate dell’inverno.
Davanti al focolare acceso ove si riunivano bambini, giovani e anziani
dell’intera famiglia, con ardore iniziava il suo percorso catalizzando
l’attenzione di tutti. Come sarebbe stato bello registrare la sua voce, per
poterla oggi riascoltare. Purtroppo, in quei tempi, le tecnologie di cui oggi
disponiamo erano impensabili. Di mio nonno non ho neppure una fotografia. Per
questo ho sentito il desiderio di ricercarlo con alcuni versi.
CERCO IL TUO VOLTO
Cerco
il tuo volto sconosciuto
nel volto d'ogni uomo,
la tua voce
nel vento leggero
che semina sull'erba
i fiori dei ciliegi,
la tua mano sul mio capo
come carezza
del sole
a primavera.
Cerco
il tuo cuore
nel riflesso
tremulo
d'un borro,
i tuoi pensieri
oltre sussurri d'olivi
nell'azzurro.
Cerco
in questa terra un segno
che stagli nell'alba
il tuo profilo:
l'orma d'un passo
sulle riarse zolle
o l'intreccio
del salice sui tralci
d'una pergola cadente,
l'innesto d'un mandorlo fiorito
o un muro a secco
nel paziente mosaico
delle pietre.
Cerco
la tua anima:
la cerco nel fremito
lucente
di rugiada
sopra un fiore,
nell'incantato mondo
dei poeti.
Paolo Bassani
Nessun commento:
Posta un commento