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mercoledì 21 gennaio 2015

N. PARDINI: PREFAZIONE A "LEONARDO SCIASCIA..." A CURA DI MARTINO CIANO


Prefazione
a
Autori Vari: Stile Euterpe vol. 1 - 2015
Leonardo Sciascia. Cronista di scomode realtà

Non è cosa semplice inquadrare in poche parole una Antologia poetico-saggistica,  a tema documentaristico, informativo e rievocativo, sulla figura di Leonardo Sciascia, uno dei grandi della nostra letteratura del secolo scorso; ma qualcosa si può, di certo, dire sul modo di intendere la vita, e sul ruolo che ebbe in una società tanto particolare e complessa quale quella siciliana verso cui ha ispirato tutta la sua produzione narrativa. E non l’ha fatto certamente per cogliere gli aspetti paesaggistici o folkloristici della “sicilianità” – anche se questi sono funzionali ad una precisa analisi psicologica dei personaggi -, quanto per affondare la lama nella polpa socio-politica di quell’ambiente con uno sguardo piuttosto scettico sul dipanarsi delle vicende; quelle di un milieu che lo scrittore analizza e sottopone al vaglio di una razionalità di stampo illuministico: tema coagulante nello stile di un narratore che si fa parallelo alla durezza dei fatti; a un andare prosodico fatto a posta per cristallizzare quella tanta passione agrigentina da buon siciliano, e per creare argini lineari e solidi da non farla esondare. Uno stile, quindi, che corre snello, apodittico, paratattico, dialogico, dove sequenze narrative, descrittive, e introspettive, si fondono con estrema misura per dare rilievo ad una verità paradigmatica, oggettiva, realistica, col ricorso, anche, alla lingua parlata e o al dialetto con risultati di memoria verghiana. È superfluo, qui, scrivere delle molteplici opere di Sciascia o approfondire tematiche già ben delineate dagli Autori di questa  Antologia utilissima, soprattutto, a livello scolastico. Dacché il compito di un recensore è solo e soltanto quello di introdurre alla lettura, e non quello di disvelare il tutto. Anche se aggiungere che lo scrittore consegue la piena maturità artistico-linguistica nel romanzo inchiesta dal titolo “Il giorno della civetta” penso non sia superfluo, considerando che, proprio qui, si delinea un quadro ben colorito, e paradigmatico del problema della mafia siciliana con uno stile vicino e accattivante e con un realismo che tende a ricuperare le miserie del quotidiano con lo slancio romantico della letteratura; riuscendo, fra l’altro, l’Autore, con grande pienezza ontologica, a ritrarre la psiche dei personaggi in funzione della sua coscienza etico-civile; quella di un capitano dei carabinieri venuto dal nord che va a infrangersi contro il muro dell’omertà e delle connivenze del potere politico. Un grande apprezzamento, comunque, va fatto ai curatori dell’opera, in quanto, credo, non esistano libri di tale plurivocità tematica che approfondiscano la figura di Sciascia con una molteplicità di voci di diversa cultura; con scritti di Autori che hanno già un ruolo ben delineato nella vicenda letteraria dei nostri giorni, e che vantano, nei curricula riportati, recensioni e note critiche di tutto rispetto confermate da poesie, racconti, documenti, e saggi che offrono una visione ampia di uno scrittore tuffato nel magma di una storia a noi molto vicina; di una vita vissuta allo scoperto in pagine ben congeniate che chiudono il loro percorso con un raffinato intervento di Lorenzo Spurio alla ricerca del poeta-Sciascia: “… Sono i cambi di luce (il sopraggiungere del crepuscolo piuttosto che l’innalzarsi dell’alba) a descrivere il passaggio del tempo in queste liriche meste dove anche il sorgere di un nuovo giorno che inizialmente ha in sé i caratteri di vita nuova e speranza, ben presto si tramuta in un presagio di lutto:
Ora, in quest’alba che hanno le case,
il paese è come un vascello che salpa:
nella sua nitida alberatura
per me s’impiglia una vela di morte” 46”.
Un testo, quindi, che costituisce un ensemble di peculiarità argomentative utili ad avvicinarsi  ulteriormente alla figura di uno scrittore sempre attuale, considerando la complessità dei disvalori della nostra società. 

Nazario Pardini, 24/12/2014



          

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