L’arte è comunicazione. Il Bandolo
spiega come comunicare la Cultura
gennaio
15, 2015 - mediaNews
Martedì 12 gennaio, presso la Sala degli
Specchi sita nel palazzo del Municipio a Frascati (RM), si è tenuta un’importante
conferenza dal titolo “Nuovi Orizzonti culturali: oltre il post-moderno”, a
cura di Franco Campegiani (poeta e saggista), Claudio
Fiorentini (poeta, pittore e narratore), Maria Rizzi (scrittrice
e animatrice IPLAC) e Angelo Sagnelli (Direttore Sezione letteraria
“Festivalart” di Spoleto e promotore artisti presso il Caffè Greco a Roma).
Questa comunità di artisti ha avuto modo così di discutere sulla cultura, prendendo spunto dal suo Manifesto che
ruota attorno a un obiettivo condiviso: contrastare la dispersione dei talenti
artistici, creare aggregazione, rifiutare il marasma generale che oggi
caratterizza il mondo dell’arte in tutti i suoi ambiti, con la conseguenza di
far prevalere su tutto il resto solo la commercializzazione delle opere,
prostituendo l’artista a una carriera che nella migliore delle ipotesi si
consuma in fretta senza viverla mai fino in fondo.
I
sostenitori di questo movimento culturale hanno dimostrato la sensibilità di accorgersi
che al giorno d’oggi le carriere artistiche di valore sono sempre meno e di
sempre minore intensità, e questo fenomeno è secondo loro da attribuirsi a
diversi fattori. Innanzitutto la crisi economica e di valori sta facendo sì che
gli spazi espositivi, i libri, i saggi, le composizioni musicali, e qualsiasi
altra forma artistica siano alla mercé di produttori poco attenti al loro
valore effettivo, ma molto ben accorti al rientro economico che l’esperienza
possa portare: ecco quindi che per mostrare i propri quadri si paga a caro
prezzo uno spazio espositivo, per pubblicare un romanzo pure si paga e
per emergere spesso passa l’idea che convenga vendersi (e svendersi) piuttosto
che cercare altre vie, magari più lunghe e tortuose ma anche più coerenti e
soddisfacenti. Col risultato di un vertiginoso scadere della qualità delle
opere.
Altro
motivo per cui è sempre più difficile trovare spazio per un artista dei nostri
giorni è l’assenza di comunicazione che invade sempre più la società, permeando
i social-networks di tante parole inutili dietro le quali ci si rinserra sempre
più spesso, come a voler sembrare identità dannate e asociali. L’intimismo è un
metodo di ricerca dei propri spunti interiori ma non deve assolutamente portare
alla chiusura in se stessi, lasciando l’altro fuori, poiché in questo modo
l’arte non riesce a comunicare niente a nessuno, tradendo il suo intento.
Durante la conferenza è stato infatti sottolineato più volte quanto sia
importante per l’artista non isolarsi, ma al contrario cercare sinergie
stimolanti che possano aiutare tutti a costruire insieme un percorso duraturo
nel tempo e che possano creare dei valori in cui credere e in cui continuare a
credere anche quando questa generazione non ci sarà più.
Le opere d’arte sono e devono continuare a essere considerate il primo fra
gli strumenti di comunicazione, e per
fare ciò è necessario che i prodotti culturali ricchi di valore siano aiutati a
emergere da quelli mediocri che si trovano sul mercato solo perché qualcuno ha
potuto pagare di più o servirsi dei giusti agganci e non perché davvero lo
abbiano meritato. Sul piano pratico, dunque, occorre riunirsi, incontrarsi,
organizzare eventi plurali in cui scambiarsi opinioni, informazioni, idee,
spunti creativi, e laboratori reali e virtuali che siano fucine inarrestabili
di nuove e condivise proposte.
Il progetto di Claudio Fiorentini e Franco Campegiani parla a tutti e lo fa
col cuore, interessandosi
effettivamente al senso insito in ogni parola di cultura. Ci riporta alla
dimensione surrealista del Manifesto culturale, ai tempi in cui gli artisti lo
erano nell’essenza e non nell’apparenza. Il Manifesto, disponibile e
sottoscrivibile sul blog di Claudio Fiorentini (http://www.claudiofiorentini.it)
e su quello di Nazario Pardini (http://nazariopardini.blogspot.it/), è
un’iniezione di fiducia perché ognuno possa seguire la sua vocazione
comunicativa prediletta: chi sa scrivere bene deve poterlo fare, credendo che
un giorno il proprio manoscritto emergerà dal mare magnum costituito da tutti i
romanzi banali; chi dipinge eccellenti quadri potrà avere la sicurezza che
saranno ulteriormente valorizzati in un contesto adeguato e aperto alle
sinergie.
Poiché “Dove l’arte si aggrega, c’è un messaggio di pace”.
Articolo scritto da: Beatrice Fiaschi
Giornalista Pubblicista e Scrittrice.
Responsabile di www.inthematrix.it, si occupa da anni di articoli sul tema
lavoro per riviste di settore. Ama esprimere i propri pensieri, gli animali e i
film coi supereroi.
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