Pagine

martedì 11 novembre 2014

VENERDI 14 NOVEMBRE INCONTRO SU "IL BANDOLO"

Venerdì 14 novembre alle 19,00 si terrà un nuovo incontro sul tema Il Bandolo. Il luogo è sempre il Polmone Pulsante (Salita del Grillo 21 Roma) e sarà possibile seguire il dibattito via Skype, richiedendo a Claudio Fiorentini il contatto.

Gli argomenti che tratteremo sono, in linea di massima:

1. Ruolo del contemporaneo
2. Superficie e profondità, cosa cerca l’artista
3. I confini del Manifesto
4. Come promuovere il Manifesto


Seguono i documenti sinora discussi.


Conclusioni "Il Bandolo"
(seconda riunione - 28/06/2014)

1 - Spesso oggi si assiste allo spettacolo di un'arte per iniziati che non parla di umanità, ma si avvita su se stessa in forme capricciose e futili, molto più amanti di sensazionalismo che di verità. Noi vogliamo uscire da queste sabbie mobili, dalle paludi dell'autocompiacimento estetizzante, avviando un salutare processo di umanizzazione dell'arte e della civiltà. L'arte non deve essere il fine dell'artista, strumentalizzando e asservendo l'uomo a quella finalità, ma al contrario, deve essere un mezzo al servizio dell'umanità. Vogliamo un'arte meno vanesia, che si lasci ispirare dai valori autentici dell'uomo, dalla sua essenza, dalla sua universalità.
2 - La mercificazione dell’arte tratta allo stesso modo prodotti scadenti e opere di qualità. È necessario tornare a parlare di opere e a promuoverle per il loro valore intrinseco, umanistico, sostanziale, più che di prodotti che soddisfano l’effimero. L’editore, il gallerista o qualsiasi operatore del sistema di promozione dell’arte, deve essere spinto a soddisfare nuove e alternative domande di mercato che sta ovviamente agli artisti saper orientare con una massiccia e dirompente azione culturale.   Il buono, intendiamoci, esiste anche in ciò che viene oggi pubblicato o esposto, ma spesso è confuso con tutto il resto, mentre dovrebbe avere maggiore slancio e visibilità.
3 - Umanesimo, dunque: non quello che schiaccia l'uomo nella propria dimensione orizzontale, rendendolo ostaggio delle proprie sovrastrutture culturali, delle proprie espressioni civili e storiche, bensì quello che lo spinge in avanti, attingendo al suo più intimo mistero. Quell'umanesimo, insomma, che pone il fine dell'uomo nell'essere dell'uomo, nelle pieghe più segrete di se stesso, anziché nelle forme tangibili della costruzione storica. Quell'umanesimo che non ingabbia, non irretisce, non indottrina, ma che spinge con prepotenza verso la libertà.
4 - Il pubblico deve essere aiutato a godere dell’arte, deve poter uscire di casa e partecipare agli eventi proposti da artisti davvero creativi, e ciò è possibile solo uscendo dalla logica frammentaria ed autocelebrativa del mercato. Per questo occorre anche proporre eventi di qualità che non affoghino nella critica erudita. Il pubblico deve trovare la vita in ciò che propongono i nostri eventi, quindi bisogna sperimentare nuove dinamiche promozionali che possano coinvolgere non per i nomi altisonanti di chi partecipa all’evento, ma per una rinata curiosità o anche per il piacere di sentirsi parte del movimento in atto.
5 - Per superare l'impasse del manierismo culturale, le opere dovranno avere sapori di nuovo umanesimo. Non si tratta di rifiutare le scuole, le tradizioni, i retaggi, ma di riconoscere che tutto ciò ha valore puramente propedeutico per colui che sa di dover procedere con i propri mezzi, dando fondo alle proprie risorse e alle proprie facoltà. Un creativo sa di dover essere il maestro di se stesso, promuovendo quella rigenerazione, quel rinnovamento personale - che di riflesso diviene collettivo - fondato sull'esercizio dell'autocritica. E' questa la strada per affinare conoscenze ed opere, depurandole da ogni impurità. Questa la via per correggere i mali che affliggono il sistema culturale: i morbi del protagonismo e dell'arrivismo sfrenato.
6 - Un movimento di artisti d’ogni disciplina, uniti ed attivi nel senso sopra indicato, può e deve colmare il vuoto di bellezza e di creatività che oggi affligge il sistema dell’arte, accettando un confronto e un aiuto reciproco, mai disgiunto dalla continua ricerca personale, in vista di una promozione comune delle proprie opere, ed in progress di quelle altrui. L'arte, dunque, non più vista come acclamazione di primedonne, ma come partecipazione attiva e significativa alla dinamica che ha portato lo spirito creativo a partorire e ad esporsi in pubblico, suscitando una continuazione dell’evento attraverso il pensiero che si è messo in movimento e che può fecondare nuovi pensieri e nuove dinamiche, portando l’idea a vivere dopo di sé.


