Umberto Cerio collaboratore di Lèucade |
Giusto per chiarire.
Non ho mai detto che la vera poesia deve avere solo intonazioni classiche.
Della poesia classica, fa parte, da sempre, anche la lirica. Ma ho affermato
che alla base della poesia deve esserci, da un lato, fantasia invenzione
immaginazione creatività ecc., dall’altro “delle regole e dei codici” e che il
tutto formi una simbiosi che abbia i caratteri anche delle ricerca della
sintesi e dell’universalità. Cosa che hanno detto, nel passato, anche
autorevoli critici e pensatori (dei quali non è il caso qui portare
testimonianza). E’ questo (e non solo ovviamente) che, secondo il mio modesto
parere, caratterizza la poesia e la tiene distinta dalla prosa. E quando
affermo”Bianco o Nero” non mi riferisco esclusivamente alla poesia, ma “bianco e
nero” sono sinonimi di “poesia o prosa”. Sono poi d’accordo con Claudio che la
poesia è indissolubile dalla musicalità. Per questo spesso io la definisco
“canto” in senso lato, e non semplicemente “lirica”. (Ma credo che mi sia
consentito che non sia considerato un delitto il fatto che non mi piace il
Jazz). Per quanto concerne, poi, “l’evoluzione delle arti” so che io stesso non
ho mai usato un linguaggio solamente classico. Anzi! (e non è che abbia la
pretesa di fare testo o scuola). E quando ricordo -a me stesso- di stare
attento alla “banalità del grigio” aggiungo “che non è una questione di
conservazione del passato, ma ci si può rinnovare senza perdere la sintesi e le
regole” della poesia. Nessun rifiuto di esplorare nuove forme di arte,
pertanto, ma solo l’intento di tenere separate e distanti la poesia (con le sue
regole) e la prosa (con le sue regole). Tutto qui.
Umberto Cerio
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