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domenica 18 maggio 2014

PRESENTAZIONE DEL ROMANZO "SOLTANTO UNA VITA", DI N. D. STEFANO BUSA'


                       
Ninnj Di Stefano Busà



Ninnj Di Stefano Busà : “Soltanto una vita” (romanzo) Ed. Kairòs – 2014 – pagg. 230 - €  14,00 –


 COMUNICATO-STAMPA



Grande affluenza di pubblico alla presentazione del primo romanzo della scrittrice Ninnj Di Stefano Busà. Ieri 16 maggio è stato presentato al Circolo della Stampa di Milano la sua ultima fatica letteraria: SOLTANTO UNA VITA. Un pubblico attento e disponibile a recepire il valore culturale di questa scrittura, oltre che il messaggio che l’autrice intende mandare a chi lo legge.
Ha avuto come relatori due protagonisti della storia letteraria di oggi: Franco Campegiani critico, filosofo, saggista e Ivan Fedeli un altro grande interprete della pagina poetica contemporanea.
Entrambi, in chiave diversificata hanno rilevato i punti salienti del libro, affrontando da diverse angolazioni la potenza espressiva della scrittrice. 
Fortemente impregnato di lirismo, il romanzo ha saputo mantenere in asse l’equilibrio perfetto della sua trama, una saga familiare che si snoda tutta all’insegna dei sentimenti ineludibili che oggi sono deteriorati e rarefatti al punto tale da essere quasi assenti. Una società che bandisce i valori familiari, li depaupera e li mortifica da giungere a toccare il declino di essi.
Le mode sono cambiate, la scrittura ha assunto toni sarcastici verso i veri sentimenti, immettendo sul mercato editoriale tanta fuffa, sconcezze, e volgarità, giustificandone l’introduzione come un cambio epocale, una trasformazione della società, che giunge a mascherare se stessa con temi scadenti, di dubbio gusto e di estrema decadenza, perché priva di valori che la nobilitano. L’autrice è andata controcorrente: ha saputo a piedi nudi entrare in un tempio di bellezza, di verità e amore e trascinarsi dietro adepti (pochi ormai) che credono in un  rinnovamento, un rinascimento dei valori della famiglia.
L’autorevole prof. Nazario Pardini autore della prefazione è stato più volte ricordato per l’eccezionale introduzione all’opera, che ha saputo in modo eccelso, con grande competenza e compiutezza manovrare la trama del romanzo e felicemente penetrarlo. Un libro come pochi, davvero da leggere e da gustare per le numerose annotazioni, riflessioni, osservazioni che, oltre a farne un romanzo piacevole, riesce a dare con semplicità e dovizia di particolari, molti interessanti spunti, predisponendo a quella ricchezza interiore cui ogni individuo, per sua precipua necessità ambisce, senza deludere la lettura di nessuno, ma anzi introducendo il significato vero, profondo dei moti dell’anima.
Si tratta di una scrittura alla quale non si giunge quasi mai alla prima prova d’esordio, ma dopo lunga, incessante preparazione, un lavoro di esperienza con un labor limae, e molto tirocinio in campo linguistico. Ma ci piace riportare la parte finale della Prefazione di Nazario Pardini per mettere in ulteriore evidenza il rapporto fra Scrittori ed Editoria, e soprattutto, la grande forza poetico-narrativa di una scrittrice che ha dato una vita alla scoperta del verbo e dei suoi magici sensi iperbolico-allusivi; dei suoi congegni misteriosamente energizzanti, impossibilmente possibili: " … L’intreccio va avanti rapido e avvincente, suasivo e trascinante. Si legge tutto di un fiato. Ma non tocca a me concludere la storia. Anche per non togliere il piacere della lettura al fruitore. A me tocca invece dire che la grande editoria dovrà, sicuramente, porre attenzione a quest’opera pregna di vita e di creatività; di problematiche sociali e ambientali attualissime. I personaggi sono delineati con tale realismo visivo, da darci l’idea già di un film in proiezione. Sì!, si dovrà porre attenzione a questo romanzo da parte di certi editori alla scoperta del best seller. Perché qui c’è un valore aggiunto in più: la penna di una grande poetessa che da una vita offre tutta se stessa alla ricerca del verbo e dei suoi innesti per trame ricche di pathos ed energia creativa. A voi la lettura perché vale più saper leggere che saper giudicare. Noi possiamo solo riportare la conclusione emblematica dell’opera; conclusione che ha tanto della filosofia umana della scrittrice. Un leitmotiv che lega le vicende come lo fa un tema musicale di sottofondo in un’opera lirica pucciniana: “Non passi per troppo mieloso il concetto che Dio è la fonte, noi siamo la gola riarsa: il nostro limite è la sete inestinguibile, impetuosa e inarrestabile, abbiamo bisogno di lui per dissetarci. 
Siamo soltanto una vita, nient’altro...”. Credo non vi possano essere espressioni più immortali".

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