MANIFESTO CULTURALE
IL BANDOLO

L’arte nasce da un dialogo interiore per diventare pensiero in movimento che genera cambiamento. Noi prendiamo parte a questa dinamica diventando i consapevoli tessitori di una tela che sappia restituire dignità e libertà ad una cultura impantanata nel narcisismo, nella consorteria e nell’autocelebrazione.
Nostri valori sono il risveglio creativo, l’autenticità, il coinvolgimento e l’aggregazione, nel desiderio di infrangere le barriere e gli schemi che ingabbiano i circuiti culturali e artistici, ammorbati dall’arrivismo e da un erroneo concetto del professionismo culturale. L’arte è innanzitutto vocazione.
Nostro intento è sostenere e promuovere iniziative che diano nuovo vigore e slancio al lavoro creativo, facendo sviluppare le idee che sgorgano da ogni gesto culturale in una verità che sia lontana da qualsiasi mistificazione. Vogliamo coltivare un pensiero che faccia germogliare valori universali autentici nel fascinoso ma purtroppo arido mondo contemporaneo.
Dove l’arte si aggrega, c’è un messaggio di pace.


Oggi assistiamo al triste spettacolo della dispersione delle manifestazioni culturali e artistiche, a causa del narcisismo dell’artista e della malaugurata mentalità di curare il proprio orticello e di non arricchirsi del lavoro di squadra. Ciò di cui è carente la cultura contemporanea è il senso della Comunità, del vivere insieme, della partecipazione, a dispetto dell'estensione abnorme della comunicazione e dei suoi orizzonti.  
Tutto si esplica a livello superficiale e questa dispersione limita la conoscenza. Più che divulgare il pensiero che fermenta tra di noi, si divulga il pensiero contenuto in prodotti commerciali. Raramente si divulga la nuova arte, che esiste, ma è neutralizzata da questo bieco sistema che crea sempre maggiore dispersione e non sostiene l'opera nel suo essere strumento di comunicazione.
E' facile neutralizzare l’arte: basta uno specchio per allodole! I mezzi di diffusione dell’arte difficilmente sono altro che ricettacoli di egotismo, e troppo spesso gli spazi di diffusione sono riservati a chi paga più che a chi merita. È  facile  soddisfare l’ego, la voglia di emergere, di far sentire la propria voce. Per questo le opere di qualità nuotano in un pasticcio di mediocrità che le rende invisibili. Pagando si ottiene un servizio atto a soddisfare l'autore, e non un servizio di diffusione dell'opera artistica.
È difficile promuovere prodotti artistici, per farlo ci vuole coraggio. Gli operatori debbono proporre valori: il valore della scoperta, il valore della diffusione, il valore della cura del prodotto, il valore dell’incontro e il valore dell’aggregazione. Che sia un editore, un libraio, un salotto culturale, una galleria d’arte, un teatro, un premio letterario… tutto quello a cui noi artisti ci rivolgiamo deve proporre valore, non deve essere un semplice specchio di Narciso.
Il peggior nemico dell’artista è l’ego, e sarebbe ingenuo pensare che sostituire l'Io con il Noi possa essere sufficiente per raggiungere l'universalità, da non intendersi, questa, in senso meramente globalizzante ed estensivo. Superare l'individualismo è possibile riconoscendo e abbracciando il livello più profondo della soggettività. Un conto è l'Ego, un conto è il .
Il mondo contemporaneo è devastato da un improprio ed arido concetto aggregativo che spinge a vivere con superficialità. L'omologazione è il sintomodell'assenza di profondità. Bisogna tacitare pertanto quell'erronea propaganda che subdolamente spinge a fraintendere lo scavo interiore, la ricerca di se stessi, l'autoanalisi, etichettandola come intimismo, come esclusione dell'altro, come ripiegamento dell'ego su se stesso.
È fondamentale che l'individuo inizi a pensare a se stesso non più come a una monade, ma come a una comunità. L'arte è comunione, è scambio, è dialogo che avviene nel profondo. E' là che risiedono i valori universali, mentre si tende a confondere l'universale con il pubblicoconsenso. L'arte non parla a tutti, massificandoli, ma parla al cuore di ognuno. Non è un messaggio politico o pubblicitario, ma una rivelazione del senso, o di un senso, della vita. Essa si rivolge realmente all'altro, nella consapevolezza che l'altro è prima di tutto una dimensione coscienziale di sé.
Se la disgregazione è il risultato di un becero sistema che governa il mondo dell’arte, allora quantomeno bisogna cercare l’aggregazione, cercare la coesione, cercare di unire in uno, o vari bacini, i creativi che vogliono uscire dallo schema solito della divulgazione dell’arte e della cultura contemporanee. Il tutto nel tentativo di orientare i gusti di un pubblico sempre più vasto verso un prodotto culturale di maggiore qualità.
Con l’aggregazione, la condivisione, l’unione e lo scambio di opinioni, potremo dare all’arte la sua giusta dimensione e sopperire alle gravi mancanze di questo sistema. Il potere è come noi lo vogliamo, perché il danaro è al servizio della mente e non è vero il contrario. Sta dunque a noi - individualmente a ciascuno di noi - tentare di cambiare direzione, e gli spiriti creativi hanno in questo una grande responsabilità.
Le arti sono palestre di pensiero, laboratori di creatività, e come tali dobbiamo trattarle.



