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giovedì 27 novembre 2014

N. DI STEFANO BUSA': "COSCIENZA E NON SENSO"


Ninnj Di Stefano Busà collaboratrice di Lèucade


La coscienza di oggi compromessa dal non senso
                               
di Ninnj Di Stefano Busà



In tutte le società moderne vi sono stati periodi più o meno bui, che hanno caratterizzato il declino della morale e dell'etica, oltre che le capacità dell'individuo di riformularsi in un contesto progressivo di più matura formazione, consapevole delle pericolose conseguenze nel futuro. Ogni civiltà periodicamente subisce il deterioramento delle conquiste fatte a causa di un lento quanto inesorabile sfaldarsi della coscienza, in cui la consapevolezza del danno che si va a creare sembra minore dell'utile egoistico, (a)morale, disinibito e aggressivo, che si viene a formare in un clima politico economico e sociale difficile. Posto questo teorema, andremo ad analizzare ora alla luce dei nostri giorni, la situazione dell'attuale società supertecnologica postmoderna. Essa è il frutto un po' avariato di una tendenza al lassismo, che ogni nuovo periodo storico apporta e dentro il quale, più o meno coscientemente l'uomo investe tutto il suo capitale genetico, il suo livello intellettuale, la sua formazione educativa, il suo grado di giudizio e discernimento, le sue più alte potenzialità, le sue fragilità o debolezze, il diverso grado di rapportarsi alla religione, al progresso, alla Storia.
Una necessità irrinunciabile sembra essere ai nostri giorni l'affrancamento da ogni verità vera o presunta, da ogni riferimento valoriale in relazione al comportamento, al diritto alla vita, alla libertà, alla società. Forse neppure ce ne accorgiamo, ma è difficile credere che le facoltà migliori del soggetto sano di mente oggi siano talmente stravolte da essere giunti sull'orlo dell'abisso. Nel clima culturale in cui si vive, le remore sono bandite, e anche le regole, definite superflue e inadeguate nel clima del post-modernismo nel quale solo la confusione regna sovrana.
Qui, però, entra in ballo il futuro dell'umanità: le conseguenze non sono valutabili, ma danno segno d'inquietudine, avvisano che siamo molto vicini a provocare conseguenze temibili per la gravità dei problemi in gioco. Vi è una debolezza di fondo nel tessuto sociale di questa nuova era che fa pensare ad una insufficiente informazione, che possa risultare idonea a comprendere che la resa dei conti è più prossima di quanto immaginiamo. In parte è aggravato dai
 mass-media che giornalmente ci bombardano di vacuità: il palcoscenico è vasto, si va dalle idiozie, alla prospettiva di un bene vanesio che è occasione di indebolimento delle coscienze, soprattutto dei giovani, che non hanno la visione interamente adeguata della conoscenza e dell'esperienza. Questa confusione di ruoli, di fini, di progetti induce a sovrastare il bene comune a favore di spinte riduttive per l'umanesimo e per l'illuminata visione della vita. Non si fa che giocare al rinvio, quello che non è fatto oggi lo otterremo domani: ma cos' è, dunque, questo gioco al massacro?quale maleficio ci nutre di dentro facendoci perdere le prospettive future? Di fronte a comportamenti così massificati, senza dettami ideologici, senza spinte di legalizzazione, il compromesso porta a promuovere come finalizzazione ultima le remore coscienziali, per essere liberi di agire a proprio piacimento, senza dover rinunciare alle lusinghe della propaganda e delle mobilitazioni opportunistiche. Ma per essere libero veramente l'uomo non può esimersi dal dover educare il pensiero alla verità alla conoscenza e al sacrificio. Difendere il proprio diritto alla scelta non sempre è segno di libertà. Chi nutre passioni discordanti  e criteri di valutazione che esortano all'edonismo e al piacere dell'immediato, difficilmente riflette sulle cattive conseguenze di comportamenti brutali e dissennati, salvo poi doversi trovare a fare i conti con la coscienza...Non bisogna confondere la libertà con il libertarismo, perché è proprio quest’ultimo che ha generato il nichilismo con conseguente imbarbarimento dell'attuale società. La dignità e la responsabilità sono i luoghi da raggiungere per una correzione di rotta, per un'autoreferenzialità del soggetto come individuo <libero>, ma consapevole e degno di questa libertà faticosamente conquistata che darebbe al recupero della dignità, quella rinascita umana, culturale, religiosa di saper distinguere il bene dal male: saper riconoscere la necessità di un risveglio di coscienze è auspicabile per la vera rinascita di una società smarrita e claudicante, che vaga senza criteri di valutazione certa verso gli imponderabili scenari futuri, che non saranno certo rosei, senza una rivisitazione dell'impianto-uomo, senza una revisione e ottimizzazione degli strumenti in suo possesso, che gli sappiano indicare la strada della ragionevolezza e forse pure della salvezza.



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