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lunedì 2 giugno 2014

N. DI STEFANO BUSA' "LA POESIA E' L'ALITO ETERNO..."

LA POESIA È L’ALITO ETERNO, 
L’INTUIZIONE SPIRITUALE 
CHE ARRICCHISCE


DI NINNJ DI STEFANO BUSA' COLLABORATRICE DI LEUCADE

Ninnj Di Stefano Busà collaboratrice di Lèucade


Parlare di Poesia può apparire pleonastico, un modo superfluo di tritare "aria fritta", oltre che di comporla: ai distratti, insensibili, demotivati che detengono il primato dell'inattività intellettuale è sempre apparsa una falsificazione della realtà.
Il loro pragmatismo è d'obbligo dinanzi al suo mistero, che è immane e ricerca sempre la parola dell’infinito per procedere sui sentieri della comunicazione e del dialogo tra gente che ama la vita, che non si isterilisce in contenuti fatiscenti e cerca, scava tra i significati della vita il più alto, il più dotato compromesso alla sua vacuità.
Anzi vi appare addirittura incongruo, umiliante un processo che colloca la poesia all'astratto, un discorso fatto (come io lo definisco) "coi piedi nel ghiaccio, che si asciuga all’aria", un’abulia di connotazioni e di parole che non hanno corrispettivi nella realtà: un dialogare con la luna, qualcosa di mezzo tra la follia e l’azzardo, definiscono - la poesia - .
A tutti sia chiara una cosa: se esiste, (come esiste), nel fondo di un pensiero e di un'anima non bene identificati, vuol dire che è lo spirito dell'uomo, il respiro della sua anima, l'ossigeno del mondo ad esserne coinvolti: è difficile negarlo.
Noi ci accontentiamo di saperla ALITO D'ETERNO, o identificarla come l'albero della vita che dà i suoi frutti migliori a chi la ama, a quella parte del pensiero in ombra, riflettente e sacro, sì, perché la poesia è sacra: sviluppa l'intuizione e promuove le migliori energie per una crescita del mondo, migliorandolo spiritualmente, e arricchendolo di quelle energie positive che, permanendo come materia inerte, farebbero regredire l'uomo allo stadio di primate, se non intervenisse la "parola" a darle il soffio vitale, la vita, il valore della significanza.
Un presupposto azzardato è quello di identificarla al "nulla", assoggettarla alle mode effimere, all'indigenza dei sentimenti e, ancor peggio rilegarla al ruolo di inutilità che le si vuole dare a tutti i costi.
Niente è più vero, sul significato di inutilità che le si vuole affibbiare in senso dispregiativo, (se per inutilità è intesa la mancanza di “utile” considerato nella sua vera accezione, che le deriva dal suo non dare “pecunia”, essendo l’unica attività umana sulla quale non si può speculare.
Anche il pensiero montaliano la intuisce come tale, ma aggiunge che è qualcosa di inutile di cui non si può fare a meno. Allora, niente vi può essere di peggio che l'abbandono o la stasi del pensiero e nella fattispecie l'abbandono delle immagini provenienti dalla consapevolezza del proprio "esser(ci)"
La parola poetica pronunciata, tradotta e scritta oltre alla sua necessità, può apparire ripetitiva, eccedente alla logica comune del linguaggio.
Ma proviamo a riflettere...si starebbe davvero meglio senza la Poesia?
Essa come tutte le trascendenze ci giunge da molto lontano, non riusciamo a capire da dove? Da Chi? Ma si fa sentire, esulta o sta silenziosa, languente in molti che vorrebbero esprimerla liberando fuori gli effetti venefici del vivere. Ma la poesia non reclama attenzione, non pretende ascolti, non predilige platee, essa giunge in sordina, nel fitto silenzio, spesso nel cuore della notte, il poeta la sente più vicina, la scrive, se ne nutre come di un dono eccelso. Perché bistrattarla, umiliarla. Non è difettiva di valori, ma è semmai un valore aggiuntivo, è legata al suono della nostra armonia interiore, è nota alta di una tastiera che diventa orchestrazione connessa col mondo, con le sua scelleratezza o saggezza, con i suoi quotidiani dubbi, le speranze, le fitte dolorose, le assenze e le indigenze del cuore, integrandosi però alla sua bellezza, come ness’un’altra manifestazione dello spirito.
Dove respira la poesia non vi è desolazione, semmai può illuminare l’accidentato percorso, il limite che ne consegue; può alleviare il dolore del mondo, oltre il buio delle nostre risorse fisico-temporali, delle nostre ombre, dei nostri singhiozzi e dei fantasmi che ci accompagnano nel quotidiano.
È lo “spino nero” che fiorisce lungo le dorsali della vita, in una vastità di terreni tutti desolanti, incerti, deserticamente incolti, dove solo la morte passa a fecondarli. Il mondo, se non vi fosse la Poesia, sarebbe più misero, più demotivato e ancora più solo e infelice.


                               Ninnj Di Stefano Busà

2 commenti:

  1. "La poesia è sempre apparsa una falsificazione della realtà", scrive la Busà: qualcosa di astratto, di cervellotico, ma a chi? ai "distratti, insensibili, demotivati che detengono il primato dell'inattività intellettuale". Mi permetto di aggiungere che costoro sono degli squilibrati perché pretendono di spostare arbitrariamente l'ordine naturale delle cose, sempre sospeso tra materia e spirito, tra mito e storia, tra sogno e realtà. Non c'è l'uno senza l'altro, sono valori complementari e chiunque li viva in maniera conflittuale è perché vive nello squilibrio, nella follia, nell'arbitrio, appunto, dell'unilateralità. La poesia, dice Ninnj, "è legata al suono della nostra armonia interiore", ed è a quella armonia che hanno bisogno di attingere gli umani per poter vivere serenamente nella loro realtà. Bello il pensiero montaliano rammentato dalla scrittrice, secondo il quale la poesia "è qualcosa di inutile di cui non si può fare a meno".
    Franco Campegiani

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  2. Quello che penso, quando leggo un pensiero o meglio una esegesi sulla poesia della Prof. N. D. Stefano Busà, credo di averlo espresso precedentemente si questo stesso blog. Mi sento convolto, partecipe e ammaliato da tanta saggezza supportata da una personale cultura e da una patronanza di linguaggio coinvolgente ed empatico che a me fanno positiva invidia. Anche oggi ho imparato ancora qualcosa dall'autrice e dai collaboratori tutti di ALLA VOLTA DI LEUCADE il cui merito va in primis al Prof. Pardini che non mi stanco mai di ringraziare. Pasqualino Cinnirella

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