Umberto Cerio collaboratore di Lèucade |
Splendidi questi dodici versi di Emma
Mazzuca -brevi ed incisivi- con cui vede e vive la notte. Una notte con la
volta che chiude le sue tende fitte (o lunghe ed alte murate che serrano e
impediscono la visione del mondo?) sul dilagante silenzio dell’oscurità. La
notte delle paure. Che poi diventa innocua perché più non può far paura a chi
ormai vive un’attesa inutile, perché senza speranza. Momenti di buio negli
occhi nel cuore e nella mente. Una notte che alla fine lascia ogni
sensazione ed ogni risposta al lettore, per quel “trascesi i dubbi”. Sembra,
così, che in questa notte il buio si sia fatto più profondo e più
dolorosamente duraturo. Ma rimane la silenziosa attesa che la speranza possa
tornare con la luce dell’alba. E’ l’attesa e la speranza di tutti, al di là di
ogni possibile dubbio. Vero, Emma?
Umberto Cerio
DA: "ROBERTO BENATTI: "LA NOTTE"":
Notte
Nera
è
la volta della notte
che
le cortine stringe
sul lacrimare
dell’ombre e del silenzio
ma la notte
non porta più paura
a chi
trascesi i dubbi
senza speranza attende
Emma Mazzuca
Nera
è
la volta della notte
che
le cortine stringe
sul lacrimare
dell’ombre e del silenzio
ma la notte
non porta più paura
a chi
trascesi i dubbi
senza speranza attende
Emma Mazzuca
vero Umberto, la speranza non ci abbandona mai e, personalmente, posso aggiungere i sogni, malgrado la tristezza e i dolori che sono componenti del vivere, come puoi leggere da questa mia lirica
RispondiEliminaLe parole
Non le parole cambiano il destino!
io le ho lasciate cadere ad una ad una
nei laghi asciutti dell’indifferenza
affondare nei deserti azzurri
e nelle loro sabbie spente
insensibili gli uni e le altre alle umane sofferenze
le ho imbrattate col sangue del tramonto
consumate piano piano per scoprire
se c’era verità oppure inganno
chiusa nel cerchio della mia stessa voce
nell’attesa vana di un consenso
ma è la realtà che sempre mi sorprende
come un passero alla prima gelata
ferma
al crocevia del rimpianto dove fingo
di dare un senso al mio presente
e per rimedio esisto a corti passi
...tornare vorrei all’epoca dei sogni
la serenità delle leggende
a mille ipotesi d’incantamento
coltivare quella inguaribile voglia di fuggire
per ritrovarmi altrove nuovamente persa
a notte - tornato il fatto chiaro
ascoltarmi in un lungo colloquio col silenzio
sapiente forse più d’ogni parola!
Emma Mazzuca
Bella anche questa lirica, Emma, ma anch'essa intrisa di profonda tristezza, "come un passero alla prima gelata / ferma / al crocevia". E' vero, la realtà non è sogno, ma i sogni aiutano a vivere e a sperare -se si tenta di farli divenire realtà- in "mille ipotesi d'incantamento", quando il silenzio può essere "più sapiente" delle parole. Allunga i tuoi "corti passi" con "inguaribile voglia di fuggire". La notte sarà meno buia e avrà più fascino e più vitalità.
RispondiEliminaUmberto Cerio