Claudio Fiorentini
Franco Campegiani
Maria Rizzi
Nazario Pardini
Andrea Mariotti
Marco Mastrilli
Loredana D’Alfonso
Patrizio De Magistris
Valeria Bellobono
Pio Ciuffarella
Massimo Chiacchiararelli
Sandro Angelucci
Laila Scorcelletti
Ninnj Di Stefano Busà
Associazione Culturale Polmone Pulsante
Roberto Guerrini
Deborah Coron
Simona Simoncioli
Sonia Giovannetti
Roberto De Luca
Luca Giordano
Paolo Buzzacconi
Gabriella Di Francesco
Fabrizia Sgarra
Roberto Mestrone
Angiolina Bosco
Pasquale Balestriere
Umberto Cerio
Umberto Vicaretti
Francesco Dettori
Valentina Vinogradova
Claudine Jolliet
Andrea Marchetti
Mauro Montacchiesi
Patrizia Bruggi
Diego Romeo
Camilla Migliori
Alberto Canfora 
Angelo Sagnelli
Patrizia Stefanelli
Ester Cecere
Orsola Fortunato
Adriana Pedicini
Giovanna Repetto
Alfonso Angrisani
Concezio Salvi
Lorella Crivellaro
Maurizio Navarra
Aurora De Luca
Emilio Anselmi
Mario Prontera
Angelo Mancini
Gianpaolo Berto
Dario Puntuale
Umberto Messia
Roberto Nizzoli
Patrizia Poli
Maria Vittoria Masserotti
Michela Zanarella 
Roberto Furcillo
Norbert Francis Attard
Daniela Taliana 
Bartolmeo Errera
Fabiana Boiardi
Alessandro Da Soller
Antonio De Cristofaro
Franco Vetrano
Maria Ebe Argenti
Michelangelo Bartolo
David Manfredi Troncone
Federica Sciandivasci
Giovanni Caso
Elisabetta Bagli
Lorena Turri
Marco G. Maggi
Antonio Moscatello
Alfredo Carosella




Nessun commento:

Posta un commento